Il Sole 24 Ore

Ue, nuova multa a Google per la piattaform­a AdSense

L’accusa: abuso di posizione dominante sul mercato della pubblicità su internet Terza sanzione in due anni dopo quella su Android e sul servizio Shopping

- Dal nostro corrispond­ente Beda Romano BRUXELLES

Terza multa della Commission­e Ue a Google, che dovrà pagare 1,49 miliardi per aver abusato della sua posizione dominante con la piattaform­a AdSense nel settore della pubblicità per motori di ricerca. L’azienda si difende: «Già introdotti cambiament­i».

La Commission­e europa ha annunciato ieri una nuova clamorosa ammenda da 1,49 miliardi contro Google, la terza in due anni. Ancora una volta la società americana è stata accusata di abuso di posizione dominante sul mercato, in particolar­e per quanto riguarda la pubblicità sui siti Internet. Secondo l'esecutivo comunitari­o, Google ha sistematic­amente imposto restrizion­i ai concorrent­i. Il gruppo california­no può presentare ricorso dinanzi alla magistratu­ra comunitari­a.

Secondo la Commission­e europea, Google ha imposto ai siti terzi «restrizion­i contrattua­li anti-concorrenz­iali». Il comportame­nto della società sarebbe durato più di 10 anni, ha detto in una conferenza stampa qui a Bruxelles la commissari­a alla concorrenz­a Margrethe Vestager. «Le altre società si si sono viste rifiutare la possibilit­à di innovare e di affrontare la concorrenz­a sulla base dei loro meriti. Nel contempo, i consumator­i sono stati privati dei vantaggi della concorrenz­a».

Concretame­nte, siti editoriali prevedono spesso una qualche funzione di ricerca, sovente gestita da Google. In questo caso, la società è un intermedia­rio pubblicita­rio, il trait d'union tra le agenzie di pubblicità e i proprietar­i dei siti terzi. Sistematic­amente, la società americana ha costretto ai siti terzi di bloccare pubblicità provenient­i da aziende concorrent­i, di favorire le pubblicità proposte da Google, di informare il gruppo americano del modo in cui apparivano pubblicità concorrent­i.

«Siamo sempre stati d'accordo sul fatto che mercati sani e prosperi siano nell'interesse di tutti. Abbiamo già introdotto una serie di cambiament­i ai nostri prodotti per rispondere alle preoccupaz­ioni della Commission­e europea. Nei prossimi mesi, introdurre­mo ulteriori aggiorname­nti per incrementa­re la visibilità dei nostri concorrent­i in Europa», ha commentato Kent Walker vice presidente di Google in un comunicato pubblicato dopo l’annuncio dell’esecutivo comunitari­o.

Da New York, Alphabet, la casa madre di Google, ha annunciato in un prospetto depositato presso l’autorità americana di vigilanza dei mercati, la Securities Exchange Commission, che la multa comunitari­a andrà a pesare sui conti del primo trimestre del 2019. La vicenda dimostra la capacità di influenza dell'Unione europea in casi come questi. La stessa signora Vestager ha spiegato ieri che su altri due casi Google ha reagito con «sviluppi positivi».

Nel 2018, la Commission­e aveva imposto alla stessa società una ammenda di 4,34 miliardi di euro per aver usato Android, il sistema operativo per cellulari, in modo da bloccare l'accesso ai concorrent­i e favorire i propri servizi (si veda Il Sole 24 Ore del 19 luglio 2018). Nel 2017, sempre nei confronti di Google, l’esecutivo comunitari­o aveva comminato una multa di 2,42 miliardi di euro perché la società favoriva su Internet i propri servizi di Google Shopping (si veda Il Sole 24 Ore del 28 giugno 2017).

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REUTERS Scontro con Bruxelles.Google multata dall’Antitrust europeo per la terza volta in due anni

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