CAPORETTO DI UN SISTEMA
Adesso basta. Chi è alla guida del Paese deve battere un colpo. Quanto sta accadendo nella sanità è davvero sconcertante e misura la mancanza assoluta di programmazione in un settore decisivo: la salute. La notizia di ieri, con la Regione Molise costretta a chiedere il ritorno al lavoro dei medici andati in pensione per mancanza di sostituti, è soltanto l’inizio di un fenomeno che diventerà eclatante nei prossimi anni.
La previsione è che nel 2025, cioè dietro l’angolo, mancheranno alla sanità pubblica oltre 16 mila medici. L’aspetto più clamoroso - e sconcertante - è che si tratta della cronaca di un evento ampiamente annunciato. Nonostante questo la situazione è bloccata.
La classe dirigente del Paese sta assistendo a quella che si profila come la Caporetto del sistema sanitario pubblico senza dimostrare alcuna capacità di reazione. Il fenomeno, che abbiamo già denunciato sul Sole 24 Ore di lunedì 4 marzo scorso, rischia di mettere in difficoltà grave una organizzazione sanitaria spesso criticata mentre è tra le migliori al mondo. E non si potrà dimostrare sorpresa perché quanto sta accadendo e accadrà è perfettamente prevedibile per una serie di fattori: l’invecchiamento della popolazione, il numero chiuso per gli studenti delle facoltà di medicina, le difficoltà di accesso alle specializzazioni, gli effetti di Legge Fornero e Quota 100. C’è ancora tempo per rimediare, ma occorre avere la volontà di farlo e prendere subito decisioni adeguate.