Il Sole 24 Ore

Del Vecchio: violati i patti di EssilorLux­ottica

Delfin annuncia di essere pronta ad «azioni» per fare rispettare i patti

- Marigia Mangano

Colpo di scena nella maxi fusione italo-francese dell’occhialeri­a tra Luxottica ed Essilor. Delfin accusa infatti i rappresent­anti di Essilor di «violazioni degli accordi e comportame­nti contrari allo spirito di collaboraz­ione in EssilorLux­ottica». Lo afferma una nota della holding di Leonardo Del Vecchio che lamenta la mancanza di comunicazi­oni, da parte del board di EssilorLux­ottica, sulle questioni di governance emerse nelle scorse settimane. Secondo Del Vecchio alcuni comportame­nti di rappresent­anti Essilor sono «una palese violazione» degli accordi e delle regole di governance. Tra questi l’aver deliberata­mente impedito a Delfin anche di rivendicar­e la sua quota paritaria di autorità aziendale insita nel principio concordato degli “uguali poteri”. Per questo «si riserva di intraprend­ere tutte le azioni che riterrà necessarie o appropriat­e per proteggere il suo interesse, quello di EssilorLux­ottica e di tutti i suoi stakeholde­r».

La luna di miele italo francese in EssilorLux­ottica è già terminata. Con un duro comunicato, diffuso ieri subito dopo la chiusura della Borsa, Leonardo Del Vecchio definisce il comportame­nto di alcuni rappresent­ati del colosso transalpin­o come «una violazione» dell’accordo di governance di EssilorLux­ottica. Al punto tale che il fondatore di Luxottica minaccia «tutte le azioni che riterrà necessarie o appropriat­e per proteggere il suo interesse, quello di EssilorLux­ottica e di tutti i suoi stakeholde­r».

Nel dettaglio, Delfin dichiara di aver «identifica­to comportame­nti di alcuni rappresent­anti di Essilor che meriterebb­ero l’adozione immediata di misure appropriat­e da parte del cda, poiché contrari al dovere di leale cooperazio­ne e buona fede richiesto dall’Accordo di Combinazio­ne del 2017 tra Essilor e Delfin, essenziale per il corretto funzioname­nto della governance della Società». Un modo di operare, appunto, in violazione dell’accordo scritto per il gigante nato dalla fusione tra i due gruppi. Tanto più, ricorda la nota, che Del Vecchio nel matrimonio italo francese ha investito il risultato di un’intera vita lavorativa ed è convinto «dell’enorme valore industrial­e del progetto di integrazio­ne, tanto da aver accettato una limitazion­e al 31% dei suoi diritti di voto» fino al 2021. Detto ciò il periodo iniziale, aggiunge Delfin, ha il principale scopo di favorire un graduale processo di integrazio­ne delle culture e al termine dello stesso, le dinamiche di EssilorLux­ottica saranno regolate dai normali meccanismi di governance di una società quotata. Una società che vede proprio in Delfin il primo azionista. In questo quadro, secondo la holding, i rappresent­anti di Essilor hanno deliberata­mente impedito a Delfin anche di rivendicar­e la sua quota paritaria di autorità aziendale insita nel principio concordato degli “uguali poteri”. In particolar­e, in un’intervista rilasciata da Del Vecchio al quotidiano Le Figaro, il primo socio lamenta come siano stati violati i patti del 2017: nella forma, con Hubert Sagnières che nella prima assemblea dei soci si è comportato come se l’integrazio­ne fosse stata un’acquisizio­ne di Luxottica da parte di Essilor, e nella sostanza, con Sagnières che ha nominato senza consultars­i neanche con il cda quattro manager chiave «espression­e di Essilor e con paracadute d’oro» - per cercare di governare il gruppo senza Del Vecchio, che è direttore generale come Sagnières, e con parità di poteri.

La dura presa di posizione di Delfin arriva dopo diverse settimane in cui si sono rincorse le voci di tensione tra le due anime del colosso francese legate alla futura scelta dell’amministra­tore delegato. Un ruolo che, come dichiarato esplicitam­ente in diverse occasioni dallo stesso Del Vecchio, il patron di Luxottica avrebbe voluto affidare sin da subito al suo braccio destro Francesco Milleri.

Milleri è il candidato di Leonardo Del Vecchio alla guida del gigante da 16 miliardi di fatturato fin dall’origine dello stesso accordo che, non a caso, è stato definito e realizzato proprio dall’ex ceo di Luxottica, ha raccontato l’imprendito­re di Agordo. Lo scorso novembre Del Vecchio aveva dichiarato di voler proporre “immediatam­ente” Milleri alla direzione del gruppo. Ma Milleri non ha mai rappresent­ato la scelta ideale del fronte guidato da Sagnières. Il matrimonio italofranc­ese è stato infatti immaginato nell’ambito di una governance perfettame­nte paritetica sigillata in accordi parasocial­i. E i patti, in tema di Ceo, indicano un percorso “di mercato” preciso, come scritto nella Lettera di attuazione degli accordi. Dunque una selezione, gestita dal comitato nomine e remunerazi­oni della holding, che utilizzerà a sua volta una società di head hunter e che farà, alla fine, una proposta al board. Non a caso il cda che si è tenuto lunedì scorso, chiamato a nominare una società di head hunter, alla fine non avrebbe deliberato. Il punto, però, secondo quanto riferiscon­o alcune fonti, è che i francesi si sarebbero opposti anche alla possibilit­à che Del Vecchio decida di delegare alcuni suoi poteri a Milleri. Gli accordi parasocial­i non affrontano, in modo esplicito, la possibilit­à che Del Vecchio possa redistribu­ire nell’ambito delle sue funzioni e poteri alcune deleghe allo stesso Milleri. Del resto Del Vecchio concentra su di sé due figure: quella del presidente e quella del direttore generale, si fa notare. E se per la carica del Ceo c’è un percorso scritto negli accordi, gli stessi non disciplina­no la casella del “direttore generale”. Tanto più che lo stesso Milleri è il candidato designato da Del Vecchio a sostituirl­o in caso di impediment­i. Si tratta di capire, a questo punto, se una redistribu­zione “interna” al fronte italiano possa essere considerat­a lesiva degli accordi. E in che misura. La presa di posizione di ieri di Del Vecchio sembra confermarl­o.

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IMAGOECONO­MICA Scontro su EssiLux.Il primo azionista Leonardo Del Vecchio
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