A Torino apre Cim 4.0: 25 milioni per la rinascita della manifattura
È operativo il centro gestito da Polito e Università degli studi con 24 aziende Pmi e start up del territorio potranno sperimentare stampa 3D e tecnologie Iot
Una struttura snella e un focus sulle applicazioni industriali più avanzate. Diventa operativo il Competence industry manufacturing di Torino, Cim 4.0, iniziativa sostenuta da Politecnico e Università degli Studi, forte della presenza di 24 aziende, dall’automotive all’aerospazio passando per Ict e elettronica. L’amministratore delegato fresco di nomina è Enrico Pisino, proviene da Fiat Chrysler, dove è stato direttore di Ricerca & Innovazione nella regione Emea e presidente del Cluster tecnologico nazionale dei trasporti. «Inizieremo dall’allestimento del laboratorio del Competence center e dall’implementazione delle linee pilota che consentiranno materialmente di sperimentare tecnologie avanzate a partire dall’additive manufacturing, oltre che l’Iot, la digitalizzazione e il World Class Manufacturing» spiega Pisino. Linee produttive sperimentali e rigorosamente trasversali, destinate ad applicazioni in ambiti produttivi diversi. Il progetto si è aggiudicato il miglior piazzamento nella classifica nazionale varata dal ministero dello Sviluppo economico.
«I tempi sono stretti» ripete Pisino. La formula su cui il Piemonte scommette è quella dell’accelerazione del trasferimento tecnologico, con un occhio alle grande aziende del territorio, e uno a pmi e start up, che dal Cim 4.0 potranno attingere tecnologie per accelerare percorsi di innovazione e sperimentazione da applicare ai propri processi produttivi. La logica è quella dell’ecosistema, della collaborazione tra pubblico, privato e università, e della «innovazione collaborativa» come la definisce Pisino.
Per ora la sede sarà il Lingotto, dove il Politecnico ha una serie di dipartimenti: un intero piano sarà dedicato al Competence. In futuro però il Cim 4.0 potrebbe diventare uno dei focus della nuova cittadella dell’innovazione che si sta progettando nell’ex area Mirafiori gestita da TNE (Torino Nuova Economia), destinata ad ospitare il più ampio progetto del Manufacturing and technology competence center (Mtcc) a cui stanno lavorando associazioni produttive e sistema delle Fondazioni. Una governance snella, dunque, un core team rappresentato dalle aziende coinvolte, un cda da perfezionare, con un membro per ogni filiera produttiva, un comitato scientifico e un comitato industriale da definire, accanto «ad un comitato strategico» aggiunge Pisino. Formalmente il 27 dicembre scorso il Competence è nato come Consorzio, destinato però a trasformarzi in una società consortile. Un progetto che secondo le stime del presidente Paolo Fino cuba circa 25 milioni nel triennio: dal Mise arriveranno una decina di milioni di finanziamento, le aziende socie garantiranno risorse per 3,6 milioni (50mila euro all’anno), mentre la dotazione in competenze e tecnologie è stimata sugli 11-12 milioni. Un business model che punta a fare tesoro dei fondi europei Horizon e della possibilità di sostenersi attraverso l’interesse di mercato da parte delle pmi o attraverso processi di spin off focalizzati su nuove applicazioni. La sfida da cogliere, conclude il presidente dell’Ui di Torino, Dario Gallina, «è quella di accelerare il trasferimento tecnologico e lo sviluppo di competenze». Ruolo chiave avrà la collaborazione con i Digital hub, per attirare imprese interessate a scommettere sull’innovazione. Una strada obbligata in una regione come il Piemonte che sta rallentando dal punto di vista industriale, con l’ultimo trimestre del 2018 in terreno negativo (-0,4%), per effetto della frenata del settore Trasporti (-3,5%).