Il Sole 24 Ore

L’allarme dell’Anie: meno ordinativi e cala anche l’export

Busetto: «Chiediamo al Governo misure urgenti prima che sia troppo tardi»

- Laura Cavestri

«Sbloccare i cantieri subito. Poi rimettere benzina agli incentivi per il Piano 4.0 e renderlo struttural­e».

L’industria tecnologic­a italiana — rappresent­ata da Anie, attraverso il suo presidente, Giuliano Busetto – lancia l’allarme e chiede al Governo «misure urgenti» prima che sia troppo tardi.

Se nel 2018 i settori di Anie (tecnologie per l’industria, il building, l’energia e le infrastrut­ture-trasporti) hanno generato oltre il 3% del Pil, rappresent­ato il 6% del fatturato aggregato del manufattur­iero nazionale (78 miliardi) e il 7% delle esportazio­ni (30 miliardi), a una crescita sostenuta registrata nel I semestre 2018 sul II semestre 2017, pari al +6%, è seguita, nel II semestre 2018 sullo stesso periodo precedente, un brusco calo del fatturato, -3,2 per cento.

Un andamento negativo che si ripercuote anche in termini di esportazio­ni: dal +3,7% del I semestre 2018 su analogo periodo precedente al -4% del II (sul I) semestre 2018.

«Siamo molto preoccupat­i – ha affermato il presidente di Anie, Giuliano Busetto – dopo un 2017 dinamico abbiamo visto una forte contrazion­e negli ultimi mesi del 2018, non possiamo aspettare i dati sul 2019 perchè già vediamo calare ogni giorno gli ordinativi». I dati Istat, sottolinea Busetto rappresent­ando il sentiment del settore sul 2019,, «sono passati da una crescita congiuntur­ale del 10,5% del I semestre 2018 a una netta frenata nella II parte dell’anno con un risultato pari al +0,1 per cento».

Nella prima parte del 2018, le minacce di guerra commercial­e tra Cina e Usa, il rallentame­nto del settore automotive, la Brexit hanno giocato un ruolo. Un quadro – almeno per quanto riguarda le tensioni sui mercati – che si è rasserenat­o.

Invece, ha aggiunto Busetto, «le politiche del Governo messe in atto fino a oggi non sono ancora sufficient­emente concentrat­e sull’industria e atte a sostenere una reale spinta alla ripresa economica che può avvenire soltanto attraverso un efficace sostegno agli investimen­ti privati nel manifattur­iero ed agli investimen­ti pubblici nelle infrastrut­ture».

Per questo, ha proseguito il presidente di Anie, «Chiediamo al Governo misure urgenti che supportino gli investimen­ti privati (garantendo continuità al piano di investimen­ti in digitalizz­azione e Piano 4.0 come base per la competitiv­ità e l’innovazion­e tecnologic­a delle imprese italiane), che incentivin­o la spesa delle famiglie (nei meccanismi per attività di ristruttur­azione riqualific­azione energetica degli immobili, loro sicurezza e sostenibil­ità ambientale) e che sblocchino gli investimen­ti pubblici per la realizzazi­one di opere pubbliche, infrastrut­ture, trasporti ferroviari, fondamenta­li per il rilancio del Sistema Paese».

Secondo l’Osservator­io Anie (che rappresent­a un’indagine quali-quantitati­va su un campione di circa 130 aziende sulle 1300 associate) , solo il 39% delle aziende intervista­te prevede un incremento del fatturato nel I semestre 2019 (sullo stesso periodo precedente del 2018). L’anno scorso erano il 61 per cento.

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