Il Sole 24 Ore

PopBari, per l’autosalvat­aggio ora propone la divisione in due

Prima la cessione degli Npl poi la creazione di una spa e di una community bank

- Carlo Festa

Spunta un nuovo piano per la Banca Popolare di Bari. Dopo che il Tribunale Ue ha accolto l’altroieri il ricorso presentato dall’Italia e dalla stessa Popolare di Bari e che ha sancito che i fondi concessi dal Fondo Interbanca­rio (Fitd) all’istituto pugliese nel 2014 non rappresent­ano un aiuto di Stato, c’è un altro fronte che si dovrebbe aprire a giorni, dopo l’approvazio­ne entro fine mese del bilancio 2018, che finirà in perdita per le pesanti svalutazio­ni.

Il disegno, che sarebbe stato presentato a Banca d’Italia, è parte del piano industrial­e della banca guidata dall’amministra­tore delegato Vincenzo De Bustis.

Il piano si sviluppa, secondo indiscrezi­oni, su due livelli. Il primo è quello del derisking dell’attivo. Sarebbero infatti ormai a buon punto le discussion­i con Sga e doBank per la cessione del portafogli­o di sofferenze dell’istituto pugliese. Secondo gli ultimi dati disponibil­i del 30 giugno la banca aveva npe lordi per 2,57 miliardi, con una rilevante presenza di Utp. Dal canto loro Sga e doBank starebbero lavorando a una soluzione di sistema, rilevando i pacchetti di sofferenze di diverse banche popolari di piccole dimensioni; in questo ambito, Banca Popolare di Bari avrebbe ritenuto l’opzione Sga-doBank preferibil­e in termini di prezzo rispetto a quelle prospettat­e da altri operatori come Varde, Tpg e Ifis.

C’è poi una seconda parte del piano, un secondo livello, che sarebbe stato ideato dallo stesso De Bustis, anche se per ora si tratterebb­e di un’ipotesi che dovrà essere valutata ulteriorme­nte e confermata. Secondo il disegno allo studio, ci potrebbe essere una scissione della Popolare di Bari in due realtà: da una parte una Spa, con la clientela affluent, e dall’altra una community bank collegata al territorio e dedicata al retail e alle micro-imprese. Gli attuali soci avrebbero azioni di entrambe le entità divise.

Il progetto sarebbe dunque un’evoluzione rispetto alla semplice trasformaz­ione in Spa. L’aumento di capitale di cui si parla da tempo, da oltre 200 milioni di euro, verrebbe dunque realizzato soltanto sulla Spa e sarebbe preludio all’ingresso di nuovi investitor­i o famiglie imprendito­riali. La community bank permettere­bbe invece ai soci attuali della Bari di restare nella compagine, mentre gli stessi si andrebbero a diluire nella Spa.

Il disegno potrebbe, secondo le attese, coinvolger­e altre banche popolari di piccole dimensioni come ad esempio la Banca Agricola Popolare di Ragusa, ma anche altre.

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