PETROLIO WTI A 60 DOLLARI CORRE L’EXPORT USA
Il petrolio Wti ha riguadagnato – sia pure brevemente – quota 60 dollari al barile, spinto in rialzo da un inatteso calo delle scorte Usa legato a in gran parte al boom delle esportazioni di greggio americano. Le quotazioni hanno invertito la rotta dopo le statistiche Eia, che hanno evidenziato un export di 3,4 milioni di barili al giorno la settimana scorsa, vicino ai massimi storici. Le scorte di greggio, che gli analisti prevedevano in aumento, sono diminuite di 9,6 mb. C’è stato inoltre un calo di oltre 4 mb sia per gli stock di benzine che per quelli di distillati. Oltre all’export hanno contribuito la buona domanda delle raffinerie e un netto rallentamento delle importazioni di greggio, che sembra legato ai tagli Opec e alle sanzioni contro il Venezuela: gli Usa non hanno importato nemmeno un carico da Caracas, un evento che non si verificava almeno dal 2010. A frenare il rally del petrolio c’è comunque il timore di un fallimento delle trattative commerciali Usa-Cina: Donald Trump ha affermato di essere pronto a mantenere i dazi «per un lungo periodo di tempo». Il Wti ha comunque chiuso a 59,83 $/barile (+1,4%) e il Brent a 68,50 $ (+1,3%).
IL VALORE DEL WTI Le quotazioni del greggio Usa hanno «bucato» quota 60 dollari al barile