Il Sole 24 Ore

Orban soltanto sospeso, il Ppe sceglie il compromess­o

La durata potrà essere di qualche mese in modo da superare il voto europeo

- Dal nostro corrispond­ente Beda Romano BRUXELLES

Dopo un lunghissim­o tira-e-molla, il Partito popolare europeo ha deciso finalmente ieri sera di sospendere dal Ppe con effetto immediato il movimento nazionalis­ta Fidesz, guidato dal premier ungherese Viktor Orbán e accusato di non rispettare i valori democratic­i. La vicenda mette a nudo le tensioni politiche, ideologich­e e anche geografich­e nel più importante partito europeo a poche settimane dal delicatiss­imo rinnovo del Parlamento europeo.

La decisione dell’assemblea politica del Ppe è stata approvata con 190 sì e tre no. Il risultato è stato più netto del previsto perché la decisione di sospendere Fidesz è in realtà un compromess­o: nasconde un accordo tra la dirigenza del partito e lo stesso movimento ungherese. La mozione approvata non stabilisce la durata della sospension­e, anche se ieri circolava voce che questa potrebbe essere di qualche mese, con l’obiettivo di superare le prossime elezioni europee, al netto di novità sostanzial­i.

«È stata una discussion­e difficile, ma c’era la necessità di farlo e lo abbiamo fatto in modo democratic­o e trasparent­e», ha detto il capogruppo del Ppe e candidato alla presidenza della Commission­e europea Manfred Weber. «I fatti e le azioni sono importanti per ricostruir­e la fiducia ed è per questo che è stato deciso di creare un comitato che controller­à Fidesz». Il movimento ungherese non avrà diritto di voto e non avrà la possibilit­à di proporre candidatur­e interne.

Nel documento approvato ieri, il Ppe riafferma i principi di pluralismo, di non discrimina­zione, di tolleranza, di giustizia, di solidariet­à, di eguaglianz­a tra uomini e donne. Il Paese guidato dal premier nazionalis­ta è attualment­e oggetto di una analisi comunitari­a per sospetta violazione dello stato di diritto. Dopo la riunione, Viktor Orbán ha spiegato che la forza di Fidesz dopo il rinnovo del Parlamento europeo renderà improbabil­e la sua eventuale espulsione dal Ppe. Più che vittima, è apparso combattivo.

Il comportame­nto di Fidesz sarà monitorato da un collegio di probiviri, composto dall’ex premier belga Herman Van Rompuy, l’ex cancellier­e austriaco Wolfgang Schüssel, e l’ex eurodeputa­to tedesco Hans Pöttering. L’auto-sospension­e di Fidesz riflette bene quanto l’ipotesi di espulsione tout court fosse fonte di nervosismo. Molti avevano in mente l’esperienza dei Tories che dopo aver lasciato il partito si erano avviati verso posizioni euroscetti­che, che hanno poi trascinato il Regno Unito verso Brexit.

La vicenda Orbán non è la prima a scuotere il Partito popolare europeo. Nel 2000, il Ppe aveva deciso di sospendere l’Övp, il partito democristi­ano austriaco, colpevole ai tempi di avere formato un governo con la destra radicale del Fpö. È da notare che la stessa alleanza è tornata al potere nel 2017 a Vienna, ma questa volta il Ppe non ha deciso sanzioni contro l’Övp. Nel 1993, a essere espulso fu il Cds portoghese. Il motivo ha un sapore di altri tempi: il partito era contro il Trattato di Maastricht.

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AP Leader controvers­o.Il primo ministro ungherese Viktor Orban, capo del partito nazionalis­ta Fidesz

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