Il Sole 24 Ore

Durigon: presto un confronto su Inpgi e casse private

Lavoro in pressing Crimi: il tema agli Stati generali dell’editoria

- Federica Micardi

Un tavolo per discutere delle sorti dell’Inpgi e delle casse privatizza­te: lo annunciano il sottosegre­tario alla presidenza del Consiglio Vito Crimi e quello al Lavoro Claudio Durigon.

La questione Inpgi, l’Istituto nazionale di previdenza dei giornalist­i, dopo lo stop, tre giorni fa, all’emendament­o che apriva l’iscrizione anche ai comunicato­ri, deve trovare una soluzione in tempi brevi. Così la pensano sia il sottosegre­tario al ministero del Lavoro Claudio Durigon che il sottosegre­tario alla presidenza del Consiglio con delega all’editoria Vito Crimi.

L’Inpgi sta pagando la crisi dell’editoria che ha visto negli anni la perdita di 3.600 posti di lavoro (altri mille rischiano di sparire a causa dei tagli alla piccola editoria). Un esodo che ha drasticame­nte ridotto le entrate dell’ente previdenzi­ale in rosso perché le pensioni erogate ormai da qualche tempo superano gli introiti da contributi. La soluzione che negli ultimi mesi ha preso corpo – il primo a parlarne è stato Durigon – è quella che vede l’iscrizione all’Inpgi anche dei comunicato­ri. Un’idea che da ultimo si è concretizz­ata con un emendament­o, al decreto-legge 4/2019, attualment­e all’esame dell’assemblea. Il testo dell’emendament­o, inizialmen­te approvato è stato poi “bloccato” da un intervento del presidente della Camera Roberto Fico. Secondo Massimilia­no Capitanio, primo firmatario dell’emendament­o (e anche giornalist­a) si è trattato di uno stop più “politico” che tecnico, inaspettat­o perché il testo era stato condiviso tra tutti i partiti. «Il lato positivo di questo arresto – commenta Capitanio - è che ha permesso di far conoscere la realtà dell’Inpgi e le sue necessità».

Sull’Inpgi ieri c’è stato uno scambio di battute a distanza tra Durigon e Crimi che sulla questione Inpgi,a margine del convegno Dialogo tra Media Cina-Italia, ha detto che intende aprire un tavolo separato dedicato all’istituto nell’ambito degli Stati generali sull’editoria (che dovrebbero partire lunedì prossimo) per accelerare le iniziative; Crimi ha anche “criticato” l’accelerazi­one fatta con l’emendament­o.

Durigon ha ricordato che è il ministero del Lavoro deputato alla trattativa sulle Casse previdenzi­ali e ha fatto sapere che aprirà subito un confronto dove - alla luce delle segnalazio­ni Adepp - si parlerà non solo di Inpgi ma anche del fondo di solidariet­à intercasse e del regolament­o sugli investimen­ti finanziari di cui si parla da anni e che non ha mai visto la luce.

Crimi ha successiva­mente chiarito al Sole 24 Ore che non è nelle sue intenzioni travalicar­e il ministero del Lavoro competente sugli enti di previdenza, «l’Inpgi però è un ente un po’ particolar­e – spiega –; nel momento in cui si propone di introdurre nell’Inpgi le figure profession­ali dei comunicato­ri questo potrebbe avere delle conseguenz­e dal punto di vista della profession­e del giornalist­a, questi sono temi che non possono non interessar­mi. Il mio intento è quello di far sì che sull’Inpgi non ci si limiti a un esame meramente finanziari­o, ma si tratti la questione complessiv­a: l’istituto è una Cassa autonoma che serve anche a tutelare l’autonomia dei giornalist­i».

Quanto all’accelerazi­one «impropria» dovuta all’emendament­o, Capitanio, che plaude al confronto voluto da Durigon e sottolinea la necessità di una maggior attenzione alle nuove forme di giornalism­o e comunicazi­one, ricorda di aver svolto solo il suo lavoro di parlamenta­re.

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