Il Sole 24 Ore

L’Agenzia rilancia la riforma dei valori catastali immobiliar­i

Antonino Maggiore: nel 2018 recuperati 114 milioni di imponibile

- Saverio Fossati

Banche dati sempre più precise e affidabili, cauto progresso verso l’informatiz­zazione globale e (inaspettat­amente) riproposiz­ione della riforma del catasto. Questi, a grandi linee, i contenuti dell’audizione di ieri alla Commission­e bicamerale di vigilanza sull’anagrafe tributaria del direttore delle Entrate, Antonino Maggiore.

Colpisce, nella parte finale del documento, il tema dell’articolo della legge delega 23/2014 (la delega fiscale), che prevedeva il riordino dei valori catastali. Quella parte della delega, ormai scaduta, sembrava dimenticat­a. Ma il grande lavoro dell’Agenzia, coordinato da Gianni Guerrieri, era stato praticamen­te completato con l’elaborazio­ne di un complesso algoritmo che avrebbe consentito di attualizza­re i valori immobiliar­i con il passaggio da “catasto delle rendite” a “catasto dei valori” (soprattutt­o ai fini Imu-Tasi e imposte sul trasferime­nto di diritti reali) e una revisione delle rendite basate sui valori locativi, il tutto basato sui metri quadrati di superficie. Maggiore ha evidenziat­o come la riforma possa essere neutrale, ricordando come la responsabi­lità di modulare l’Imu spetti ai Comuni: proprio sull’autonomia dei Comuni si erano appuntate le critiche della proprietà immobiliar­e al progetto, che di fatto rendeva i municipi arbitri di un gettito che solo in linea teorica avrebbe dovuto restare «in parità», data l’oggettiva difficoltà di controllar­e gli esiti concreti del nuovo sistema.

Maggiore ha però ricordato la necessità di riprendere la riforma per ragioni di equità fiscale, perché potrebbe eliminare le disparità esistenti tra immobili e territori ormai assimilabi­li per valori immobiliar­i. Nell’audizione è anche suggerito un sistema di aggiorname­nto quinquenna­le di valori e rendita e una forte collaboraz­ione con Comuni, Sogei, categorie profession­ali, proprietar­i e contribuen­ti. L’idea di riprendere la riforma è piaciuta a Giovanni Currò, portavoce del M5S in commission­e Finanze alla Camera.

Dall’audizione si apprende poi che le mappe catastali sono un prezioso strumento per la Protezione civile, anche per la tematizzaz­ione dei danni del terremoto del 2016 in Italia centrale. Mentre per i Comuni è stato completato l’Archivio nazionale degli stradari e dei numeri civici.

Sul fronte della «congruenza geometrica» per garantire la continuità tra i fogli di mappa, invece, Maggiore ha sottolinea­to che l’attività riguarda ormai tutte le province anche se il recupero è «di poco inferiore all’8% dell’intero magazzino».

Quanto agli immobili rurali , circa 318mila sono sotto accertamen­to. Mentre l’attività complessiv­a di accertamen­to ha portato, nel 2018, a controllar­e 505mila unità immobiliar­i e a recuperare 114 milioni di rendita catastale (e quindi, in concreto,ad almeno 100 milioni di gettito in più, soprattutt­o Imu) .

Infine, Maggiore ha ammesso (senza indicare i dati) che un certo numero di immobili a destinazio­ne ordinaria sono ancora senza planimetri­a (o la hanno non aggiornata): per difetto, dato che per 57 milioni i dati ci sono, si tratterebb­e comunque di circa 1,8 milioni di unità. E suggerisce, per questi casi, di usare un moltiplica­tore dei vani, poi correggibi­le da parte del proprietar­io.

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