Il Sole 24 Ore

In classe A la casa costa il 30% di più

Il taglio delle bollette è certo e arriva al 75% ma varia a seconda dell’immobile e della zona climatica

- Lovera

Comprare una casa in Classe A porta sicurament­e benefici e un taglio della bolletta anche del 75%, ma non sempre è convenient­e perchè anche il prezzo dell’immobile cresce considerev­olmente.

«Prenota subito la tua casa in classe A». Un cartello ormai diffusissi­mo, anche perché i costruttor­i si sono adeguati ai prossimi obblighi di legge che imporranno di immettere sul mercato solo edifici a fabbisogno quasi zero (vedi scheda). Gli immobili ad alta efficienza energetica, insomma, sono sempre più protagonis­ti. E sui loro vantaggi non sembrano esserci dubbi.

Le quotazioni di mercato

Secondo un report di La Ducale, società di sviluppo del gruppo Tecnocasa, tra una casa nuova in classe A1 ed una usata in classe G, le spese di riscaldame­nto, raffrescam­ento e acqua calda sanitaria si riducono mediamente del 75%. «Il cliente, oggi esigente, richiede almeno una classe A2», precisa Daniele Veneri, responsabi­le Pianificaz­ione e Controllo commesse de La Ducale. Ovviamente, la qualità si paga. Secondo la Ducale una classe A2 costa in media il 10% in più rispetto a una B. In termini più generali, riferisce Scenari Immobiliar­i, l’esborso in più per una classe A rispetto a quelle inferiori varia tra il 30% in periferia e il 20% nelle zone centrali.

Eppure l’aspetto della prestazion­e energetica rischia di essere anche un rompicapo per chi compra e ci sono aspetti tecnici probabilme­nte difficili da digerire anche per gli addetti ai lavori. Da quando il decreto legge n. 63 del 2013 l’ha reso obbligator­io per gli annunci, l’Ape (Attestato di prestazion­e energetica) è diventato un elemento essenziale nella descrizion­e dell’immobile e uno strumento di marketing per le nuove costruzion­i. Ma che cosa esprime davvero la fatidica lettera? E quanto è indicativo, come criterio di paragone tra due case, per guidare l’acquirente nella scelta?

Come leggere l’Ape

«Il parametro in base al quale viene attribuita la classe si chiama “EPgl,nren”: indice di prestazion­e energetica globale non rinnovabil­e dell’edificio di riferiment­o, che esprime in kwh/mq quanta energia debba essere consumata in un anno affinché l’edificio raggiunga livelli di comfort adeguati», spiega Carlo Romeo, architetto del dipartimen­to Unità per l’efficienza energetica dell’Enea. «E già qui vanno fatte precisazio­ni importanti – prosegue –. In primo luogo, ogni classe rappresent­a un intervallo di valori, non un numero univoco, che varia a seconda della fascia climatica». Ma l’errore più comune è ritenere che quei kwh/mq riflettano il reale consumo dell’appartamen­to. «In realtà la classifica­zione indica quanto l’immobile sia più o meno efficiente rispetto a un cosiddetto edificio di riferiment­o simile, con caratteris­tiche medie sia per quanto riguarda l’involucro che per gli impianti», aggiunge Romeo dell’Enea. Come conseguenz­a, ha senso utilizzare la classe energetica per paragonare due case, solo in riferiment­o a pezzi omogenei: due villini o due trilocali, simili per metrature, tipo di impianti, zona geografica. Ma la stessa lettera può significar­e valori ben diversi, in termini di kwh/m2, se riferiti a una villa, per sua struttura dotata di una metratura ampia e soggetta a dispersion­e, o a un bilocale in condominio. Ma non basta, infatti «nel calcolo nell’Ape si prendono in consideraz­ione solo tre servizi: riscaldame­nto, raffreddam­ento e acqua calda sanitaria. Ma viene esclusa la componente elettrica, che proprio negli edifici più moderni può avere un impatto rilevante sui consumi, per la forte presenza di domotica. E inoltre, si stima un utilizzo h24 degli impianti, fissati su temperatur­e predetermi­nate come 20 gradi di inverno e 26 d’estate», spiega Giuliano Dall’Ò, presidente Green Building Council Italia.

I consumi effettivi

Il risultato? «Sul mercato è frequente un paradosso. Negli appartamen­ti più vecchi, magari in classeFoG,ilc on sumo effettivo della famiglia, a fine anno, spesso può risulta remino redi quello stimato con l’Ape, basta chiudere qualche valvole termostati­ca ed essere un po’ rigorosi con temperatur­e e timer del termostato e del freddo. Al contrario, nelle classi alte, qualche acquirente compra casa sicuro finalmente di avere bollette vicino allo zero e poi si trova comunque diverse centinaia di euro l’anno. Questo naturalmen­te non è una bocciatura dell’alta efficienza. Il salto di qualità è enorme rispetto alle tecniche costruttiv­e del passato. Però ci vorrebbe un’informazio­ne molto più approfondi­ta verso i clienti. Anche una classe A4 non equivale ad azzerare le spese di gestione e se lo stile di vita non è comunque improntato a un uso efficiente degli impianti, si rischia di rimanere delusi, anche in virtù del prezzo pagato».

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 ?? ADOBESTOCK ?? Convenienz­a a rischio. Non sempre un edificio di classe A (nella foto) garantisce risparmi certi: molto dipende da fattori come ampiezza o consumi elettrici.
ADOBESTOCK Convenienz­a a rischio. Non sempre un edificio di classe A (nella foto) garantisce risparmi certi: molto dipende da fattori come ampiezza o consumi elettrici.

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