Il Sole 24 Ore

Doppi criteri con dirigenti o senza

La pesatura dei settori determina la retribuzio­ne aggiuntiva al tabellare

- —G.Bert.

Regole per conferire e revocare gli incarichi di posizione organizzat­iva e criteri per graduare le aree. Sono questi i due aspetti per i quali l’Anci, nel nuovo Quaderno sul tema, propone soluzioni operative per un facile utilizzo da parte degli enti locali. D’altronde la scadenza è alle porte: entro il 20 maggio vanno adottati i nuovi sistemi, pena il divieto di confermare, prorogare o attribuire nuovi incarichi.

Il contratto nazionale 21 maggio 2018 ha riscritto le regole dell’istituto e quindi, come anche già contenuto in alcuni recenti pareri dell’Aran sono tre gli adempiment­i urgenti: revisione dell’assetto organizzat­ivo, approvazio­ne dei criteri di nomina e revoca e definizion­e dei parametri di graduazion­e dei settori. Il primo aspetto va da sé. Ciascun ente deve individuar­e dove sono collocate le posizioni organizzat­ive nella propria struttura, tenendo conto delle uniche due possibilit­à di incarichi: di direzione di aree o di alta profession­alità.

Dopo queste precisazio­ni, l’Anci si concentra sul secondo aspetto. Nella proposta del regolament­o contenuto nel Quaderno, si trovano quindi alcuni punti essenziali tra cui: la durata (che non può essere superiore ai tre anni), i requisiti che devono avere i soggetti che verranno nominati e le procedure di individuaz­ione dei dipendenti più idonei a ricoprire gli incarichi. A questo proposito, va ricordata la forte differenza tra enti con la dirigenza, nei quali sono appunto i dirigenti a nominare le posizioni organizzat­ive attraverso anche un avviso esplorativ­o, rispetto a quanto invece previsto dall’articolo 17, comma 1 del contratto nazionale del 21 maggio 2018, ovvero che negli enti privi di posizioni dirigenzia­li i responsabi­li delle strutture apicali sono posizioni organizzat­ive.

Terzo elemento chiave: i criteri per graduare le aree. L’azione serve per pesare i settori anche per corrispond­ere la retribuzio­ne di posizione che va dai 5mila ai 16mila euro per i dipendenti di categoria D e dai 3mila ai 9.500 per i dipendenti di categoria C. Su questo aspetto l’Associazio­ne dei Comuni fornisce esempi concreti sia di graduazion­e sia di raccordo tra quanto pesato e retribuzio­ni.

I criteri che vengono proposti sono la complessit­à relazione e la complessit­à operativa e organizzat­iva a cui si aggiunge la verifica delle attività soggette a rischio-contenzios­o e la responsabi­lità finanziari­a. Ulteriore differenza tra piccoli e grandi enti: laddove non c’è la dirigenza l’Anci propone come ulteriore elemento la strategici­tà, mentre negli enti con le posizioni dirigenzia­li il criterio aggiuntivo, obbligator­io per contratto nazionale, è quello della delega delle funzioni dirigenzia­li. Il Nucleo o l’Oiv, quindi, pesano le varie aree. A questo punto è necessario correlare i punteggi con le retribuzio­ni da corrispond­ere. Nel Quaderno operativo si trovano interessan­ti soluzioni che, partendo dal garantire il minimo previsto contrattua­lmente (5mila euro), con valori proporzion­ali di pesatura quantifica­no il valore finale della retribuzio­ne di posizione. La retribuzio­ne di risultato, invece, andrà contrattat­a all’interno del decentrato.

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