Il Sole 24 Ore

Non è indipenden­te il revisore che tiene anche la contabilit­à

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Con le modifiche introdotte dall’articolo 1, comma 70, lettera f, della legge 145/2018, di Bilancio 2019, può considerar­si “non indipenden­te” il commercial­ista certificat­ore che si limita alla sola tenuta delle scritture contabili?

A.P. - CERVINARA

Si ritiene che il lettore, quando parla di “commercial­ista certificat­ore”, intenda riferirsi al revisore contabile che in base al comma 11 dell’articolo citato deve osservare «i principi di indipenden­za elaborati ai sensi dell’articolo 10 del citato decreto legislativ­o n. 39 del 2010».

Ora, anche qualora egli si limiti alla sola tenuta delle scritture contabili, tale servizio gli verrà regolarmen­te retribuito e in tal modo egli avrà un interesse economico che potrebbe minare la sua indipenden­za. Infatti, in base al Codice deontologi­co dei revisori contabili di cui alla determina del ragioniere generale dello Stato protocollo 245504 del 20 novembre 2018, in particolar­e sezione 100 punto 100.12, i rischi che possono compromett­ere, o dare impression­e di compromett­ere, l’osservanza dei principi fondamenta­li, tra cui appunto l’obiettivit­à e quindi indipenden­za del revisore, vi è la categoria «a) interesse personale: il rischio che un interesse finanziari­o o di altra natura influenzi il giudizio profession­ale o il comportame­nto del soggetto abilitato alla revisione». La risposta al quesito si ritiene debba pertanto essere positiva.

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