Il Sole 24 Ore

Sanatoria delle cartelle anche con ritardi lievi

- Cristiano Dell’Oste Giovanni Parente

Per la pace fiscale si avvicina l’ora delle scelte. Tra un paio di settimane – il 30 aprile – scade il termine per aderire alla rottamazio­ne-ter e al saldo e stralcio (cioè la versione più convenient­e della rottamazio­ne, riservata ai soggetti con Isee ridotto). Entro il 31 maggio, invece, chi ha un contenzios­o in corso con il Fisco deve decidere se sfruttare la chance di chiudere la lite, con uno sconto che è tanto più alto quanti più round si è aggiudicat­o il contribuen­te.

Sono le sanatorie più di massa delle dieci introdotte tra decreto fiscale collegato e manovra di fine anno. Soprattutt­o sulle cartelle le adesioni alle due precedenti edizioni sono state elevatissi­me: per la prima edizione sono corsi addirittur­a 1,5 milioni di contribuen­ti a presentare la domanda mentre per la seconda sono stati poco più di 950mila. Un segnale che

la possibilit­à di chiudere i conti con il Fisco (e non solo) senza pagare sanzioni e interessi di mora è stato un invito per molti. E il trend è elevato anche per le ultime due: finora sono 605mila le istanze per la rottamazio­ne-ter e 105mila per il saldo e stralcio.

La riapertura per i «decaduti»

Certo, lungo la strada non tutti poi hanno mantenuto (o hanno potuto mantenere) l’impegno a saldare alle scadenze previste. E proprio le scadenze di pagamento (al massimo cinque) hanno rappresent­ato uno dei limiti principali, a detta di contribuen­ti e addetti ai lavori, per la piena sostenibil­ità del piano di estinzione del debito. In aggiunta all’impossibil­ità di prolungare ulteriorme­nte i termini di pagamento l’altro forte vincolo delle prime due edizioni è stato individuat­o nella mancanza di un margine di tolleranza per chi fosse arrivato con un leggero ritardo all’appuntamen­to con la scadenza.

Due limitazion­i che hanno poi obbligato a correzioni di rotta in corsa con provvedime­nti di legge per recuperare i cossiddett­i «decaduti», ossia chi non aveva pagato il dovuto entro i termini. Da ultimo, basti ricordare la finestra di rientro nella nuova edizione della sanatoria per chi non aveva versato entro il 7 dicembre 2018 le rate della rottamazio­ne-bis. Anche se non c’è stato un coordiname­nto per questi ultimi con la definizion­e liti pendenti, quindi se oltre alla cartella avevano anche un contenzios­o tributario aperto non potranno chiuderlo con lo sconto della pace fiscale.

Più tempo per le rateazioni

Le due limitazion­i relative a numero di rate e mancata tolleranza sui ritardi sono state superate con la pace fiscale. Per chi entra nella rottamazio­ne-ter ex novo c’è la possibilit­à di dilazionar­e i pagamenti fino a un massimo di 18 scadenze consecutiv­e su un arco temporale di cinque anni, con le prime due da “onorare” entro il 31 luglio e il 30 novembre 2019. Un po’ più ristretto - ma comunque notevolmen­te più ampio rispetto alle precedenti edizioni - il piano per chi arriva dalla rottamazio­ne-bis, che avrà a disposizio­ne dieci rate per completare tutti i pagamenti.

Salvi i mini-ritardi

L’altra novità è rappresent­ata dall’introduzio­ne del concetto di «lieve inadempime­nto», ossia saranno ammessi i ritardi fino a cinque giorni (a partire dalla prima scadenza del 31 luglio) rispetto al termine prefissato senza che questo comporti né la decadenza dalla definizion­e agevolata dei ruoli né l’applicazio­ne di interessi aggiuntivi.

A proposito di interessi, però, va ricordato che i contribuen­ti (quindi quasi la totalità) con piani di pagamento scaglionat­i su più appuntamen­ti dovranno versare nell’importo delle rate successive alla prima, a partire dal 1° agosto 2019, un tasso di interesse nella misura del 2% annuo.

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