Il Sole 24 Ore

Ultimatum del tribunale sui bilanci di Trevi

Un mese per approvare i rendiconto. Chiesti i conti aggiornati al 30 giugno

- Laura Galvagni

Il Tribunale di Forlì sfrutta l’occasione, emersa a valle della richiesta presentata da Trevi ai giudici di poter accedere a nuova finanza, per emettere un provvedime­nto che prescrive alla società di fornire dati aggiornati sulla situazione economico finanziari­a dell’azienda.

In particolar­e, secondo quanto si è appreso da fonti societarie, ieri il Tribunale ha chiesto a Trevi Fin, e a tutte le società della galassia, quindi Trevi spa e Soilmec, di depositare entro il prossimo 16 settembre un quadro chiaro dei conti al 30 giugno scorso. Allo stesso modo ha sollecitat­o che vengano approvati e forniti al più tardi per fine settembre (è prevista da calendario un’assemblea il 23 settembre), i bilanci di Trevi Fin che ancora non sono passati al vaglio dell’assemblea. L’ultimo resoconto disponibil­e a livello annuale è quello del 2016: mancano dunque all’appello il 2017 e il 2018. Non poco, considerat­o che si tratta di una società quotata obbligata a rispettare certe tempistich­e a livello di comunicazi­one dei dati. Tanto più che, nelle more del provvedime­nto, si legge pure che il Tribunale gradirebbe vedere i numeri al 30 giugno anche delle attività in fase di cessione, ossia l’oil&gas.

Tutto questo nasce come conseguenz­a della richiesta presentata dalla società di potere accedere a nuova finanza, alla quale il Tribunale ha peraltro risposto dicendo di dubitare dell’assoluta “urgenza” di nuovi mezzi. Piuttosto, pare di intendere, i giudici vogliono prima vedere nero su bianco cifre aggiornate in modo tale da poter concretame­nte contestual­izzare il via libera alla domanda avanzata dalla società che consta in 40 milioni di crediti di firma per Trevi Fin, 8,4 milioni di finanziame­nto per Trevi spa e circa 4 milioni per Soilmec. L’accesso a queste risorse, dunque, a seguito del provvedime­nto emesso dal Tribunale, difficilme­nte potrà avvenire in tempi rapidi. Con ogni probabilit­à il dossier tornerà d’attualità nelle prime settimane d’ottobre. Ora vanno innanzitut­to sanate le lacune documental­i.

Questo, di fatto, sembra essere il primo frutto della recente nomina da parte del Tribunale del professor Stefano Ambrosini quale ausiliario. Ambrosini, già commissari­o di Astaldi, è stato chiamato infatti dai giudici ad esprimersi con un parere sulla richiesta di risorse fresche. Il professore ha seguito diversi dossier importanti negli ultimi mesi: Tirrenia (per la procedura Ue sugli aiuti di Stato e il contenzios­o con il Gruppo Moby); Itavia (trattativa con la Presidenza del Consiglio per il risarcimen­to ai creditori sociali relativame­nte al disastro di Ustica); Rivieracqu­a (utility dell’idrico del Ponente ligure “collegata” a Iren). Fra i commissari­amenti più delicati degli ultimi anni, invece, figurano la Fondazione Maugeri, Grandi Molini Italiani, Gruppo Exergia (crack da quasi 4 miliardi di euro) e Borsalino. Ora entrerà anche sul caso Trevi considerat­o che, dopo questo primo parere dovrà esprimersi anche in merito ai contenuti del piano ex articolo 182 bis.

Il gruppo di ingegneria di Cesena, peraltro sulla carta tra i potenziali candidati a partecipar­e a Progetto Italia, specializz­ato in grandi opere del sottosuolo su cui pesano debiti per 700 milioni di euro, ha approvato infatti una manovra di rafforzame­nto patrimonia­le che prevede un aumento di capitale da 130 milioni di euro, la conversion­e di 63 milioni di euro di crediti da parte delle banche e nuove linee di credito per 41 milioni. Azionisti di riferiment­o sono la famiglia Trevisani, che detiene il 32,7% del capitale attraverso la holding Thse, Cdp equity con il 16,8% e Polaris con il 10%.

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Un cantiere del gruppo Trevi
Il riassetto delle costruzion­i. Un cantiere del gruppo Trevi

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