Turismo alternativo: andare per vulcani
Turismo alternativo. Dal Giappone al Cile passando per Indonesia e Hawaii viaggio tra i più stupefacenti giganti della Terra dai paesaggi alieni e infernali
«Che viaggio, che meraviglioso viaggio! Entrati in un vulcano eravamo usciti da un altro che si trovava a più di milleduecento leghe da quell’arida terra d’Islanda perduta ai confini del mondo. Dopo le innumerevoli sorprese di quel viaggio un’altra ancora più stupefacente ci era riservata: il cielo azzurro della Sicilia». Il vulcano islandese è lo Snaeffels, quello siciliano lo Stromboli e a raccontare l’avventura è uno dei protagonsti del libro di Jules Verne, “Viaggio al centro della Terra”.
Da sempre i vulcani attirano la curiosità dell’uomo. Spettacolari tanto quanto potenzialmente pericolosi, affascinano e allo stesso tempo intimoriscono. Nell’antichità si pensava che le eruzioni fossero una manifestazione dell’ira divina o che i crateri fossero le porte dell’oltretomba; nei tempi moderni questi giganti sono il monito costante che nulla è prevedibile su questa Terra, come certe tremende eruzioni che hanno distrutto intere città, basti pensare a Pompei ed Ercolano cancellate da un potente ruggito del Vesuvio nel 79 d.C.
Pericolose - e forse proprio per questo altamente attraenti - queste irrequiete e meravigliose montagne in moltissimi casi sono diventate destinazioni di gite non convenzionali con escursioni sulle loro pendici tra fiumi di lava bollente, fumi, lapilli alla scoperta di paesaggi lunari e strani fenomeni geologici e meteorologici come i fulmini. A partire dallo Stromboli citato da Verne, uno dei vulcani più attivi al mondo che offre ai turisti dell’isola, quando non li terrorizza - come con le eruzioni di quest’estate - uno spettacolo mozzafiato: ogni 10-20 minuti esplosioni lanciano pezzi di lava incandescente, lapilli e cenere fino a qualche centinaio di metri di altezza che poi scendono lungo la Sciara del Fuoco, uno dei versanti della montagna.
Dalle Eolie alla Sicilia, per restare a casa nostra, l’Etna a 3.350 metri sul livello del mare e un diametro di circa 45 chilometri, è il vulcano più grande in Europa. Diventato patrimonio dell’Umanità, ogni anno è visitato da 200mila turisti: ai crateri sommitali si arriva con guide specializzate e mezzi fuoristrada, il Parco dell’Etna è per tutti gli amanti della natura, e in inverno le pendici del vulcano si imbiancano di neve trasformandosi in piste attrezzate da sci, sci di fondo, scialpinismo e snowboard.
Se l’Etna è il più grande d’Europa, il Mauna Loa nelle Hawaii ha il primato mondiale con un volume stimato di 75mila chilometri cubici. O meglio, se l’è ripreso dopo che uno studio scientifico ha tolto il titolo al Massiccio Tamu sul fondale oceanico a est del Giappone che nel 2013 aveva spodestato il gigante hawaiano. Il suo nome in lingua indigena significa “montagna lunga” a descrizione della sua forma. Si tratta, infatti, di un vulcano a scudo con un’altezza stimata, dal fondo dell’oceano alla cima, di circa 17 chilometri. Ogni anno 2 milioni di persone visitano il Parco nazionale dei vulcani delle Hawaii. Le escursioni guidate sul Mauna Loa sono diverse così come diversi sono i gradi di difficoltà: 20 o 45 km a piedi per esplorare i fianchi del vulcano e arrivare, in 3 o 5 giorni di cammino, sulla cima. L’organizzazione massima in questo caso è d’obbligo: dai permessi da richiedere anticipatamente alla prenotazione di camere negli alloggi lungo il percorso fino all’abbigliamento (può nevicare e fare molto freddo) e alla preparazione fisica visto che i forti dislivelli e le altezze elevate possono mettere a dura prova il corpo. I meno temerari possono godersi i paesaggi lavici anche comodamente con escursioni in auto.
Dal centro dell’Oceano Pacifico all’Indonesia per arrivare su Marte. O meglio, sul Monte Bromo nell’isola di Giava: alto 2.392 m fa parte dell’area protetta del Tengger Parco Nazionale di Bromo Semeru che offre paesaggi tanto surreali da sembrare extraterrestri tra le dune di sabbia e ceneri vulcaniche del Sea Sand alle sue pendici, che cambiano colore a seconda dell’ora e della luce che le colpisce, con gli sbuffi di cenere e vapore resi rossastri dal sole che sorge. È visitabile a piedi (si organizzano scalate notturne per arrivare all’alba nei punti panoramici), in fuoristrada o a cavallo.
Da Marte all’inferno tra fumi di zolfo e lava blu elettrico: siamo poco più a est, sempre a Giava, con l’impressionante Kawah Ijen, di giorno un normale vulcano con uno splendido lago turchese (con acque mortali perché ricche di acido solforico), di notte un vero spettacolo naturale da godere con molta prudenza: il colore blu è dovuto, infatti, alle esalazioni di zolfo a oltre 500° C che il vulcano emette assieme alla lava e che rendono l’aria irrespirabile e tossica (per avvicinarsi infatti bisogna indossare maschere antigas). A contatto con l’aria, lo zolfo sviluppa un gas tossico e fiamme blu alte fino a 4 metri, mentre una parte si condensa e solidifica in lastre di cristalli di zolfo sulle pareti del cratere. E dà lavoro ai minatori della zona che, per una paga irrisoria, rischiano la vita per raccogliere quello che viene chiamato “l’oro del diavolo” immersi nei fumi tossici e senza equipaggiamento.
Inavvicinabile, invece, è l’irrequieto Sakurajima, nella prefettura di Kagoshima in Giappone. Ma da lontano lo stupore è garantito: le colonne di cenere che erutta nei periodi di più intensa attività arrivano fino a 5 chilometri di altezza creando flussi di particelle cariche che danno origine alla formazione di lampi proprio sulla sua cima. Altrettanto pericolosa è l’enorme caldera di Yellowstone negli Stati Uniti. Un supervulcano che se oggi dovesse esplodere causerebbe gravi conseguenze in tutto il mondo influenzando il clima globale.
Spostandoci in centro America, lo stratovulcano Villarrica, in Cile, è uno dei più visitati al mondo e uno dei pochissimi a ospitare un lago di lava all’interno del suo cratere. Si può scalare in 5-6 ore - non è una passeggiata, ma un percorso abbastanza impegnativo visto il dislivello e la neve - da 1.200 a 2.800 metri. Una volta sulla cima le guide raccomandano la massima prudenza nel non sporgersi troppo a causa delle forti e improvvise raffiche di vento e di portare con sé una maschera protettiva contro i gas nocivi emanati dal vulcano. Se questo non bastasse c’è anche chi ha scelto più a drena lini ca men tedi sorvolarlo in elicottero facendob unge e jumping direttamente nel cratere, penzolando sulla distesa di lava.
Chiudiamo il nostro viaggio per vulcani da dove siamo partiti, l’Islanda. Nel 2010 la sua eruzione paralizzò il traffico aereo di mezza Europa: l’Eyjafjallajökull, ricoperto dall’omonimo ghiacciaio, si può ammirare proprio dall’alto, comodamente in volo in elicottero.