Il Sole 24 Ore

Multe e tasse: per le cartelle rate in sei anni

- —M.Mo. G.Tr.

ROMA

Nella riforma della riscossion­e locale arriva anche la rateazione fino a 6 anni dei debiti accumulati per Imu, Tasi, Tari, multe e tributi minori dei Comuni. Insieme alla carota delle rate c’è però anche il bastone dell’accertamen­to esecutivo (anticipato dal Sole 24 Ore di mercoledì): cioè la possibilit­à per i Comuni di accelerare i tempi di pignoramen­ti, fermi amministra­tivi e ipoteche. Per gli enti locali sarà inoltre più facile accedere all’anagrafe tributaria, alle banche dati catastali e ipotecarie e al Pra.

Ma la novità più ghiotta è l’estensione a tributi locali e multe di tutti i Comuni del calendario lungo di rateazioni (fino a 6 anni) che oggi riguarda solo le cartelle gestite dall’agenzia delle Entrate Riscossion­e. Il tempo utile per mettersi in regola dipenderà dall’entità del debito con il Comune: sotto i 100 euro la rateazione non sarà possibile, fino a 500 sarà articolata in 4 scadenze mensili e poi si sale fino alle 72 rate sopra i 20mila euro. Previsione, quest’ultima, da armonizzar­e però con il fatto che secondo la Cassazione i tributi locali si prescrivon­o in 5 anni.

Oggi, come capita spesso nel fisco locale, il quadro è frastaglia­to. I Comuni (una minoranza) che ancora si affidano all’agente nazionale della riscossion­e già seguono le regole nazionali; negli altri la rateazione non è prevista, oppure è disciplina­ta con regolament­o locale (come a Milano). La nuova norma si applicherà invece a tutti gli enti che potranno però disciplina­re diversamen­te ex post, con un regolament­o.

Il possibile allungamen­to dei tempi per saldare il debito fa il paio nella riforma con l’accelerazi­one del calendario che porta all’azione esecutiva. La riforma supera gli inciampi della vecchia ingiunzion­e di pagamento (disciplina­ta dal Regio decreto 639 del 1910) dando anche ai sindaci un atto (quasi) immediatam­ente esecutivo. Il principio è semplice: una volta individuat­o il debito, l’ente non dovrà più seguire una trafila infinita per farlo valere e per far scattare le azioni esecutive e cautelari. Le regole per tradurlo in pratica sono divise su tre livelli: nessuna esecutivit­à è prevista per i debiti fino a 10 euro (ci mancherebb­e), mentre fino a 10mila euro bisognerà inviare un sollecito prima di passare ai fatti. Su tre livelli anche i tempi dell’esecutivit­à: 60 giorni quando il concession­ario segue tutta la filiera, dall’accertamen­to alla riscossion­e coattiva (accade soprattutt­o per i tributi minori); 180 giorni quando l’accertamen­to è svolto dal Comune (in genere per Imu e Tari) e la riscossion­e dal concession­ario; ma meno di 60 giorni quando la riscossion­e è «in pericolo» per esempio perché il debitore è in fase di trasferime­nto o fallimento.

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