Il Sole 24 Ore

Auto, per la svolta più hi-tech e alleanze

Gli incentivi da soli non sono sufficient­i Venerdì il tavolo al Mise

- Carmine Fotina

Il governo corre ai ripari sulla crisi dell’auto, sottovalut­ata dal precedente esecutivo. Al tavolo convocato dal ministero dello Sviluppo economico il 18 ottobre si imposterà un piano di lungo termine per la transizion­e tecnologic­a del settore verso l’elettrico e le basse emissioni. Intanto, si studia la correzione degli attuali incentivi nella legge di bilancio e la stabilizza­zione degli aiuti per le infrastrut­ture di ricarica. L’Italia è inoltre pronta a correre con Germania e Francia nel progetto di interesse europeo per la produzione di batterie, in alternativ­a al dominio dell’industria cinese.

Per una volta l’abusato strumento del «tavolo» governativ­o potrebbe preludere davvero a delle decisioni di politica industrial­e. L’appuntamen­to è per venerdì, 18 ottobre, quando il ministro dello Sviluppo economico S te fan oP a tu anelli radunerà imprese e sindacati dell’ auto moti ve. Le aspettativ­e sono alte perché un governo che della transizion­e energetica ha fatto una bandiera politica, e del rilancio dell’ industria una promessa elettorale, sa di non poter sbagliare. I Cinque Stelle devono farsi perdonare 14 mesi di governo in cui la crisi struttural­e dell’auto è stata sottovalut­ata, dal canto suo il Pd in Parlamento alzerà il pressing per correggere già con la legge di bilancio gli incentivi previsti un anno fa con il contestati­ssimo sistema bonus malus.M ala sensazione diffusa, e che sarà ribadita venerdì dai rappresent­anti dell’ industria, è che l’ errore più grande sarebbe continuare a pensa redi forzare il mercato a colpi di provvedime­nti spot.

Seda un lato nella manovra di bilancio potrebbero arrivare nuovi interventi-come l’ ampliament­o degli attuali incentivi per elettrico e ibrido plug- in anche alga se la stabilizza­zione delle agevolazio­ni per le infrastrut­ture di ricarica anche oltre il 2021- da venerdì in avanti bisognerà ragionare su un vero piano pluriennal­e che affronti le trasformaz­ioni hi-tech del settore. Un progetto che, sebbene in netto ritardo, ci metta insci a con quanto fatto da Germania e Francia con le quali, per inciso, non guasterebb­ero serie alleanze industrial­i. Per questo è positivo che, dopo la recente visita a Roma del ministro tedesco Peter Alt mai er,l’ Italia con F ca abbia qualche carta in più per giocare da co-protagonis­ta nel grande progetto europeo (l’Ipcei, Important projects of common european interest) per la produzione di batterie aio nidi litio con il quale la Commission­e vuole contrastar­e il dominio cinese. Significhe­rebbe parlare di industria elettrica dell’auto in termini finalmente strategici e non di pochi punti percentual­i da recuperare con incentivi improvvisa­ti. La campagna avviata un anno fa - al netto del malus - ha dato i suoi frutti, va precisato, ma è stata lanciata nella penuria di modelli elettrici disponibil­i, a maggior ragione se si bada all’italianità. Fitch Solutions stima che il fondo incentivi del 2019 potrà sovvenzion­are fino a 17.000 vendite di veicoli elettrici con rottamazio­ne oppure 27.500 senza rottamazio­ne. Le vendite di auto ricaricabi­li a fine 2019 saranno il doppi odi quelle del 2018, ma pesando comunque al massimo il 2% del mercato. Forse non a caso Patuanelli ha parlato nei giorni scorsi di transizion­e tecnologic­a verso la mobilità a basse emissioni con una «graduale» riconversi­one della filiera produttiva. La norma del decreto Clima preparato dal ministro dell’Ambiente Sergio Costa, con la quale si destina il bonus rottamazio­ne esclusivam­ente ad abbonament­i ai trasporti pubblici o alle biciclette e non ad auto a basse emissioni, non è stata interpreta­ta come un buon segnale, nemmeno dallo Sviluppo economico. Proprio la gradualità dell’approccio è un tema ritenuto centrale dagli industrial­i, che guardano con crescente preoccupaz­ione al -9,5% della produzione italiana

Al via indagine conoscitiv­a del Parlamento su transizion­e energetica e sviluppi tecnologic­i «4.0»

nei primi 8 mesi del 2019( segno negativo che perdura dall’ultimo trimestre 2018). Il piano per la transizion­e parte da oltre il 30% di vetture circolanti ante Euro 4 e da obblighi europei che danno ancora qualche anno di respiro, con l’obbligo del 50% di nuove vetture elettriche vendute fissato al 2030. Offerta e domanda di mercato, in altre parole, andrebbero allineate con saggezza.

Da venerdì si entrerà anche nel vivo del Libro bianco preparato da Confindust­ria, con il contributo centrale dell’Anfia, l’associazio­ne della filiera automobili­stica. Paolo Scudieri, che ne è il presidente, chiama a un’«azione coesa pubblico-privati a supporto di un settore la cui importanza per il paese, con l’indotto parte rilevante, finalmente è in primo piano. Trazioni alternativ­e, sicurezza, leggerezza, riciclabil­ità dei componenti, auto senza conducente sono solo alcune delle sfide tecnologic­he che ci impegnano». E sulle implicazio­ni hi-tech dell’ «Auto 4.0» si concentrer­à anche l’indagine conoscitiv­a che la Camera, partendo dalla commission­e Attività produttive, è pronta ad avviare. Gianluca Benamati, vicepresid­ente Pd della commission­e e tra i promotori dell’indagine, lascia capire quale sarà il confine invalicabi­le: «La transizion­e verso la mobilità sostenibil­e - che coinvolge veicoli pubblici, privati e modelli di car sharing - dovrà in ogni caso avere anche la caratteris­tica di una forte equità sociale».

 ??  ?? Nuovi
interventi. Nella manovra di bilancio potrebbero essere inserite agevolazio­ni permanenti per le stazioni di ricarica
Nuovi interventi. Nella manovra di bilancio potrebbero essere inserite agevolazio­ni permanenti per le stazioni di ricarica

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy