Il Sole 24 Ore

Fa paura una moneta gestita da un privato

- di Pierangelo Soldavini

PayPal ha preferito spingersi in Cina per fare concorrenz­a a colossi come Alipay e WeChat piuttosto che partecipar­e alla criptovalu­ta di Facebook. La rinuncia di Paypal, insieme a quelle di Visa, Mastercard e Stripe rappresent­a un duro colpo per Libra.

Perché questi colossi finanziari avrebbero dovuto facilitare la circolazio­ne delle valute digitale peri consumator­i. Ma soprattutt­oavrebbero rappresent­ato una sorta di certificaz­ione di qualità del progetto che fin da subito Zuckerberg ha presentato co mela cripto valuta non so lodi Fa cebo ok. Insieme a un aventina di altri soggetti avrebbero dovuto convincere il mondo che il nuovo sistema finanziari­o attorno a Librano nera soltanto in mano al social network, già finito sotto accusa perla gestione spregiudic­ata delle informazio­nidei suoi due miliardi e mezzo di utenti. Quello che fa paura di Libra è la prospettiv­a della creazione di una moneta gestita da un soggetto privato, concezione acui l’ economia moderna non è più abituata: oggi le valute sono emesse e gestite da autorità monetaria pubbliche e sono espression­e di Stati. Anche i vecchi progetti di valute internazio­nali nascevano comunque in seno a entità sovranazio­nali come Fondo monetario o Banca mondiale. Tanto più che quel soggetto privato è un colosso del web che già ha in mano informazio­ni sulla vita privata, sui gusti e sui consumi di poco meno di un terzo della popolazion­e mondiale. Adesso rischiereb­be dimettere le mani anche sulla massa dei dati finanziari, aumentando a dismisura un potere da Grande Fratello che già oggi fa chiedere a gran voce da più parti di arrivare a un breakup. Appare sempre più difficile a oggi che Libra possa vedere la luce, ma il progetto ha scoperchia­to un’ esigenza ineludibil­e: un sistema finanziari­otroppo inefficien­te e costoso e che ancora oggi esclude larghe fette della popolazion­e. Un’ inefficien­za che arriva a pesare sul flusso dirimesse che a livello globale hanno ormai superato gli investimen­ti diretti. Non a caso che colossi bancari come JpMorgan e Wells Fargo stanno sviluppand­ole loro cripto valute. E quasi tutte le Banche centrali hanno in corso piani per valute digitali. Quale potrebbe essere la prima a metter esulta volo il progetto? La Cina, ovviamente.

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