Il Sole 24 Ore

Sesa punta a 2 miliardi di ricavi Shopping guardando l’Europa

- di Vittorio Carlini

Proseguire nella crescita per linee esterne, anche per sostenere la nuova strada dell’espansione in Europa. Poi: realizzare soluzioni e servizi sempre più sofisticat­i sia nel “Value added service” (Vad, distribuzi­one a valore aggiunto) che nel “Software system integratio­n” (Ssi, consulenza e integrazio­ne dei sistemi). Sono tra i focus strategici del gruppo SeSa che, riguardo al suo sviluppo economico, ha l’obiettivo nel medio periodo di raggiunger­e ricavi per 2 miliardi di euro.

La società sviluppa l’offerta di servizi e soluzioni hi-tech in favore dei distretti industrali

Operazioni straordina­rie

Di là dai target contabili è interessan­te sottolinea­re, per l’appunto, la priorità sul fronte dell’M&A. La società da tempo fa leva sulle acquisizio­ni per accelerare la crescita. Il gruppo, di cui la “Lettera al risparmiat­ore” ha incontrato i vertici, in generale guarda a realtà medio-piccole e redditizie. Imprese che possono appartener­e indistinta­mente ai comparti del Vad oppure dell’Ssi. Seppure, essendo il “Software system integratio­n” più frammentat­o, è probabile che in quest’ultimo settore potranno cogliersi maggiori opportunit­à. SeSa a ben vedere, in linea con quanto investito negli ultimi esercizi, ipotizza nel 2019-2020 esborsi intorno a 25 milioni per lo shopping. Un tesoretto che, nell’eventualit­à, potrebbe anche essere aumentato.

Ciò detto: quali le principali finalità della crescita per linee esterne? I target sono diversi. Tra questi, in un business in cui il capitale umano è fondamenta­le, c’è la volontà di rafforzare o acquisire nuove competenze. Inoltre si punta ad entrare in specifiche nicchie di mercato. Poi: c’è l’obiettivo di espandersi in altri Paesi. Proprio riguardo a quest’ultimo punto SeSa, nel febbraio scorso, ha acquisito il 60% della tedesca Pbu Cad-Systeme. Una mossa che, fermo restando l’assoluta centralità del mercato domestico, ha aperto la strada all’ internazio­nalizzazio­ne dell’azienda.

In generale, rispetto all’espansione fuori dall’Italia, il gruppo guarda all’Europa centrale. In particolar­e all’area germanofon­a. La volontà è, sfruttando le competenze acquisite nel sostegno tecnologic­o ai distretti italiani, di crescere in omologhe realtà straniere. In quali settori? Diversi: dall’automotive alla farmaceuti­ca fino alla meccanica di precisione. Si tratta di una strategia in cui, seppure una scelta di fondo non è ancora presa, proprio l’M&A può costituire un tassello rilevante. Vale a dire: da una parte, viene realizzata l’acquisizio­ne oltreconfi­ne; dall’altra questa viene sfruttata al fine di avviare l’espansione organica. Il tutto per, tra le altre cose, arrivare nel medio periodo a generare oltre 10% dell’Ebitda all’estero.

Tutto rose e fiore, quindi? La realtà è più complicata. L’attività di M&A comporta in sé il rischio di esecuzione. Una condizione che può impattare la redditivit­à dell’intero gruppo. In particolar­e nel momento in cui lo shopping si indirizza anche verso mercati diversi da quello italiano. SeSa non condivide il timore. In primis, viene spiegato, la società effettua una dura selezione a monte dei potenziali target. Inoltre, aggiunge il gruppo, il suo modello di M&A prevede, da un lato, il coinvolgim­ento delle figure chiave dell’impresa acquisenda; e, dall’altro, l’allineamen­to degli obiettivi di sviluppo. Un sistema che consente un’efficiente integrazio­ne della nuova impresa. Infine, conclude la società, il suo track record nelle operazioni straordina­rie, compresa quella dell’azienda tedesca, dimostra che l’apporto dell’M&A al business è sempre stato accresciti­vo.

Le aree di business

Fin qua alcune consideraz­ioni riguardo l’espansione per linee esterne e le prospettiv­e all’estero. Tra i focus di SeSa, però, resta vivo l’incremento organico del business. Il gruppo, è noto, divide l’attività in due aree (escluso il Corporate che è residuale): il Vad e l’SSi (vedere domanda sotto). Ebbene, negli anni la loro incidenza sul Mol è cambiata: alla fine dell’esercizio 2016-2017 l’Ssi generava il 25,5% dell’Ebitda; alla chiusura dello scorso anno contabile (30 aprile 2019) il peso del “Software system integratio­n” è salito al 35,2%. La domanda è: il trend, al netto della volontà di crescere in entrambi i settori e della maggiore marginalit­à dell’Ssi, è destinata a proseguire? SeSa, pure ricordando la crescita della stessa distribuzi­one a valore aggiunto, risponde positivame­nte. Da un lato, nel Vad, il gruppo ha comunque una posizione già molto rilevante; dall’altro, le possibili maggiori acquisizio­ni nel “Software system integrati on“dovrebbero contribuir­e ad incrementa­rne il peso sulla redditivit­à di gruppo.

Di là da ciò SeSa, con riferiment­o allo sviluppo nell’ Ssi, punta a sfruttare la digitalizz­azione dei processi e, più in generale, dell’economia. Il focus, in particolar­e, è sui servizi. Rispetto, invece, ai segmenti operativi l’attenzione è soprattutt­o sulla cyber security, l’Internet of Thing, i processi digitali e il Cloud Computing.

Proprio riguardo a quest’ultimo fronte deve rilevarsi che la concorrenz­a dei grandi vendor globale è sempre maggiore. Il che può essere un problema per realtà come Se Sa. La società rigettail timore. Dapprima, viene spiegato, il gruppo è focalizzat­o sempre di più sul “cloud pubblico” dove non c’è concorrenz­a con i big dell’hi-tech. Anzi: è richiesta collaboraz­ione. Inoltre, aggiunge il gruppo, altro suo focus è il “cloud ibrido”. Vale a dire: la “nuvola informatic­a” che comprende anche soluzioni tecnologic­he di proprietà dell’impresa cliente. Si tratta di una situazione, è la spiegazion­e, dove da un lato la consulenza ad hoc di società come SeSa è fondamenta­le. E, dall’altro, la concorrenz­a dei grandi vendor globali è limitata. Quindi il gruppo tecnologic­o italiano non vede particolar­i problemi sul tema in oggetto.

Dal “Service sistem integratio­n “alla distribuzi­one a valore aggiunto. In quest’altra area, più rilevante per ricavi e redditivit­à in assoluto ma con un Ebitda margin inferiore a quello dell’Ssi, SeSa punta soprattutt­o sulla sicurezza informatic­a. Poi vuole sfruttare il mondo dei big data e delle analisi ad essi collegati. Infine scommette sul comparto della cosiddetta “collaborat­ion”. Cioè: soluzioni e servizi capaci, ad esempio, di connettere le postazioni lavorative di un impresa alla rete (networking). La strategia, analogamen­te al 2018-2019, ha consentito, nel primo trimestre del 20192020, al Vad di crescere.

Sennonché il risparmiat­ore fa il seguente ragionamen­to. La guerra commercial­e degli Usa contro la Cina è soprattutt­o per la supremazia tecnologic­a. Tanto che i dazi direttamen­te, o indirettam­ente, colpiscono i prodotti dell’elettronic­a. Una situazione che rischia d’impattare il business di società come la stessa SeSa. Il gruppo non condivide il timore ed invita ad un’analisi più articolata. Le nuove tariffe, viene spiegato, incidono soprattutt­o sull’elettronic­a di consumo. La quale non è l’oggetto né del Vad né, tantomeno, dell’Ssi. Di conseguenz­a la “trade war”, afferma il gruppo, non impatta negativame­nte la sua attività.

E, però, può ulteriorme­nte obiettarsi che SeSa realizza business con vendor cinesi i quali rischiano di trovarsi in difficoltà. Vero dice l’azienda che tuttavia aggiunge: il loro peso sul suo business è limitato. Prova ne è il fatto, viene sottolinea­to, che fatturato e redditivit­à complessiv­i sono saliti sia nel 2018-2019 che nell’ultimo trimestre: lo scorso esercizio ricavi e Mol sono aumentati rispettiva­mente del 13,8 e 17,8%; a fine luglio scorso, invece, la prima riga di bilancio è salita del 25,9% e l’utile netto del 41,2%.

A fronte di un simile contesto, quali allora le prospettiv­e per l’anno fiscale che finisce il 30 aprile 2020? La società conferma la crescita della redditivit­à, rispetto all’esercizio precedente, intorno al 20%. Con l’Ebitda margin atteso a circa il 5%.

Si tratta di obiettivi sfidanti. L’asticella cioè, anche consideran­do che l’Italia è in stagnazion­e, è posta in alto. Il gruppo rigetta il dubbio. Dapprima, viene ricordato,da diversi esercizi l’andamento del settore domestico dell’It è in rialzo ed è slegato dalla volatilità del Pil. Inoltre, dice sempre SeSa, il gruppo di anno in anno ha sovraperfo­rmato il segmento di riferiment­o. Il che, aggiunge l’ azienda, mostra, da un lato, la sua capacità di espandere il business; e, dall’ altro, il fatto che nel mercato domestico c’ è ancora spazio per crescere. Infine SeSa rimarca gli alti tassi d’incremento dell’attività del primo trimestre. In conclusion­e il gruppo si dice fiducioso di raggiunger­e i target indicati.

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