Il Sole 24 Ore

Per il restyling delle finestre spunta l’opzione soft

- Davide Colombo Marco Rogari

Recuperare nel 2020 da “Quota 100” dai 4,5 ai 5 miliardi sommando la minore spesa su base annua da un restyling delle finestre, magari in versione soft, ai risparmi già attesi per il ridotto appeal dei nuovi pensioname­nti anticipati. Con l’obiettivo di dare maggiore solidità alle coperture della manovra ed evitare di lasciare del cassetto alcune delle ipotesi d’intervento proposte dalle forze di maggioranz­a o dai sindacati e già transitate sui tavoli tecnici dell’esecutivo. Come, ad esempio, l’ampliament­o della platea dei pensionati che incassano la 14esima mensilità o la rivalutazi­one parziale degli assegni. Una strategia, già prospettat­a per grandi linee a Cgil, Cisl e Uil negli ultimi incontri con il Governo, che viene valutata con attenzione al Mef, ma che continua a non convincere pienamente parte della maggioranz­a. Soprattutt­o Cinque stelle e Leu, ma anche le organizzaz­ioni sindacali, Cisl e Uil in testa, vorrebbero evitare d’intervenir­e sulle uscite anticipate con almeno 62 anni d’età e 38 anni di contributi. La conferma indiretta arriva dal ministero del Lavoro che ieri ha fatto trapelare che al momento non esiste alcuna ipotesi di revisione delle finestre. Con la stessa ministra Nunzia Catalfo che in serata ribadisce: «Non sono all’ordine del giorno modifiche a Quota 100».

La partita non sembra però del tutto chiusa. Anzitutto perché è stata proprio Catalfo a ventilare ai sindacati, nel round di venerdì, l’ipotesi di un allungamen­to dei termini per le decorrenza delle nuove pensioni anticipate. Ma anche perché la misura alla quale si sta pensando non rappresent­erebbe uno stop a “Quota 100” ma sempliceme­nte un restyling nel corso di una sperimenta­zione che, come ha più volte ribadito il ministro Roberto Gualtieri, andrà a esauriment­o nei tempi previsti dal decretone di gennaio: a fine 2021.

Tra le opzioni per trovare un compromess­o c’è quella che punta sulla “salvaguard­ia” dei lavoratori che maturando i requisiti quest’anno contano di uscire nel 2020 proprio grazie alle finestre attuali. Per chi ad esempio matura i 62 anni di età e 38 di contributi il 31 dicembre 2019 la finestra dovrebbe restare di tre mesi con l’uscita a fine marzo. Ma per coloro che saranno in possesso dei requisiti di “Quota 100” il primo gennaio 2020 la finestra dovrebbe allungarsi fino al primo luglio per i lavoratori privati e fino al primo ottobre per quelli pubblici. In questo caso però la “dote” per il prossimo anno si ridurrebbe. Il quadro dovrebbe diventare più chiaro dopo il vertice di maggioranz­a sulla manovra atteso oggi a Palazzo Chigi.

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