Unico credito d’imposta con quattro aliquote
Il ministero dello Sviluppo economico (Mise) è pronto al riassetto del piano Impresa 4.0. Ma, sostenuta soprattutto dal ministero dell’Economia, resta anche l’ipotesi di una proroga degli attuali incentivi senza stravolgimenti. La piattaforma Mise prevede un unico credito di imposta che copre, con differenti aliquote di incentivazione, differenti tipologie di investimenti. Le percentuali di beneficio sono ancora in esame. Beneficio più alto (tra il 25 e il 30%) per il “bonus” destinato a investimenti su sostenibilità ambientale ed economia circolare, poi a scalare per progetti su Fabbrica 4.0 (18-25%) , per l’acquisto di macchinari digitalizzati oggi coperti dall’ i per ammortamento (13-17%), per l’acquisto di beni strumentali tradizionali oggi agevolati con il super ammortamento (5-8%). Il credito di imposta sarebbe fruibile in due o tre anni. Le aliquote si riferiscono a un credito di imposta da fruire in compensazione tramite F24, cosa ben diversa dal risparmio Ires che si ottiene con i maxi-ammortamenti (per questo le aliquote sono notevolmente diverse). Il credito di imposta avrebbe, rispetto al“super” eall’ i per ammortamento, il vantaggio di agevolare anche aziende che a fine esercizio non hanno fatto utili. Ma si valuta anche la complessità di un sistema del tutto rivisitato che potrebbe generare incertezza tra le imprese in sede di investimento, almeno nei primi mesi. Solo ad aliquote definitive, comunque, si potrebbe comparare con esattezza la convenienza di questo sistema rispetto a quello in corso e in scadenza a fine anno.
L’alternativa sarebbe la proroga senza cambiamenti di super e iperammortamento, con l’aggiunta di un credito di imposta più ristretto, mirato cioè solo agli investimenti verdi.
Resteranno poi in campo, in modo autonomo, il credito di imposta per gli investimenti in ricerca e sviluppo e il credito di imposta per investimenti in formazione. Il primo dovrebbe essere ampliato in un credito di imposta “ricerca, sviluppo e innovazione” con tre assi: spese R&S (sulla base delle definizioni del “Manuale di Frascati”), spese per l’innovazione (sulla base del “Manuale di Oslo”), spese relative ai settori design, moda, gioielli. Per quanto riguarda il credito di imposta per la formazione, invece, si amplierà il perimetro delle spese ammissibili con l’inclusione di quelle effettuate per pagare i formatori/docenti. Oggi invece ed è uno dei limiti che ne ha frenato il ricorso da parte delle imprese - il “bonus formazione” si calcola esclusivamente in riferimento al costo orario del personale impiegato in attività di formazione.