Boccia: accelerare le infrastrutture per una crescita più sostenibile
Confindustria sottoscrive Manifesto per un’economia a misura d’uomo e anti crisi
Sulla manovra d’autunno «non ci sono grandi aspettative, per il nodo risorse». Occorre un «piano di medio termine, che abbia al centro il lavoro e un piano inclusione giovani», insieme ad un «politica anticiclica, rilanciando le infrastrutture in Italia e in Europa, con un piano transnazionale da finanziare con eurobond che acceleri una crescita sostenibile». Per Vincenzo Boccia è importante che non si complichi la vita delle imprese con burocrazia e tasse e che il governo cambi metodo: prima vanno fissati i fini che si vogliono realizzare, poi si individuano i provvedimenti, poi si interviene sui saldi di bilancio.
Un diverso «paradigma di pensiero» da seguire in Italia e in Europa: «bisogna definire grandi obiettivi, a partire dall’economia sostenibile e dall’incremento dell’occupazione che ne deriva». Il governo sta puntando sul green new deal: «l’Italia è prima nella Ue per l’economia sostenibile» ha sottolineato il presidente di Confindustria, parlando al convegno della Coldiretti, a Cernobbio, dove l’economia circolare è stato uno degli argomenti più dibattuti. La sfida del clima è l’occasione per dare una spinta alla crescita, come sottolinea il Manifesto sottoscritto ieri «Un’economia a misura d’uomo contro la crisi climatica», promosso dalla Fondazione Symbola di cui è presidente Ermete Realacci. Confindustria ha aderito perchè vuole essere attore del cambiamento, accettando la sfida green e Boccia è tra i primi cinque firmatari insieme a Ettore Prandini, presidente Coldiretti, Francesco Starace, ad di Enel, Enzo Fortunato, direttore della sala stampa del Sacro Convento di Assisi, Catia Bastioli, ad di Novamont. Una lista che arriva a 50 firme, tra personaggi dell’economia, della cultura, dell’arte, banche, sindacati e organizzazioni di impresa, destinata ad aumentare in vista dell’evento del prossimo 24 gennaio al Sacro Convento di Assisi. Punto di partenza, come è scritto nel testo e come ha sottolineato padre Fortunato, è l’enciclica del Papa “Laudato Sì”. Obiettivo, ha ricordato Realacci, è ridurre le emissioni di Co2 al 2050.
«È finita l’epoca dell’autosufficienza, vale per noi come per i governi, in Italia e in Europa. Nel ruolo di corpi intermedi possiamo individuare convergenze da sottoporre alla politica per fissare obiettivi, unendo crescita e interesse generale, per superare i divari tra persone, territori e imprese», ha detto Boccia, spiegando il perché di questa alleanza trasversale. L’Italia deve recuperare un ruolo centrale nel Mediterraneo, ha continuato Boccia. È questo il significato politico, ha continuato, dell'accordo firmato ieri tra Eni, Coldiretti e Bonifiche Ferraresi per realizzare in Africa progetti di sviluppo economico, cominciando dal Ghana, dove Eni ha già avviato da anni attività di utilizzo di acqua e di training per l’agricoltura innovativa, per proseguire in altre aree dell'Africa sub sahariana.
«Dobbiamo rifiutare l’idea di un’Italia periferia d’Europa, puntare alle infrastrutture e crescita sostenibile per ridurre i divari», ha ribadito Boccia, sottolineando che il Manifesto «è un’opportunità economica e una sfida culturale. Occorre trovare punti di convergenza su grandi valori». Persone al centro della società e imprese al centro dell’economia, con le infrastrutture che «sono il mezzo per realizzare una società inclusiva, che collega territori». Con i 70 miliardi di euro già disponibili, più una quota di 100 che sarebbe la dotazione italiana di un piano di infrastrutture Ue da 1000 miliardi, proposta lanciata da Boccia all’assemblea di Assolombarda, si creerebbe una forte reazione anticiclica.
Bene il taglio al cuneo fiscale, ha detto ieri Boccia che ha anche sollecitato una detassazione e decontribuzione degli aumenti di secondo livello per spingere lo scambio salario-produttività.
Il presidente degli industriali sulla manovra: «Bene il taglio del cuneo, poche aspettative per il nodo risorse»