Il Sole 24 Ore

Dazi, per Trump intesa ottima ma sull’hi-tech strada in salita

Nell’accordo parziale mancano i capitoli aiuti di Stato cinesi e Huawei sui quali i negoziati vanno avanti. Ancora incerto anche il destino delle tariffe minacciate all’Unione europea

- Riccardo Barlaam

I nodi da sciogliere.

Dal nostro corrispond­ente «È uno dei più importanti accordi per gli Stati Uniti. Ora dobbiamo firmare le carte. Ma abbiamo davvero raggiunto un grande risultato che porta enormi benefici ai nostri agricoltor­i, alla tecnologia, all’industria bancaria e ai servizi finanziari». Canta vittoria Donald Trump dopo la stretta di mano con il vice premier cinese Liu He alla Casa Bianca che ha sancito il mini-accordo sulla trade war, dopo quindici mesi di ostilità tra Stati Uniti e Cina. Il presidente ha definito l’accordo «la fase uno», lasciando intendere che i negoziati andranno avanti per cercare di risolvere i tanti punti rimasti fuori in una seconda fase negoziale.

Più moderata la reazione cinese. L’agenzia di stato Xinhua parla di «progressi razionali e pragmatici». La firma dell’accordo avverrà il 16-17 novembre in Cile quando Trump incontrerà il presidente cinese Xi Jinping, a margine dell’Apec, il vertice di cooperazio­ne economica dei 21 Paesi dell’Asia-Pacifico.

Il giorno dopo la mini-pace diversi economisti e commentato­ri evidenzian­o che i passi avanti sono modesti e invitano i due governi a osare di più per porre fine alle politiche di dazi e contro dazi che appesantis­cono le produzioni manifattur­iere dei due Paesi.

I dettagli dell’accordo non si conoscono. Per ora si sanno i titoli. Il primo punto è la fine dell’escalation dei dazi: gli Stati Uniti martedì non aumenteran­no i dazi al 30% su 250 miliardi di export cinese. Non dovrebbero farlo neanche il 15 dicembre che i cinesi acquistera­nno più aerei Boeing per 16-20 miliardi.

Nel mini accordo ci sarebbero anche prime aperture da parte cinese sulla tutela della proprietà intellettu­ale non ben precisate. Resta fuori dalla “fase uno” il capitolo Huawei. Nella mini-pace non è stato affrontato neanche il tema degli aiuti del governo cinese alle aziende di Stato per creare competitor globali nella robotica, nelle auto elettriche - i cinesi sono già i primi - e in altri settori ad alta tecnologia. Il Giornale del Popolo in un commento ha scritto che la Cina non rinuncerà mai ai suoi princìpi.

Resta aperto il capitolo europeo. Il 18 ottobre partiranno i 7,5 miliardi di dazi americani decisi dalla Wto nella vertenza Boeing-Airbus, che colpiranno una lista di prodotti europei lunga otto pagine che comprende aerei, vini francesi, formaggi italiani ma anche meccanica e meccatroni­ca.

Altre tariffe potrebbero essere decise da Trump il 13 novembre contro auto e componenti­stica Ue: un valore stimato di scambi di 100 miliardi di dollari. La nuova Commission­e di Ursula von der Leyen che si insedia il 1° novembre si troverà da subito la strada in salita per evitare l’escalation della trade war con gli Stati Uniti.

Sarà importante, in quest’ottica, anche vedere come andrà l’incontro che Sergio Mattarella avrà con Donald Trump mercoledì prossimo alla Casa Bianca, che cosa il presidente della Repubblica dirà al presidente americano in nome di quell’alleanza euroatlant­ica che dal dopoguerra ha fatto grande l’Europa e che oggi l’America di Trump rimette in discussion­e.

NEW YORK

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Pollice su.
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Cooperazio­ne.

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