Il Sole 24 Ore

Sfumature dal deserto: la Tunisia per cacciatori di silenzi e di lentezza

La Medina, la cittadina bianca e blu di Sidi Bou Said, le isole Kerkenna e la talassoter­apia: come in un set, tra cultura e buon cibo

- Valeria De Rosa

La luce. Chi attraversa i Paesi del Nordafrica non può che lasciarsi travolgere dalla luce. Ogni superficie toccata dal sole restituisc­e un colore intenso, caldo, toccante. In Tunisia questa luce esplode, in mille colori. Quelli delle spezie, della Medina di Tunisi, delle porte blu di Sidi Bou Said, del cielo del deserto, delle acque delle isole di Kerkenna. Un Paese ricco, ricchissim­o, dice con orgoglio Souheil Chaabani, direttore dell’Ente nazionale tunisino per il turismo, «dove la cultura si fonde con la gastronomi­a, l’archeologi­a con il turismo. E in tutto, una grande ricchezza umana». Una terra stretta tra due giganti, Algeria e Libia. Dove in un giorno solo si può passare dalle spiagge bianche al deserto del Sahara. Cosa cerca il viaggiator­e che arriva in Tunisia? Di qualsiasi cosa si tratti, la troverà. Il mare da maggio a ottobre inoltrato, il deserto da ottobre fino ad aprile e la talassoter­apia tutto l’anno. Qui la talassoter­apia è quasi sacra. La Tunisia ospita alcuni tra i migliori centri al mondo: qui esiste l’Ente nazionale per il Termalismo e l’Idroterapi­a, all’interno del ministero della Salute e ogni centro termale, pubblico o privato, risponde a regole ferree.

Atmosfere mozzafiato

L’influenza coloniale della Francia è ancora molto forte. E lo si sente camminando per le strade: il francese risuona nei negozi e nelle case. Ma la storia millenaria della Tunisia è una miscellane­a. I primi abitanti noti furono le tribù berbere che ancora la abitano. I fenici fondarono qui Cartagine. Un posto che attraversa il cuore e lascia a bocca aperta. E non tanto per quello che ancora c’è da vedere. È l’atmosfera a togliere il fiato. Le colonne ancora in piedi a pochi passi dal mare e negli occhi quello che doveva essere un tempo uno dei porti più imponenti del Mediterran­eo. A pochi chilometri da Monastir, si apre l’anfiteatro romano di El Jem. Quasi un miracolo, una conservazi­one al limite della perfezione. E ancora la città punica di Kerkouane, un altro patrimonio dell’umanità.

La Medina e il blu di Sidi Bou Said

Può succedere che nella Medina di Tunisi giri un po’ la testa per i vicoli stretti e affollati. Può capitare che manchi il respiro. Ma lo spettacolo di botteghe e prodotti e colori, è emozionant­e. E dunque il consiglio è quello di prendersi del tempo e lasciarsi condurre dai profumi e dalla curiosità. La Medina è anche il posto giusto dove mangiare davvero tunisino.

Non lontano dalla capitale e a pochi passi da Cartagine, le stradine acciottola­te di Sidi Bou Said vi porteranno alla scoperta di questa cittadina bianca e blu. Arroccata sulla collina, di fronte al mare aperto. Dove il viola delle bouganvill­e si arrampica sui muri delle case. E dove una storia tutta particolar­e la raccontano le porte. Perché alcune hanno una piccola sottoporta. Chiamata la Khoukha, fu inventata da una principess­a spagnola, sposa di Abd al Aziz Ibn Moussa che, indignata per l’atteggiame­nto dei suoi sudditi musulmani, che non si inchinavan­o davanti a nessuno tranne che davanti a Dio, si inventò questa porticina di dimensioni più piccole del normale, che costringev­a chiunque ad abbassarsi e inchinarsi. Come tutti i Paesi nordafrica­ni, anche la Tunisia ha attirato tanti artisti in cerca di ispirazion­e. Alla fine del diciannove­simo secolo, dopo Tunisi, è stata Sidi Bou Said a diventare la meta prediletta di personaggi come Henri Matisse, Paul Klee, Simone de Beauvoir e Oscar Wilde.

Il deserto lascia il segno

Il deserto merita parole tutte sue. E anche ricordi, da conservare in un posto speciale. Perché più che quello che resta negli occhi, che pure ha del meraviglio­so - la sabbia sottile, le sfumature del miele, le stelle a un passo, il cielo che sembra non finire mai, le cene berbere illuminate dalla luna – è quello che resta dentro a lasciare il segno. Lo spazio infinito e la morbidezza delle linee; e il desiderio, quasi la necessità, di tradurle in categorie dell’anima. Da portare con sé,

 ??  ?? Spazio infinito.
Spazio infinito.
 ??  ?? Le porte blu.
Le porte blu.

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