Va in mostra la storia degli artisti vetrai
Il vetro di Murano è stato presente alle Biennali di Venezia dal 1895 al 1972: «Le fornaci si sforzavano di portare ogni due anni una nuova produzione, che fosse all’altezza della giuria. Purtroppo poi la sperimentazione si è fermata», racconta Marino Barovier, curatore della mostra “Thomas Stearns alla Venini” organizzata da Le stanze del vetro nello spazio sull’isola di San Giorgio Maggiore, fino al 5 gennaio 2020.
Iniziato nel 2012 da Fondazione Giorgio Cini e Pentagram Stiftung – «nato anche dalla scoperta dell’archivio Venini che si pensava fosse stato distrutto da un incendio nel 1973», racconta Barovier che fa parte del comitato scientifico – il progetto Le stanze del vetro ha l’obiettivo di valorizzare l’arte vetraria e la sua storia. La primissima mostra, “Carlo Scarpa. Venini 19321947”, dedicata a una figura fondamentale – «dopo Vittorio Zecchin, l’innovatore assoluto del vetro muranese», sostiene Barovier – è finita al Met di New York, e anche quella in corso esplora la via dell’America: «Thomas Stearns arriva a Murano con una borsa di studio. I suoi pezzi per Venini vengono esposti alla Biennale del 1962: sono da medaglia d’oro, ma quando si scopre che l’autore non è italiano non viene premiato. Lui poi torna in America portandosi via i prototipi, che con il tempo cominciano a destare interesse», continua Barovier.
È il percorso inverso rispetto a quello di Lino Tagliapietra, che dalla laguna va negli Stati Uniti. Anche la sua produzione è in mostra ora a Murano fino al 31 dicembre: “Lino Tagliapietra, Glasswork” è il progetto inaugurale del nuovo spazio espositivo InGalleria a Punta Conterie, progetto di riqualificazione delle fabbriche di perle in vetro che comprende anche un negozio, un ristorante, un fioraio. L’esperienza di Tagliapietra, la sua visita alla Pilchuck Glass School di Stanwood, a Nord di Seattle, contribuisce a far crescere gli americani, «come Dale Chihuly: usano il vetro come a Murano, ma considerano il soffiatore un artista e non un operaio», spiega Barovier, che anticipa: «A loro dedicheremo la mostra “Venice and American Studio Glass”, nella primavera 2020». Poi in l’autunno si sarà un approfondimento sul lavoro di Tapio Wirkkala: «La Finlandia con la Svezia è uno dei centri dell’arte vetraria, insieme a Seattle, la Boemia e la Francia dei Daum e dei Gallé – conclude Barovier – Ma fino a cento anni fa c’era solo Venezia».