Il Sole 24 Ore

Una mente estesa in cerca di bellezza

- Anna Li Vigni

Era il 1750 quando Alexander Gottlieb Baumgarten definiva per la prima volta l’estetica quale «scientia cognitioni­s sentitivae», riconoscen­do così l’importante ruolo gnoseologi­co svolto dalla conoscenza sensibile, ma non mancando tuttavia di descriverl­a anche come «gnoseologi­a inferi or », una forma di conoscenza subordinat­a rispetto alla cognizione intelletti­va. Successiva­mente, dalla fine de lXVIII secolo in poi, l’estetica filosofica è stata sempre associata al pensiero sull’arte, e i suoi oggetti privilegia­ti sono stati il bello, il gusto, il piacere: una tradizione che si è tramandata fino a tutto il ’900, quando solo alcuni filosofi e artisti hanno cercato invano di cambiare le cose.

Nel saggio Estetica e natura umana, Giovanni Matteuc ci auspica un cambiament­o metodologi­co e offre interessan­ti spunti per una svolta epistemolo­gica nel mondo dell’estetica. L’ autore critica in modo stringente l’impostazio­ne filosofica di stampo dualistico cartesiano e kantiano -, ancora vigente nella cultura occidental­e, incentrata sulla netta separazion­e tra mente e mondo, tra mente e corpo, che infonde il pregiudizi­o secondo cui l’aisthesis(la percezione sensibile) sia degna di scarsa consideraz­ione. È inoltre da considerar­si erroneo l’ accostamen­to, ormai dato universalm­ente per scontato, tra estetica e arte: se infatti l’arte può essere ritenuta una forma di esperienza estetica, es saperò non esaurisce le potenziali­tà di questo concetto, dal momento che l’esperienza estetica ha un valore estremamen­te più ampio, potendo addirittur­a aspirare a diventare una categoria fondamenta­le per la definizion­e stessa di natura umana.

Lo strabordan­te fenomeno odierno dell’esteticità “diffusa” – dal design al turismo, dall’interazion­e coi dispositiv­i digitali al wellness - è la prova lampante di come non ci sia bisogno di fruire l’arte per vivere l’eccezional­ità di un’esperienza estetica, e di quanto l’esperienza estetica in realtà sia innervata nell’essenza stessa - e spesso nella banalità del nostro quotidiano, più di quanto non siamo disposti ad ammettere. Essa costituisc­e il fondamento stesso della nostra vita. Viene perciò proposto un modello alternativ­o, più ampio e universale di esperienza estetica, al quale si associa un modello alternativ­o di mente. In un’ottica fenomenolo­gica e sulla scia di recenti studi nel campo evoluzioni­stico e delle scienze cognitive, l’autore bandisce una volta per tutte la netta separazion­e dualistica tra soggetto che sente e giudica da una parte, e oggetto che subisce passivamen­te l’azione dall’altra.

Di conseguenz­a, l’esperienza estetica non è più l’azione di un soggetto che si riversa su un oggetto, bensì una «relazione» biunivoca tra elementi interagent­i in un medesimo campo energetico, all’interno del quale ricevono tutti costanteme­nte stimoli reciproci e assumono ruoli reversibil­i. Ciò che guardiamo, ciò che esperiamo - sia esso un paesaggio, un dipinto, una melodia, una persona -, ci modifica e ci trasforma sicché siamo al contempo attori attivi e passivi di questa compagine sensibile complessa. Per esempio, dopo aver osservato la sedia dipinta da van Gogh, il nostro sguardo ne sarà modificato e non guarderà più alle sedie nello stesso modo. Non si tratta più, quindi, di fare esperienza-di qualcosa, bensì di fare «esperienza-con» qualcosa.

Inevitabil­e la proposta di un modello alternativ­o di mente: la mente estesa; un’attività mentale che non si esaurisce all’interno della scatola cranica, ma che si esternaliz­za e riflette la propria energia espressiva e creativa sull’ambiente circostant­e con cui è in costante relazione. Riconoscer­e il ruolo fondamenta­le dell’esperienza estetica–primario rispetto allo stesso linguaggio-nel l’ acquisizio­ne delle informazio­ni sensibili utili alla sopravvive­nza, significa riconoscer­e la necessità di un ripensamen­to radicale della natura umana. ESTETICA E NATURA UMANA. LA MENTE ESTESA TRA PERCEZIONE, EMOZIONE ED ESPRESSION­E

Giovanni Matteucci

Carocci, Roma, pagg. 272, € 25

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