ELOGIO DEL PETROLIO
In elogio del petrolio, fonte energetica irreprensibile. Virtuoso esempio che permise all’umanità di godere di medicinali salvavita, soprattutto le pastiglie contro il mal di testa. Strumento specchiatissimo per ottenere fertilizzanti e aumentare la disponibilità di cibo. Tecnologia amorevole, il petrolio consentì ai prodotti di durare e di essere più leggeri. Integerrima materia prima che conferì sicurezza, sterilità e durata agli alimenti protetti da imballaggi di plastica. Piissimo carburante, diede a miliardi di essere umani schiavi della gleba la libertà di muoversi sulle strade e nei cieli. Padre esemplare del poliammide con cui furono realizzati i gilet gialli francesi e la cerata gialla di Greta Thunberg.
L’inconsolabile Massimo Nicolazzi pose.
(Info per i meno giovani: sì, Massimo è consanguineo proprio di quel Franco Nicolazzi che fu un politico ad alta visibilità del Psdi).
(Info per i più giovani: sì, fino a 20 anni fa sulla scena politica italiana ci fu un Partito socialdemocratico; nacque come ennesima scissione della sinistra ma in quel caso verso destra, un po’ come ha fatto Renzi con il Pd; come simbolo aveva il marchio della pomata Prep).
Dopo l’elogio del necrologio, ora parliamone da vivo. Nel libro “Elogio del Petrolio (energia e disuguaglianza dal mammut all’auto elettrica)”, Feltrinelli, € 19, Massimo Nicolazzi osserva che il petrolio fu sì amorevole e integerrimo, ebbe mille virtù, ma anche scatenò conflitti a partire dalla prima guerra dell’Iraq (Mespot War, 1916), inquinò e, riesumato dal sottosuolo in cui giace, aggiunge CO2 all’atmosfera. Con ciò che ne consegue.
(Modesto Michelangelo Scrofeo)