Il Sole 24 Ore

L’invenzione della parola «pane»

- Andrea Moro

Pubblichia­mo un brano del racconto «In principio era il pane» scritto da Andrea Moro per il numero zero di «Pantagruel», la rivista quadrimest­rale fondata da Elisabetta Sgarbi, con interventi, tra gli altri, di Fulvio Abbate,Claudia Durastanti, Elena Loewenthal. In libreria dal 17 ottobre, la rivista sarà presentata durante il festival «La terra del Pane» a Matera (dall’11 al 20 ottobre), ideato da Fondazione Sassi con Fondazione Matera-Basilicata 2019

Ar riva reprimi, evidenteme­nte, fa gola a tutti. Non mi riferisco solo allegare di velocità. Ci sono primati che si contendono su piani decisament­e più sofisticat­i e che hanno effetti di portata enorme: sono i primati che stabilisco­no la precedenza nella Storia, nel pensiero, nel dominio sugli altri .(...) Quale è statala prima linguaparl­ata dagli essere umani ?(...) Arrivare per primi con la lingua vorrebbe dire per molti posare la prima pietra del pensiero, della civiltà stessa e, dunque, condiziona­re il futuro. (...)

Così racconta Erodoto nel secondo libro delle Storie :« Gli Egiziani, prima del regno di P sa mm etico, riteneva nodi esse restati i primi tra tutti gli uomini; da quando però P sa mm etico, diventato re, decise di sa perequali fossero i primi uomini, ritengono i Frigi primi rispetto a loro, e loro stessi, poi, primi rispetto a tutti gli altri. P sa mm etico, malgrado le ricerche condotte, non riusciva a scoprire quali uomini fossero i primi; allora escogitò questo artificio: prese due neonati, figli di persone trovate per caso, e li affidò a un pastore perché li allevasse presso le sue greggi con l’ ordine stretto che nessunopro­nunciasse nessuna parola davanti a quei bambini e che venissero lasciati da soli in una capanna solitaria .(...) P sa mm etico agiva in questo modo e dava questi ordini con l’intenzione di ascoltare quale fosse la prima parola che i bambini avrebbero pronunciat­o, una volta smesso di produrre vagiti senza senso. La previsione fu soddisfatt­a: dopo due anni che il pastore agiva come glie ra stato ordinato, un giorno, mentre stava aprendola porta per entrare, i bambini gli corsero incontro con le braccia tese gridando

Bekos. La prima volta che il pastore udì non lo riferì a nessuno; ma siccome si recava spesso dai bambini per prendersi cura di loro e dessi tante volt egli ripeterono­quella parola, lo disse al suo padrone, che gli ordinò di portare i bambini alla sua presenza. P sa mm etico, do poche ebbe senti todi persona i bambini, cercò di sa perequali uomini chiamasser­o qualcosabe­ko sedo po unari cerca scoprì che i Frigi chiamano così il pane. Gli Egiziani dunque convennero, ritirarono la pretesae da questo fatto dedussero che i Frigi fossero più antichi di loro».

Ora, che sia andata proprio così, e che i due bambini abbiano emesso proprio quei suoni, mentre si sa che nella maggiorpar­te delle lingue i bambini iniziano combinando sillabe comepao come ma, e che proprio quella parola volesse dire «pane» sembra davvero poco credibile. Quel che conta in questo caso, tuttavia, non sono i fatti ma l’ invenzione dei fatti: tra tutti i significat­i che si possono vantareper rivendicar­e il primato della civiltà, si sono ignorati quelli ovvie naturali, come« latte» o« mamma », e quelli sofisticat­i e preziosi come« corona »; si è scelto invece qualcosa che non si trova in natura se non come frutto della terra e del lavoro dell’ uomo: il pane. Evidenteme­nte, quando si tratta di identifica­re il principio di tutto, il pane valeva più di tutto l’oro del mondo. D’altronde, se Bet Lehem, Betlemme, vuol dire «casa del pane» ci sarà bene un motivo.

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Gli eventi di «Terra del pane» (Matera, 11-20 ottobre), rientrano nella riapertura straordina­ria della Milanesian­a, (in alto il logo), ideata e diretta da Elisabetta Sgarbi

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