La nuova frontiera di Amazon è il catalogo di avvocati online
Parte negli Usa un servizio (con rating) sui brevetti Ricerche estese all’Italia
Tra un videogioco e uno smartphone, ora su Amazon si può “comprare” anche un avvocato. Oppure un consulente fiscale. A prezzi fissi e - promette la piattaforma - super convenienti. L’ultima mossa del colosso dell’e-commerce mondiale assomiglia a una provocazione, ma di fatto è già realtà, almeno in America: dalla scorsa settimana sulla piattaforma si possono acquistare anche i servizi legali. Uno, in particolare: quello di tutela di marchi, idee e brevetti da frodi e contraffazioni nel territorio americano.Il “prodotto” si chiama «Amazon Ip Accelerator», dove Ip sta per intellectual property (proprietà intellettuale), ed è rivolto in particolare non al singolo consumatore, ma alle Pmi che vogliono commercializzare le proprie merci in Usa attraverso la piattaforma.
Acquistabile online la consulenza per la tutela di marchi e brevetti. Per ora solo in Usa ma si cercano partner anche in Italia
Il claim usato da Amazon per lanciare la nuova formula di consulenza legale è chiaro: il servizio aiuta le imprese a ottenere più velocemente la tutela della proprietà intellettuale e del marchio nei negozi Amazon. Di fatto l’Ip accelerator mette in contatto le aziende con un network di studi legali «di fiducia» - si legge sul sito - che forniscono «assistenza di qualità» per registrare i marchi e proteggerli. Il tutto a tariffe predeterminate definite «molto competitive» (si va da 500 dollari per una ricerca sulle registrazioni pendenti a 1.800 dollari per un’analisi completa all’ufficio brevetti). E - nel più classico stile Amazon con la possibilità di recensire lo studio online e assegnargli le mitiche stellette.
I servizi per ora sono disponibili solo sul territorio americano e per la regolamentazione americana. Ma parlano già italiano.
Nel senso letterale: sui sei studi legali specializzati in Ip e presenti già su Amazon due offrono la consulenza anche in italiano (sulla normativa Usa). Inoltre la società nelle Faq fa sapere di essere disponibile a entrare in contatto con studi legali di tutto il mondo per estendere l’offerta ad altri Paesi. Dunque la strada è già aperta anche per gli studi italiani che volessero candidarsi. Mentre un servizio analogo viene già offerto ai venditori per la consulenza fiscale e contabile.
Il rapporto si instaura tra azienda e studio legale: da una parte Amazon non pretende dai clienti una fee, dall’altra non offre alcun “endorsment” e resta estranea alla contrattazione studio-cliente.
Da qualsiasi parte la si voglia analizzare, la novità segna un punto di svolta, perché di fatto trasforma l’assistenza legale in una vera e propria commodity, un “optional” in più da offrire ai venditori sia per fidelizzarli, sia per migliorare l’esperienza di vendita. Da un lato molti professionisti potrebbero temere questo sviluppo, visto come una deriva che anche per effetto della “potenza” negoziale dei colossi del web, di fatto elimina qualsiasi valore aggiunto per il professionista che rischia di assomigliare sempre più ai milioni di altri prodotti in vendita su Amazon. «Viene meno il peso dell’intuitus personae - avverte Eva Rita Cresci, innovative lawyer di Fga e fondatrice dell’Osservatorio digitale dell’Ordine di Milano - e la professione rischia di trasformarsi in mera funzionalità, commodity appunto, perdendo l’aspetto di assistenza, consiglio e partnership, ma sarebbe anacronistico opporsi».
C’è chi invece considera questo sviluppo una strada già tracciata in alcuni settori, come appunto quelli della tutela della proprietà intellettuale: «In questo campo esiste già una forte standardizzazione dei servizi più ripetitivi, come appunto la registrazione dei marchi avverte Fabrizio Jacobacci, socio dell’omonimo studio legale specializzato nell’Ip -. Credo che per i profili più complessi il rapporto fiduciario con i clienti resterà intatto».
Ma a una lettura più in profondità si colgono anche altri segnali importanti, neanche poi del tutto negativi per chi ha puntato sulla consulenza. Nota sempre Cresci: «È significativo che Amazon si sia mossa sul fronte, molto sentito in America, della lotta ai falsi: l’offerta di consulenza legale serve anche all’e-commerce per far diminuire l’enorme litigiosità che rallenta il business». Non tutto è perduto quindi: la “vetrina” mondiale potrebbe aprire nuovi spazi agli stessi avvocati. Ma rigorosamente fuori dalle aule dei tribunali.