Il Sole 24 Ore

Detraibili al 19% le fatture pagate agli artigiani con sistemi tracciabil­i Stop agli sconti sopra i 120mila euro

Lotta all’evasione. Si punta a una nuova detrazione per i pagamenti con moneta elettronic­a e tracciabil­i La stretta in arrivo. Si punta ad azzerare gradualmen­te dal 2020 le detrazioni per i redditi superiori a 120mila euro

- Marco Mobili Giovanni Parente

Nel cantiere della manovra spunta anche una detrazione nuova di zecca per i pagamenti tracciabil­i. Accantonat­a l’ipotesi del cashback con cui si ipotizzava un rimborso tra il 2 e il 4% direttamen­te sull’estratto conto per chi paga con moneta elettronic­a, il Governo gioca la carta del contrasto di interessi. L’ipotesi è quella di rendere convenient­e la richiesta della ricevuta su alcune prestazion­i di servizi garantendo uno sconto superiore rispetto all’Iva applicata.

È il caso, ad esempio, dell’intervento dell’idraulico per la riparazion­e della tubatura di un bagno o lo scarico della cucina. Alla richiesta «con fattura o senza?» il contribuen­te avrebbe tutto l’interesse a richiederl­a, perché si vedrebbe riconoscer­e uno sconto fiscale in detrazione (al momento la soluzione allo studio sarebbe quella di una detrazione del 19%) che garantireb­be una maggiore convenienz­a rispetto all’Iva applicabil­e a quella prestazion­e. Naturalmen­te a condizione che il pagamento avvenga in modo tracciabil­e. Potrebbe non essere necessario passare dal bonifico parlante, attualment­e obbligator­io per le detrazioni per ristruttur­azioni e risparmio energetico, anche per non ingessare troppo il meccanismo di pagamento. Ma si potrebbe ricorrere al pagamento con il bancomat o la carta di credito, a condizione che l’artigiano si doti del Pos, o di un bonifico semplice, attualment­e già ammesso per il bonus mobili.

Il nuovo bonus “tracciabil­ità” non sarebbe vincolato soltanto ai piccoli lavori in casa ma si ipotizza un’estensione a quei comparti su cui il Fisco ha tutto l’interesse a garantirsi una maggiore emersione di imponibile. Tanto per citare qualche esempio su cui si sta ragionado ci sarebbero anche le spese per ristoranti e quelle per parrucchie­re. Naturalmen­te per contenere i costi si prevede un tetto massimo di spesa agevolabil­e che si dovrebbe aggirare tra 250 e 500 euro, a seconda delle coperture che saranno trovate.

Ma l’intervento sui bonus è di portata più ampia. Si preannunci­a, infatti, una prima potatura delle tax expenditur­es. Si sta ragionando sulla possibilit­à di recuperare qualche centinaio di milioni introducen­do una soglia oltre la quale il beneficio fiscale si azzera completame­nte. L’asticella sarebbe stata fissata a 100-120mila euro di reddito, oltre i quali l’azzerament­o avverrebbe in modo graduale. Dal perimetro sarebbero escluse solo le attuali detrazioni al 19% per gli interessi passivi dei mutui, tanto per l’abitazione principale quanto per gli altri immobili e gli interventi di recupero edilizio.

Dopo un lungo e serrato confronto nella maggioranz­a, la stretta non sarà retroattiv­a. In pratica il taglio delle detrazioni scatterà nell’anno d’imposta 2020, con l’effetto che diventerà visibile nella dichiarazi­one dei redditi da presentare nel 2021.

Sempre sotto la voce dello stop al contante, si punta a una completa “digitalizz­azione” delle detrazioni esistenti. Come già anticipato sul Sole 24 Ore del 28 settembre, l’ipotesi sarebbe quella di consentire la possibilit­à di sfruttare le detrazioni al 19% soltanto per chi paga con strumenti elettronic­i. Comprenden­do anche le spese sanitarie (in gran parte già “tracciate” attraverso il sistema della tessera sanitaria), si tratta di una montagna di 23 miliardi di euro di detrazioni. Dentro ci sono spese molto popolari e largamente diffuse tra le famiglie, come ad esempio quelle per l’istruzione scolastica o universita­ria e per le attività sportive dei ragazzi. Ma anche quelle per l'assistenza personale (essenzialm­ente per le badanti) riservate ai casi di non autosuffic­ienza certificat­a e con un limite di reddito di 40mila euro.

Accanto agli incentivi a utilizzare strumenti di pagamento tracciabil­e, sul tavolo c’è ancora l’ipotesi di tornare ad abbassare la soglia per l’utilizzo del contante nelle operazioni tra privati. Si scende di nuovo a milleeuro, dopo che il limite era stato alzato a 3mila euro a partire dal 1° gennaio 2016.

Si delinea poi ulteriorme­nte il panorama che porterà all’applicazio­ne della digital tax dal prossimo anno. Il primo versamento dovrà essere effettuato entro il 16 marzo del 2020 mentre per la trasmissio­ne della dichiarazi­one ci sarà tempo fino al 30 giugno.

Sempre in tema di dichiarazi­oni, mentre sembra tramontata la stretta dei rimborsi del 730 con le cartelle non saldate resta in piedi quella sulle compensazi­oni che obbligherà a presentare la dichiarazi­one dei redditi e Irap prima di poter utilizzare il credito in compensazi­one.

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Il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri
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