Detraibili al 19% le fatture pagate agli artigiani con sistemi tracciabili Stop agli sconti sopra i 120mila euro
Lotta all’evasione. Si punta a una nuova detrazione per i pagamenti con moneta elettronica e tracciabili La stretta in arrivo. Si punta ad azzerare gradualmente dal 2020 le detrazioni per i redditi superiori a 120mila euro
Nel cantiere della manovra spunta anche una detrazione nuova di zecca per i pagamenti tracciabili. Accantonata l’ipotesi del cashback con cui si ipotizzava un rimborso tra il 2 e il 4% direttamente sull’estratto conto per chi paga con moneta elettronica, il Governo gioca la carta del contrasto di interessi. L’ipotesi è quella di rendere conveniente la richiesta della ricevuta su alcune prestazioni di servizi garantendo uno sconto superiore rispetto all’Iva applicata.
È il caso, ad esempio, dell’intervento dell’idraulico per la riparazione della tubatura di un bagno o lo scarico della cucina. Alla richiesta «con fattura o senza?» il contribuente avrebbe tutto l’interesse a richiederla, perché si vedrebbe riconoscere uno sconto fiscale in detrazione (al momento la soluzione allo studio sarebbe quella di una detrazione del 19%) che garantirebbe una maggiore convenienza rispetto all’Iva applicabile a quella prestazione. Naturalmente a condizione che il pagamento avvenga in modo tracciabile. Potrebbe non essere necessario passare dal bonifico parlante, attualmente obbligatorio per le detrazioni per ristrutturazioni e risparmio energetico, anche per non ingessare troppo il meccanismo di pagamento. Ma si potrebbe ricorrere al pagamento con il bancomat o la carta di credito, a condizione che l’artigiano si doti del Pos, o di un bonifico semplice, attualmente già ammesso per il bonus mobili.
Il nuovo bonus “tracciabilità” non sarebbe vincolato soltanto ai piccoli lavori in casa ma si ipotizza un’estensione a quei comparti su cui il Fisco ha tutto l’interesse a garantirsi una maggiore emersione di imponibile. Tanto per citare qualche esempio su cui si sta ragionado ci sarebbero anche le spese per ristoranti e quelle per parrucchiere. Naturalmente per contenere i costi si prevede un tetto massimo di spesa agevolabile che si dovrebbe aggirare tra 250 e 500 euro, a seconda delle coperture che saranno trovate.
Ma l’intervento sui bonus è di portata più ampia. Si preannuncia, infatti, una prima potatura delle tax expenditures. Si sta ragionando sulla possibilità di recuperare qualche centinaio di milioni introducendo una soglia oltre la quale il beneficio fiscale si azzera completamente. L’asticella sarebbe stata fissata a 100-120mila euro di reddito, oltre i quali l’azzeramento avverrebbe in modo graduale. Dal perimetro sarebbero escluse solo le attuali detrazioni al 19% per gli interessi passivi dei mutui, tanto per l’abitazione principale quanto per gli altri immobili e gli interventi di recupero edilizio.
Dopo un lungo e serrato confronto nella maggioranza, la stretta non sarà retroattiva. In pratica il taglio delle detrazioni scatterà nell’anno d’imposta 2020, con l’effetto che diventerà visibile nella dichiarazione dei redditi da presentare nel 2021.
Sempre sotto la voce dello stop al contante, si punta a una completa “digitalizzazione” delle detrazioni esistenti. Come già anticipato sul Sole 24 Ore del 28 settembre, l’ipotesi sarebbe quella di consentire la possibilità di sfruttare le detrazioni al 19% soltanto per chi paga con strumenti elettronici. Comprendendo anche le spese sanitarie (in gran parte già “tracciate” attraverso il sistema della tessera sanitaria), si tratta di una montagna di 23 miliardi di euro di detrazioni. Dentro ci sono spese molto popolari e largamente diffuse tra le famiglie, come ad esempio quelle per l’istruzione scolastica o universitaria e per le attività sportive dei ragazzi. Ma anche quelle per l'assistenza personale (essenzialmente per le badanti) riservate ai casi di non autosufficienza certificata e con un limite di reddito di 40mila euro.
Accanto agli incentivi a utilizzare strumenti di pagamento tracciabile, sul tavolo c’è ancora l’ipotesi di tornare ad abbassare la soglia per l’utilizzo del contante nelle operazioni tra privati. Si scende di nuovo a milleeuro, dopo che il limite era stato alzato a 3mila euro a partire dal 1° gennaio 2016.
Si delinea poi ulteriormente il panorama che porterà all’applicazione della digital tax dal prossimo anno. Il primo versamento dovrà essere effettuato entro il 16 marzo del 2020 mentre per la trasmissione della dichiarazione ci sarà tempo fino al 30 giugno.
Sempre in tema di dichiarazioni, mentre sembra tramontata la stretta dei rimborsi del 730 con le cartelle non saldate resta in piedi quella sulle compensazioni che obbligherà a presentare la dichiarazione dei redditi e Irap prima di poter utilizzare il credito in compensazione.