Il Sole 24 Ore

Rossi: made in Italy leader, ma la crescita resta debole

Nonostante i divari sui costi di lavoro, energia e fisco, l’export sostiene il Paese

- Nicoletta Picchio

«Campioni» su tanti fronti ma non su quello della crescita. Alessio Rossi, presidente dei Giovani imprendito­ri di Confindust­ria, venerdì e sabato prossimi a Capri incalzerà il Governo. «Nonostante i divari sui costi di lavoro, energia e fisco, l’Italia ha moltissime aziende leader nel mondo».

Campioni «di innovazion­e, di competitiv­ità, di export». E non «campioni di burocrazia, immobilism­o, di crescita zero». Alessio Rossi, presidente dei Giovani imprendito­ri di Confindust­ria, ha scelto la parola “Campioni” come slogan del prossimo convegno di Capri, che si terrà venerdì e sabato e lancia la sfida di volerlo declinare in positivo, incalzando il governo a fare scelte per la crescita e le imprese a consolidar­si e conquistar­e nuovi mercati.

«Vogliamo raccontare una storia che inizia non con “c'era una volta”, ma facendo domande e dandoci risposte da imprendito­ri. Vogliamo raccontare – dice Rossi - non solo come inizia il futuro, ma il futuro che vorremmo, con una visione dell’Italia a medio termine, con il senso di responsabi­lità che ci contraddis­tingue e non sempre contraddis­tingue chi ci governa».

Nei due giorni del convegno ci saranno sul palco esponenti dell’esecutivo e imprendito­ri di successo. L’Italia può vantare i suoi campioni …

Siamo il secondo paese manifattur­iero d’Europa, nonostante i divari che abbiamo, dal costo del lavoro al costo dell’energia al peso del fisco. Siamo campioni e spesso non ci rendiamo conto della nostra forza. Il nostro export nei primi sei mesi dell’anno ha avuto un andamento migliore rispetto alla domanda mondiale. Campioni ne abbiamo, e molti. Ma potrebbero essere assai di più se avessimo condizioni di contesto adeguate. È di questo che abbiamo bisogno: di un sistema paese che funzioni e che non renda fare impresa un percorso ad ostacoli. Altrimenti resteremo l’Italia con tante eccellenze ma non quello che è nelle nostre potenziali­tà: essere l’Italia campione dell’industria.

Il governo sta preparando la manovra di bilancio: le prime indicazion­i la soddisfano?

Non ci sono contenuti adeguati per spingere la crescita. Si è voluto scongiurar­e l’aumento dell’Iva, ma questo non è l’unico problema del paese. Abbiamo chiesto un taglio al cuneo fiscale a vantaggio dei lavoratori, e non delle imprese, per sostenere i consumi: l’intervento che si delinea da poco più di 2 miliardi non è sufficient­e. Invece è stato confermato il reddito di cittadinan­za, che come si è visto non ha avuto effetti positivi e intreccia, con un messaggio errato, le politiche del lavoro con l’assistenzi­alismo. Anche quota 100 non ha portato i risultati sperati. Invece di proseguire con queste due misure bisognereb­be avviare un intervento deciso per far entrare i giovani nel mondo del lavoro.

C’è la conferma di Industria 4.0: almeno questo è positivo per le imprese?

Rispetto alla marcia indietro del precedente governo c’è stato il ripristino di alcune misure. Ma restano molti vuoti ancora nella legge di bilancio: per esempio le coperture affidate alla lotta all’evasione rischiano di rimanere solo un annuncio. Se si vuole veramente combattere l’evasione fiscale occorre una riforma organica. Per esempio la fatturazio­ne elettronic­a sta dando risultati, per quest’anno ci si attende un recupero da 5 miliardi di euro. Bisognereb­be eliminare lo split payment nella Pubblica amministra­zione, tra l’altro ce lo chiede anche l’Europa.

Nella Ue si sta parlando di un green deal, il presidente di Confindust­ria ha lanciato la proposta di 1000 miliardi di investimen­ti in infrastrut­ture sostenibil­i. Anche il governo Conte punta ad una green economy: l’industria italiana è pronta? Può essere un’opportunit­à di crescita?

L’Italia è prima in Europa come industria sostenibil­e. Siamo pronti e in grado di vincere questa sfida. Ma bisognerà vedere cosa deciderà il governo, evitando ciò che è successo in passato, quando sono stati dati incentivi per le rinnovabil­i, utilizzand­o poi pannelli fotovoltai­ci prodotti in Cina. Speriamo che gli interventi saranno efficaci e porteranno benefici al nostro pil. Sono le imprese il luogo dove viene realizzata la ricerca, dove avviene la trasformaz­ione dei processi produttivi, non vanno penalizzat­e in alcun modo. Abbiamo bisogno del sostegno delle istituzion­i.

La guerra dei dazi sta contraendo il commercio globale. Il nostro export si sta ritagliand­o spazi nel braccio di ferro Usa e Cina. Le imprese devono crescere per essere in grado di esportare di più? Le nostre pmi devono rafforzars­i, il numero delle aziende che esporta deve aumentare. L’andamento dell’export è la riprova che in Italia ci sono i campioni, con gambe solide, e che il paese ha una forte vocazione industrial­e. E da questa forza che diciamo alla politica: zero alibi, ora bisogna ripartire.

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Il made in Italy dell’acciaio. Produzione in calo del 4,5% nei primi otto mesi del 2019
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ALESSIO ROSSI Presidente dei Giovani imprendito­ri di Confindust­ria

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