L’Italia è apripista nella sfida del 5G Incognita redditività
Dopo le sperimentazioni nel 2020 l’avvio della partita tra le compagnie
Il percorso del 5G è partito nel 2017 con le prime sperimentazioni precommerciale sotto l’egida del Mise sulla banda larga. Ora il futuro è realtà e con la tecnologia disponibile a prezzi sostenibili per gli utenti.
La location è suggestiva: la Chiesa di San Pietro a picco sul golfo dei Poeti nel Borgo di Porto Venere in Liguria. Ma è quel che succede duranteil matrimonio a togliere il fiato. Il padre della sposa, il cardi o chirurgo di fama internazionale Francesco Musumeci, si allontana, tragli sguardi meravigliati di figlia e invitati. Si posiziona per operare a distanza una bambina. Viso redi realtà virtuale e due joysticktr al emani saranno gli ingredienti decisivi di questo eccezionale avvenimento. In cui però nulla sarebbe potuto accadere senza la rete 5G.
Lo spot di Ti mv a dritto al cuore della questione: la carica innovativa che farà del 5 G l’ abilitato redi un mondo nuovo, in cui velocità di connessione, altissima capacità di trasporto dei dati e soprattuttoi millisecondi di latenza–il tempo di risposta all’impulso – favoriranno chirurgia a distanza, agricoltura di precisione, controllo dell astaticità degli edifici in zone sismiche. E per una volta l’Italia potrebbe non trovarsi a rincorrere gli altri Paesi.
L’Italia che fa da battistrada
Il percorso del 5G parte nel 2017, con l’ avvio della speri men tazio nep re commerciale sottol’ egida del Mise sulla banda3.6-3.8GHz. Frequenze vengono messe a disposizione delle compagnie telefoniche in cinque aree del Paese: a Milano per Vodafone; a Bari e Matera per Tim, Fastweb e Huawei; a L’Aquila e Prato per Wind Tre e Open Fiber. Nel frattempo altre sperimentazioni partono in autonomia: Tim a San Marino o anche a Torino con Ericsson e Politecnico; Fastweb con Ericsson a Roma oppure ancora Link e ma Catania e i cinesi di Zte che hanno stabilito a L’Aquila il loro centro di ricerca sul 5G.
Per le sperimentazioni del Mise gli operatori hanno investito 180-190 milioni in uno sforzo che li ha visti coinvolti, ma non in solitaria. La vera svolta del 5 G, infatti, si sostanzia non tanto nel miglioramento delle connessioni fra persone, quanto piuttosto nella capacità di far dialogare, con velocità e capacità non sperimentate finora, le macchine fra di loro. Sta lì la chiave di volta, evidente anche nel lavoro comune frat el co e istituzioni, centri di ricerca, Università per agganciare un futuro che promette servizi innovativi anche e soprattutto nel B2b . Il che vuol dire nuovi ricavi per un’industria delle tlc che si sta leccando le ferite dopo anni di scellerata guerra dei prezzi che ha tagliato ricavi e margini.
Non solo privati, la velocità di connessione sarà decisiva per le macchine: industria, agricoltura e medicina ne avranno i maggiori benefici
L’asta miliardaria
Sarà anche per agganciare questo treno e questi ricavi che gli operatori non si sono tirati indietro nell’asta per l’ assegnazione dei diritti d’ uso delle frequenze 5 G. In realtà la situazione è forse sfuggita di mano con l’asta, conclusa a ottobre 2018, che ha fatto sorridere lo Stato, manonl et elc oche hanno messo sul tavolo la bellezza di 6,55 miliardi per quelle frequenze. Giusto per dare un’idea, è stato superato di oltre 4 miliardi l’introito fissato in legge di Bilancio. Sarà spalmato fino al 2022, ma comunque sono cifre monstre: si va dai 2,4 miliardi di Tim come di Vodafone, agli 1,2 miliardi di Iliad ai 516,5 milioni di Wind Tre ai 32,6 milioni di Fastweb.
Le offerte commerciali
Una parte di queste frequenze, quelle della banda 700, saranno disponibili dal 2022. Quelle 3.6-3.8 GHz, unitamente a quelle millimetriche 26.5-27.5 GHz, sono invece disponibili da gennaio 2019. Intanto il lavoro fatto con le sperimentazioni precommerciali partite nel 2017 ha fatto da traino. E quelli che all’inizio erano numeri su uno schermo, accompagnati da applausi e indicativi della velocità del segnale dopo aver pigiato un bottone, sono diventati applicazioni concr et e:ga ming, realtàaumentata perl’ industria e i musei, telemedicina, tele chirurgia. Prove provate, insomma, di quel che può essere l’impatto del 5G. Accanto sono anche state lanciatele prime offerte commerciali r eta ilda parte di Vodafone eT im. Ancorasi tratta di una dimensione confinata agli“early adopters”. Mail 2020 è previsto essere l’anno di cesura, con l’abbassamento dei prezzi medi degli smartphone abilitati. E così, secondo una previsione di EY, si dovrebbe arrivare entro il 2023 a circa 11,3 milioni di utenti sulle reti 5G: il 13% delle connessioni non machine-to-machine attese a quella data.
Lo spartiacque e l’incognita
In questo quadro ci sono uno spartiacque e un’incognita. Il primo è l’asta per le frequenze: un bagno di sangue che ha condotto a un bagno di realtà di cui l’operazione sulle torri di trasmissione fra Tim-Vodafone che puntano a coguidare Inwit, così come l’intesa fra Wind Tre e Fastweb per fare sinergia sulla realizzazione di una nuova rete 5G, rappresentano un’evidente cartina di tornasole. Il grande punto interrogativo deriva invece dallo scontro fra gli Usa e il colosso delle telecomunicazioni c ines eHuaweicu il’ amministrazione Trump imputa di essere la longa manus di Pechino, con tanto di attività di spionaggio.Accuse rispedite in più occasioni al mittente dallat el codiShenzhen, ma il tema dell’opposizione degli Stati Uniti e del pressing sui Paesi alleati sta tenendo banco, come durante la visita del segretario di Stato Usa Mike Pompeo in Italia e l’avvertimento a “fare attenzione” su reti e forniture 5G. La disciplina del golden power, puntellata dal decreto sulla cybersecurity, è segnalata dal Governo come baluardo contro certi timori. Operatorie la stessa Huawei mettono però in guardia da maglie troppo strette che significherebbero perdere tempo e denaro. Proprio l’ opposto della ratio del 5 G.