Il Sole 24 Ore

L’Italia è apripista nella sfida del 5G Incognita redditivit­à

Dopo le sperimenta­zioni nel 2020 l’avvio della partita tra le compagnie

- Andrea Biondi

Il percorso del 5G è partito nel 2017 con le prime sperimenta­zioni precommerc­iale sotto l’egida del Mise sulla banda larga. Ora il futuro è realtà e con la tecnologia disponibil­e a prezzi sostenibil­i per gli utenti.

La location è suggestiva: la Chiesa di San Pietro a picco sul golfo dei Poeti nel Borgo di Porto Venere in Liguria. Ma è quel che succede duranteil matrimonio a togliere il fiato. Il padre della sposa, il cardi o chirurgo di fama internazio­nale Francesco Musumeci, si allontana, tragli sguardi meraviglia­ti di figlia e invitati. Si posiziona per operare a distanza una bambina. Viso redi realtà virtuale e due joysticktr al emani saranno gli ingredient­i decisivi di questo eccezional­e avveniment­o. In cui però nulla sarebbe potuto accadere senza la rete 5G.

Lo spot di Ti mv a dritto al cuore della questione: la carica innovativa che farà del 5 G l’ abilitato redi un mondo nuovo, in cui velocità di connession­e, altissima capacità di trasporto dei dati e soprattutt­oi millisecon­di di latenza–il tempo di risposta all’impulso – favorirann­o chirurgia a distanza, agricoltur­a di precisione, controllo dell astaticità degli edifici in zone sismiche. E per una volta l’Italia potrebbe non trovarsi a rincorrere gli altri Paesi.

L’Italia che fa da battistrad­a

Il percorso del 5G parte nel 2017, con l’ avvio della speri men tazio nep re commercial­e sottol’ egida del Mise sulla banda3.6-3.8GHz. Frequenze vengono messe a disposizio­ne delle compagnie telefonich­e in cinque aree del Paese: a Milano per Vodafone; a Bari e Matera per Tim, Fastweb e Huawei; a L’Aquila e Prato per Wind Tre e Open Fiber. Nel frattempo altre sperimenta­zioni partono in autonomia: Tim a San Marino o anche a Torino con Ericsson e Politecnic­o; Fastweb con Ericsson a Roma oppure ancora Link e ma Catania e i cinesi di Zte che hanno stabilito a L’Aquila il loro centro di ricerca sul 5G.

Per le sperimenta­zioni del Mise gli operatori hanno investito 180-190 milioni in uno sforzo che li ha visti coinvolti, ma non in solitaria. La vera svolta del 5 G, infatti, si sostanzia non tanto nel migliorame­nto delle connession­i fra persone, quanto piuttosto nella capacità di far dialogare, con velocità e capacità non sperimenta­te finora, le macchine fra di loro. Sta lì la chiave di volta, evidente anche nel lavoro comune frat el co e istituzion­i, centri di ricerca, Università per agganciare un futuro che promette servizi innovativi anche e soprattutt­o nel B2b . Il che vuol dire nuovi ricavi per un’industria delle tlc che si sta leccando le ferite dopo anni di scellerata guerra dei prezzi che ha tagliato ricavi e margini.

Non solo privati, la velocità di connession­e sarà decisiva per le macchine: industria, agricoltur­a e medicina ne avranno i maggiori benefici

L’asta miliardari­a

Sarà anche per agganciare questo treno e questi ricavi che gli operatori non si sono tirati indietro nell’asta per l’ assegnazio­ne dei diritti d’ uso delle frequenze 5 G. In realtà la situazione è forse sfuggita di mano con l’asta, conclusa a ottobre 2018, che ha fatto sorridere lo Stato, manonl et elc oche hanno messo sul tavolo la bellezza di 6,55 miliardi per quelle frequenze. Giusto per dare un’idea, è stato superato di oltre 4 miliardi l’introito fissato in legge di Bilancio. Sarà spalmato fino al 2022, ma comunque sono cifre monstre: si va dai 2,4 miliardi di Tim come di Vodafone, agli 1,2 miliardi di Iliad ai 516,5 milioni di Wind Tre ai 32,6 milioni di Fastweb.

Le offerte commercial­i

Una parte di queste frequenze, quelle della banda 700, saranno disponibil­i dal 2022. Quelle 3.6-3.8 GHz, unitamente a quelle millimetri­che 26.5-27.5 GHz, sono invece disponibil­i da gennaio 2019. Intanto il lavoro fatto con le sperimenta­zioni precommerc­iali partite nel 2017 ha fatto da traino. E quelli che all’inizio erano numeri su uno schermo, accompagna­ti da applausi e indicativi della velocità del segnale dopo aver pigiato un bottone, sono diventati applicazio­ni concr et e:ga ming, realtàaume­ntata perl’ industria e i musei, telemedici­na, tele chirurgia. Prove provate, insomma, di quel che può essere l’impatto del 5G. Accanto sono anche state lanciatele prime offerte commercial­i r eta ilda parte di Vodafone eT im. Ancorasi tratta di una dimensione confinata agli“early adopters”. Mail 2020 è previsto essere l’anno di cesura, con l’abbassamen­to dei prezzi medi degli smartphone abilitati. E così, secondo una previsione di EY, si dovrebbe arrivare entro il 2023 a circa 11,3 milioni di utenti sulle reti 5G: il 13% delle connession­i non machine-to-machine attese a quella data.

Lo spartiacqu­e e l’incognita

In questo quadro ci sono uno spartiacqu­e e un’incognita. Il primo è l’asta per le frequenze: un bagno di sangue che ha condotto a un bagno di realtà di cui l’operazione sulle torri di trasmissio­ne fra Tim-Vodafone che puntano a coguidare Inwit, così come l’intesa fra Wind Tre e Fastweb per fare sinergia sulla realizzazi­one di una nuova rete 5G, rappresent­ano un’evidente cartina di tornasole. Il grande punto interrogat­ivo deriva invece dallo scontro fra gli Usa e il colosso delle telecomuni­cazioni c ines eHuaweicu il’ amministra­zione Trump imputa di essere la longa manus di Pechino, con tanto di attività di spionaggio.Accuse rispedite in più occasioni al mittente dallat el codiShenzh­en, ma il tema dell’opposizion­e degli Stati Uniti e del pressing sui Paesi alleati sta tenendo banco, come durante la visita del segretario di Stato Usa Mike Pompeo in Italia e l’avvertimen­to a “fare attenzione” su reti e forniture 5G. La disciplina del golden power, puntellata dal decreto sulla cybersecur­ity, è segnalata dal Governo come baluardo contro certi timori. Operatorie la stessa Huawei mettono però in guardia da maglie troppo strette che significhe­rebbero perdere tempo e denaro. Proprio l’ opposto della ratio del 5 G.

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Matteo Trimarchi,
otorinolar­ingoiatra del San Raffaele, in collaboraz­ione con l’Istituto italiano di tecnologia (Iit) e in diretta dal Vodafone Village a Milano, ha eseguito con il 5G il primo intervento italiano a distanza di microchiru­rgia laser su un modello artificial­e come se fosse in sala operatoria
ANSA Nuove frontiere. Matteo Trimarchi, otorinolar­ingoiatra del San Raffaele, in collaboraz­ione con l’Istituto italiano di tecnologia (Iit) e in diretta dal Vodafone Village a Milano, ha eseguito con il 5G il primo intervento italiano a distanza di microchiru­rgia laser su un modello artificial­e come se fosse in sala operatoria

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