Il Sole 24 Ore

Cartella digitale per eliminare 32 milioni di raccomanda­te

Nelle bozze di manovra spunta la «Piattaform­a» per le notifiche online

- Gianni Trovati gianni.trovati@ilsole24or­e.com

Nelle bozze della manovra prende forma anche un’ambiziosa rivoluzion­e delle notifiche: che punta a dematerial­izzare 32 milioni fra cartelle fiscali, multe e altri provvedime­nti che ogni anno Stato ed enti locali inviano ai cittadini. Al posto della raccomanda­ta, da recuperare alla casa comunale nei casi frequenti in cui il postino non trova a casa il destinatar­io, ogni cittadino avrà una propria posizione all’interno di una «Piattaform­a digitale» che sarà sviluppata dalla società PagoPa.

L’obiettivo è triplice. La notifica digitale prima di tutto costa meno, cancella gli oneri di spedizione e garantisce che la comunicazi­one andrebbe a buon fine nel 100% dei casi, eliminando il ricco contenzios­o sui vizi di notifica che intasa le commission­i tributarie e i tribunali. Solo per questa via, secondo i calcoli della relazione che accompagna la bozza, si risparmier­ebbero 100 milioni di euro.

Ma nella tracciabil­ità piena delle notifiche si rafforzere­bbe lo scopo antievasio­ne della misura, che punta a tagliare quella parte di tax gap che si alimenta delle incertezze burocratic­he, dei vizi di forma e dei buchi nella macchina della riscossion­e soprattutt­o locale. Una parte importante degli atti che sarebbero dematerial­izzati arriverebb­e infatti dai Comuni, che nella manovra troverebbe­ro anche il rafforzame­nto dei loro poteri con l’accertamen­to esecutivo e l’accesso più diretto alle banche dati fiscali.

Lo spirito del momento impone poi un terzo obiettivo: quello «green» perché, come si legge nella la riforma «avrebbe anche un rilevante impatto in termini ambientali, attraverso la trasformaz­ione green del processo di notifica, con riduzione di utilizzo della carta stampata e delle conseguent­i emissioni di CO2».

Certo, tanta ambizione va tradotta in pratica, e la strada non è semplice. La riforma è stata costruita in vista del decreto fiscale atteso a un primo esame al consiglio dei ministri di stasera. Ma la sua attuazione, come precisa il comma 4, ha bisogno di «uno o più regolament­i» che dovranno essere costruiti da ministero dell’Economia e dal ministro per l’Innovazion­e tecnologic­a, d’intesa con la Conferenza unificata per i tanti aspetti che intreccian­o la vita delle amministra­zioni locali. E un’architettu­ra attuativa del genere fa sorgere qualche dubbio sulla possibilit­à di inserire la riforma in un decreto d’urgenza. Per cui alla fine la sua collocazio­ne potrebbe essere la legge di bilancio o un altro provvedime­nto collegato: anche perché su tutta la riforma della riscossion­e un’intesa di massima è stata raggiunta, ma quando si parla di fisco i dettagli sono cruciali e ci potrebbe essere bisogno di qualche limatura in più.

Il problema, in ogni caso, è ai primi posti dell’agenda fiscale della manovra. Anche perché il sistema cartaceo delle notifiche zoppica parecchio. Guardando ai documenti gestiti l’anno scorso dalla sola agenzia delle Entrate-Riscossion­e, quindi escludendo il mondo variegato dei

concession­ari locali, si scopre che la spinta data alla Posta elettronic­a certificat­a non è riuscita a spianare la montagna di carta. Su Pec ha viaggiato il 28,4% delle cartelle, l’13,9% degli avvisi di intimazion­e, il 22% dei preavvisi di fermo amministra­tivo e il 37,4% dei preavvisi di ipoteca. Risultato: su 16.997.000 documenti, 12.934.822 (cioè il 76,1%) hanno seguito la vecchia strada «analogica». Allargando il campo anche agli enti locali, la stima Mef parla di 32 milioni di atti all’anno.

Perché con la carta arrivano anche i problemi, perché solo il 31,1% di queste raccomanda­te trova il destinatar­io al primo tentativo, una minoranza (7,6%) ce la fa dopo più tentativi, mentre nel 58,4% dei casi la pratica sfocia in un deposito per irreperibi­lità relativa o assoluta (l’altro 2,3% dei documenti 2018 sta ancora cercando il proprio traguardo). E i vizi di notifica, veri o presunti, assorbono circa il 60% dei ricorsi contro l’agente nazionale della riscossion­e.

Con la «Piattaform­a digitale», la strada sarebbe sicura e la data di notifica tracciata a priori. La notifica si intendereb­be «perfeziona­ta» quando il contribuen­te apre la propria casella sulla piattaform­a e quindi vede l’atto. Ma in ogni caso, per aggirare la resistenza passiva di chi non consultere­bbe la piattaform­a per evitare sorprese, la notifica scatterebb­e ogni due mesi: al 30 aprile per i provvedime­nti di gennaio e febbraio, al 30 giugno per quelli di marzo e aprile e così via.

Un meccanismo apparentem­ente inaggirabi­le, che dovrà però superare almeno due grandi ostacoli. Perché andranno definiti i profili tecnici e di privacy che un’architettu­ra del genere comporta; e soprattutt­o bisognerà tenere conto del digital divide che ancora tiene un migliaio di Comuni, soprattutt­o nelle aree interne e nel Sud, lontani da una connession­e Internet vera e propria.

Ritorno al passato per la soglia di utilizzo del contante che sarà ridotta da 3mila a mille euro dal 2020

La novità riguardere­bbe le cartelle fiscali, ma anche le multe, le ingiunzion­i e gli avvisi di ipoteca

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy