Economia, giudizi delle imprese ancora negativi ma in ripresa
Dimezzate le aspettative d’inflazione: prezzi previsti in crescita dello 0,6%
I giudizi delle imprese sulla situazione economica generale sono rimasti sfavorevoli nel terzo trimestre dell’anno pur segnando un nuovo piccolo miglioramento, il terzo consecutivo (da -32 a -25%). Allo stesso tempo sono crollate fino a dimezzarsi le aspettative di inflazione, con prezzi al consumo ora visti in crescita appena dello 0,6% nei prossimi sei mesi e dello 0,7% su un orizzonte annuale. È quanto rivela la terza “Indagine sulle aspettative di inflazione e crescita” di Bankitalia.
Il 41% del campione sondato 1.061 società con almeno 50 addetti (411 dell’industria in senso stretto, 445 dei servizi e 195 delle costruzioni) - attribuisce ora una probabilità nulla di miglioramento per il prossimo trimestre mentre è lievemente migliorata (dal 3 al 6%) quella di chi s’aspetta un miglioramento della congiuntura con almeno un 50% di probabilità.
A pesare, soprattutto per l’industria in senso stretto, sono le incertezze sul commercio internazionale e gli improvvisi rincari del prezzo del greggio, per non parlare dell’indefinito quadro politico nazionale ed europeo.
Il sondaggio è stato effettuato tra il 29 agosto e il 19 settembre, dunque quando era in pieno sviluppo la crisi politica: il governo Conte-2 ha giurato il 5 settembre, mentre la Bce ha varato una seconda edizione di Quantitative easing il 12 settembre. «Le imprese - si legge nel comunicato di Bankitalia - segnalano una dinamica della domanda nel terzo trimestre ancora modesta, risentendo dei giudizi più sfavorevoli sull’andamento della componente estera, scesi sui livelli più bassi dal 2011 (-2% il saldo fra valutazioni positive e negative). Vi contribuiscono soprattutto le opinioni espresse nell’industria in senso stretto (-3 punti percentuali da 4; 1 punto da 3 nei servizi), penalizzate dal debole andamento delle vendite sui mercati cinese e soprattutto tedesco».
In prospettiva ci sono segnali di miglioramento sul prossimo trimestre mentre si rafforza la quota di società che prevedono di aumentare gli investimenti entro l’anno. In particolare il saldo tra le attese di aumento e di diminuzione della spesa nominale per investimenti nella sedonda parte dell’anno rispetto al 2018 (9%) «continua a prefigurare un incremento dell’accumulazione» che è maggiore per le imprese dei servizi (13,7 punti). E anche le imprese edili hanno rivisto al rialzo i loro piani di investimento.
Sul fronte del mercato del lavoro, invece, i giudizi restano piuttosto freddi, come a confermare la fine di un ciclo di recupero della domanda di lavoro dopo la fine della crisi. «Le attese sull’occupazione nel trimestre successivo sono di stabilità - si legge ancora nella nota -interrompendo la fase di crescita in atto da quattro anni. Rispetto alla precedente rilevazione, il saldo tra la quota di imprese che intendono espandere il numero di addetti e quella di chi prevede di ridurlo si è sostanzialmente azzerato per le imprese dell’industria in senso stretto e dei servizi (rispettivamente, da 6 e 7 punti), mentre si è confermato positivo e in linea con il trimestre precedente per le imprese delle costruzioni (9 punti)».
Bankitalia settimana scorsa in sede di audizione parlamentare sulla Nadef aveva indicato un Pil stazionario nel terzo trimestre, con un valore aggiunto dell’industria in calo, mentre servizi e costruzioni avrebbero dato un modesto contributo positivo.