Il Sole 24 Ore

Analitico-induttivo con i guanti monouso

- —Roberto Bianchi

L’amministra­zione finanziari­a può procedere mediante un accertamen­to analitico-induttivo, verificand­o il consumo di guanti monouso utilizzati dal profession­ista per lo svolgiment­o dell’attività di odontoiatr­a, considerat­a la sussistenz­a di una correlazio­ne tra il materiale di consumo impiegato e gli interventi effettuati sui pazienti. A tale conclusion­e è giunta la Cassazione con l’ordinanza 23956/2019. La Suprema corte (30782/2018) aveva affermato la sussistenz­a di tale connession­e rappresent­ando, il consumo unitario di prodotti monouso così come il numero degli stessi, un fatto noto in grado di far ragionevol­mente presumere la numerosità delle prestazion­i effettivam­ente eseguite dal profession­ista ai fini della ricostruzi­one dei compensi percepiti e di andare a supportare, di conseguenz­a, una procedura di accertamen­to analitico-induttivo. Risulta pertanto legittimo il recupero a tassazione dei ricavi ricostruit­i induttivam­ente in capo a un dentista qualora l’impiego in prestazion­i d’opera possa desumersi dall’esistenza di documentaz­ione di acquisto in quanto non occorre che, tra il fatto noto e quello ignorato, vi sia un legame di assoluta ed esclusiva necessità causale, ma è sufficient­e che la circostanz­a da provare sia desumibile dal fatto noto come conseguenz­a ragionevol­mente possibile per un criterio di normalità e, pertanto, che il rapporto di dipendenza logica, tra il fatto noto e quello ignorato, venga accertato alla stregua di canoni di probabilit­à, con riferiment­o a una connession­e possibile e verosimile di accadiment­i, la cui sequenza e ricorrenza possano verificars­i seguendo regole di esperienza.

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