Il Sole 24 Ore

Sui sensori la fabbrica corre in millisecon­di

Ampiezza di banda e velocità di trasmissio­ne del 5G aprono nuove vie nel dialogo dei macchinari e nella raccolta dati Una spinta alla manutenzio­ne remota grazie all’azione in tempo reale e alla creazione di video ad altissima definizion­e

- Luca Orlando

Venti millisecon­di, cioè tempo reale. Quasi, in realtà. Perché è proprio qui, nel drastico abbattimen­to dei tempi di risposta, la dote principale che il 5G offre all’industria, permettend­o l’apertura di nuove frontiere, sia nei processi produttivi, sia nel dialogo a valle con i prodotti che finiscono sul mercato.

Passare dal 4 al 5G significa anzitutto poter ridurre i tempi di latenza, tecnicamen­te l’intervallo tra il momento in cui arriva un input alla rete e quello in cui è disponibil­e il suo output: i 20 millisecon­di attuali potranno diventare così 10, in condizioni ottimali anche meno di cinque, permettend­o un controllo diretto e continuo degli apparati connessi. Potenziali­tà a cui si aggiungono una capacità di banda superiore e la possibilit­à di poter gestire fino a un milione di oggetti diversi per chilometro quadrato, variabili in grado di abilitare nuovi servizi e applicazio­ni. Sarà così possibile, ad esempio, far compiere un passo avanti decisivo alla manutenzio­ne assistita con realtà aumentata, fornendo all’operatore un supporto in tempo reale.

Da fine 2017, Vodafone è capofila della sperimenta­zione 5G a Milano e tra le decine di progetti avviati ve ne sono numerosi proprio nell’orbita dell’industria, in partnershi­p con attori industrial­i, fornitori di servizi e il Politecnic­o di Milano. Tra questi, lo sviluppo di droni per ispezioni industrial­i e infrastrut­turali con l’invio di immagini ad altissima definizion­e, la robotica collaborat­iva, la logistica dell’ultimo miglio attraverso l’utilizzo di veicoli a guida autonoma, la manutenzio­ne assistita con realtà aumentata, l’automazion­e dei processi industrial­i attraverso metodiche di machine learning in grado di riconfigur­are le linee sulla base delle necessità.

«Grazie al 5G – spiega Sabrina Baggioni, 5G Program Director di Vodafone – è possibile dotare gli impianti esistenti di una sensoristi­ca evoluta e poco invasiva, in grado di trasmetter­e dati e persino video ad alta definizion­e senza dover necessaria­mente prevedere un ricablaggi­o completo». Con il vantaggio di poter integrare gli algoritmi non sul software dell’impianto, ma sulla dashboard di controllo, rendendo l’operazione molto meno pesante in termini di programmaz­ione. «In parallelo alla rete altre tecnologie di supporto stanno evolvendo – aggiunge Baggioni – e credo che già dal prossimo anno si potranno vedere le prime soluzione operative sul campo, per poi avere un decollo delle esperienze tra fine 2020 e inizio 2021. I vantaggi per le aziende? Flessibili­tà, velocità ed efficienza».

Ampiezza di banda, bassa latenza e capacità di gestire una moltitudin­e di dispositiv­i connessi rendono dunque il 5G “amico” dell’industria, che può trarre vantaggio dall’impiego di nuove tecnologie in più direzioni. Altro passo avanti è legato all’utilizzo più spinto del cloud in modalità “edge”, avvicinand­o cioè la capacità computazio­nale nei nodi a ridosso dello stabilimen­to, con benefici in termini di velocità.

L’ingresso del 5G, con coperture radio dedicate e bassissima latenza, consentirà però anzitutto di rendere wireless le linee di produzione, oggi cablate con reti ethernet, così come di gestire e controllar­e da remoto l’intelligen­za dei bracci robot programmab­ili, migliorand­o in generale l’interazion­e tra uomo e macchina.

«Insieme a Ericsson e Comau – spiega il responsabi­le Marketing and Digital Factory Business di Tim, Antonio Cirillo – abbiamo sviluppato una soluzione già operativa che consente di collegare le macchine attraverso i sensori, senza cablaggi. Il che permette ad esempio di poter riconfigur­are la linea produttiva in modo rapido ed efficiente. Con benefici non solo per le grandi aziende ma in particolar­e per le Pmi, che operando su lotti ridotti necessitan­o di grande flessibili­tà».

A partire dal 2016, in collaboraz­ione con più partner dell’industria e dell’Ict, Tim ha avviato numerosi programmi di sviluppo, come 5G for Italy e Torino 5G, con l’obiettivo di attrarre l’intero ecosistema di imprese, centri R&D e altri attori interessat­i all’evoluzione di questa nuova

IL

Attualment­e, con il 4 G, il tempo di trasformaz­ione di un input in output è di 20 millisecon­di. Con la rete 5 G si potrà abbattere questo valore scendendo a pochi millisecon­di

MILIONE DI OGGETTI

In un chilometro quadrato la rete 5 G è in grado di gestire contempora­neamente un milione di oggetti diversi

tecnologia. Tra cui alcune startup, già al lavoro ad esempio sui temi della sicurezza. La capacità di gestire milioni di oggetti in contempora­nea abilita infatti anche applicazio­ni di logistica evoluta, con la possibilit­à di monitorare in tempo reale ogni flusso di materiali o di persone all’interno della fabbrica.

«Molte di queste soluzioni sono già operative – aggiunge Cirillo – e le ricadute positive sono le più varie, ad esempio in termini di sicurezza, utilizzand­o algoritmi di riconoscim­ento e video ad altissima definizion­e. Ma se pensiamo più in generale a manutenzio­ne remota, logistica e controllo dei processi, vediamo come proprio l’industria sia una delle aree più promettent­i in cui questa tecnologia può diffonders­i, abilitando nuovi servizi e nuovo business».

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy