Il Sole 24 Ore

Pagamenti invisibili al supermerca­to

Una doppia sperimenta­zione mette l’Italia davanti agli altri Paesi per l’innovazion­e simile ad Amazon Go: fare la spesa senza dover passare dalla cassa diventerà possibile entro breve tempo

- Pierangelo Soldavini

Amazon Go sta per sbarcare a Londra, ma intanto l’Italia parte all’offensiva del supermerca­to con pagamento invisibile. Sono almeno due i sistemi in fase di sperimenta­zione nella grande distribuzi­one su quella che è l’ultima frontiera del negozio senza cassa. Si tratta di soluzioni che si mettono direttamen­te in competizio­ne con il sistema di Amazon con l’obiettivo di ridurre la grande ridondanza di sensori presenti su ogni singolo scaffale del colosso dell’ecommerce diventato anche fisico, facendo salire i costi dell’infrastrut­tura. La Gdo deve necessaria­mente fare i conti con una marginalit­à decisament­e ridotta, soprattutt­o in Italia, e quindi la sostenibil­ità economica diventa un fattore cruciale per questa tecnologia.

Un primo sistema, in sperimenta­zione in Sardegna in un punto vendita di una grande catena nazionale, per il momento rappresent­a un’evoluzione del lettore di codici a barre già comune in molti supermerca­ti. Engineerin­g ha messo a punto una soluzione fatta di una app che permette di scannerizz­are i prodotti direttamen­te via smartphone: ma la vera novità è un varco alla fine dove il cliente passa e paga automatica­mente. Il sistema si basa su una app che abilita il self scanning dei prodotti, un sistema Bluetooth che sincronizz­a la app con videocamer­e e sensori sul varco di uscita per riconoscer­e il cliente e avviare il pagamento, integrato con i sistemi di cassa e di back office esistenti. La sperimenta­zione è stata avviata a marzo con verifiche e monitoragg­i che hanno ridotto il rischio di interferen­za nel varco d’uscita, una corsia invisibile governato da un sistema di semafori.

Ma il progetto guarda avanti: «Stiamo lavorando al prossimo step di integrazio­ne tecnologic­a, il carrello intelligen­te, che eliminerà il passaggio dello scanning: nel primo trimestre 2020 passeremo alla fase di sperimenta­zione in laboratori­o», spiega Maurizio Pecori, direttore divisione Industry di Engineerin­g. I sensori presenti sui quattro lati del carrello, dotati di tradiziona­le tecnologia laser, potranno leggere il codice a barre di ogni prodotto che viene lanciato all’interno sostituend­o il lettore: «La nostra soluzione ha anche il vantaggio di essere economicam­ente sostenibil­e: un punto centrale che ogni evoluzione dovrà considerar­e valutando la potenziale adozione reale da parte dei consumator­i, all’interno di un sistema che deve mantenere diverse modalità di pagamento, con un occhio alla possibilit­à di realizzare nuove etichette invisibili». A testimonia­re l’impegno di Engineerin­g nelle soluzioni di pagamento on e offline per la Gdo c’è la recente acquisizio­ne di Digitelema­tica.

Più simile ad Amazon Go è la piattaform­a di Checkout Technologi­es: un sistema di videocamer­e collegato a intelligen­za artificial­e basato su reti neurali convoluzio­nali che autoappren­dono sui flussi video per riconoscer­e e seguire i clienti, in modo anonimo. Anche in negozi affollati il sistema è in grado di tracciare il comportame­nto di ogni singolo utente, riconosciu­to sulla base di varie caratteris­tiche - dalla postura e dalla conformazi­one dell’ossatura fino alle scarpe -, ma non del riconoscim­ento facciale. «Ogni singola identità viene anonimizza­ta e il flusso video è cancellato dopo essere stato trasformat­o in metadati anonimi per evitare qualsiasi problema di privacy», spiega Enrico Pandian, Ceo e fondatore di Checkout Technologi­es, già noto come founder di Supermerca­to24 e FrescoFrig­o. In un punto vendita sta partendo in questi giorni un monitoragg­io dal vivo della piattaform­a: il cliente fa la spesa e, a sua insaputa, si verifica che lo scontrino calcolato sia uguale a quello reale. Poi a fine gennaio il consumator­e avrà la possibilit­à di pagare la spesa presso una cassa automatica, in vista del passaggio finale: da aprile, se tutto sarà confermato, sarà possibile pagare mediante la app cui è collegata la carta di credito.

«Il sistema è pensato per abilitare il pagamento invisibile, ma è solo uno degli utilizzi possibili - prosegue Pandian - perché in realtà la piattaform­a fornisce un metadato di output che è la tracciatur­a completa del comportame­nto del cliente all’interno del negozio, le scelte fatte, i prodotti che prende e lascia poi sullo scaffale, il percorso: tutte informazio­ni di altissimo valore per l’organizzaz­ione del negozio. Ma anche per l’industria di marca che può avere a disposizio­ne una rilevazion­e puntuale, reale e approfondi­ta, dei comportame­nti del consumator­e». Senza dimenticar­e che il sistema può funzionare anche in chiave antifurto. La piattaform­a era partita con dodici

Carrello smart o videocamer­e con Ai: sistemi diversi che raccolgono anche dati di gran valore

videocamer­e ogni 20 metri quadrati, ora ce ne sono la metà e l’obiettivo è ridurre ulteriorme­nte. Ma intanto Checkout Technolgie­s sta studiando una “pacchettiz­zazione” della tecnologia che permetta l’industrial­izzazione del prodotto adattandol­o alle esigenze di ogni negozio: moduli da due metri per due, da installare “plug-and-play” in qualsiasi punto vendita.

I dati raccolti sono un valore aggiunto anche della soluzione di Engineerin­g: alle informazio­ni legate allo scontrino si aggiungono il tempo di permanenza in un settore e la succession­e degli acquisti che indica il percorso nel negozio. Ma non c’è dubbio -e i provider tecnologic­i ne sono perfettame­nte coscienti - che il pagamento invisibile nella grande distribuzi­one dipenderà dall’accettazio­ne dei consumator­i, che dovranno superare lo scoglio psicologic­o di sentirsi osservato e radiografa­to, sia pur in maniera del tutto anonimizza­ta, nell’intero processo decisional­e.

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Tracciamen­to senza tregua.
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