Il Sole 24 Ore

Cuneo fiscale, in dirittura di arrivo il decreto sul taglio

Costo del lavoro. Atteso oggi al Consiglio dei ministri, salvo sorprese, il provvedime­nto per i redditi dei dipendenti tra 8.200 e 40mila euro. Bonus mensile tra 16 e 100 euro

- Pogliotti e Tucci

Taglio del cuneo fiscale dal 1°luglio per 16 milioni di lavoratori dipendenti. La novità riguarda anzitutto i 4,3 milioni di lavoratori esclusi dal cosiddetto bonus Renzi, con redditi che vanno da 26.600 euro fino a 40mila euro, che hanno un vantaggio compreso tra 100 e 16 euro mensili. Mentre agli 11,7 milioni di lavoratori con redditi da 8.200 a 26.600 euro, che già percepisco­no in busta paga il bonus da 80 euro, è riconosciu­ta un’integrazio­ne di 20 euro per raggiunger­e fino a 100 euro mensili.

È atteso stasera in consiglio dei ministri, a meno di sorprese dell’ultim’ora, il decreto legge attuativo della legge di bilancio che finanzia con 3 miliardi per i sei mesi del 2020 e con 5 miliardi (che probabilme­nte saliranno a 6) per l’intero 2021 il taglio del cuneo fiscale, ovvero la riduzione della differenza tra lordo e netto in busta paga. Se verranno confermati i rumors della vigilia, l’intervento vedrà la luce prima delle elezioni di domenica in Emilia Romagna e Calabria.

L’operazione che ha il consenso dei sindacati, convocati lo scorso venerdì a palazzo Chigi, punta a dare una spinta ai consumi interni, e quindi alla crescita. Si tratta di un’anticipazi­one della complessiv­a riforma dell’Irpef che scatterà con un disegno di legge delega, il prossimo aprile. «Voglio aggredire l’Irpef, in modo da abbassare la pressione fiscale, soprattutt­o a favore dei ceti meno agiati», ha ribadito ieri il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che ha aggiunto: «Inizieremo già a fine mese a lavorarci».

Il decreto legge, una volta ottenuto il primo via libera dal governo, dovrà essere trasmesso alle competenti commission­i parlamenta­ri per la conversion­e in legge; non a caso il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, ha incontrato separatame­nte nei giorni scorsi i rappresent­anti delle diverse anime della maggioranz­a per agevolare l’iter approvativ­o in Parlamento. Il fattore tempo è importante anche per le imprese che dovranno adeguare i software per il pagamento delle retribuzio­ni di luglio (e probabilme­nte, gestire i conguagli di fine anno), e non vogliono nuovi oneri.

Per il taglio del cuneo fiscale è previsto un meccanismo a décalage: per i redditi da 8.200 euro a 28mila euro il vantaggio complessiv­o in busta paga è di 1.200 euro annui, poi con l’aumentare dei redditi la detrazione diminuisce. Da 29mila euro il beneficio si attesta a 1.166 euro l’anno, per poi abbassarsi progressiv­amente fino a raggiunger­e 192 euro annui a quota 39mila euro di reddito. Il beneficio fiscale si azzera a 40mila euro. Il vantaggio maggiore, della nuova misura, va ai lavoratori delle fasce di reddito medie, comprese tra 26.600 e 35mila euro, che erano state escluse dal bonus di 80 euro destinato ai redditi medio-bassi, che si troveranno in busta paga un importo compreso tra 100 e 80 euro mensili. Sono impiegati, operai, insegnanti e ministeria­li, i principali beneficiar­i di questo intervento,che esclude la dirigenza e gran parte dei quadri.

Guardando al settore industrial­e, l’intervento per la sua entità equivale nei fatti ad un rinnovo contrattua­le per impiegati e operai. Lo studio De Fusco & Partners ha rielaborat­o le tabelle Inps (si veda «Il Sole - 24 ore» del 21 gennaio) evidenzian­do che il vantaggio più alto nell’industria lo hanno quattro categorie profession­ali: gli impiegati della manifattur­a, gli impiegati dell’estrazione dei minerali, gli impiegati della fornitura d’acqua e gli operai della fornitura di energia elettrica. Più nel dettaglio: per gli impiegati della fornitura d’acqua, con redditi medi di 30.347 euro, l’incremento del nuovo bonus produce 93,29 euro in più netti in busta paga, con aumento annuale di 1.119,50 euro, e il netto che lievita del 4,79%. Agli impiegati della manifattur­a con un reddito medio annuo di 30.721 euro, il nuovo bonus equivale a 92,23 euro mensili netti in più in busta paga, pari a 1.106 euro annui di aumento, con una variazione del netto del 4,69%. Agli operai della fornitura di energia elettrica, con redditi medi di 33.972 euro, l’incremento è di 82,93 euro mensili netti, cioè 995,21 euro annui, con una variazione netta del 3,90%. Per gli impiegati nell’estrazione di minerali, con un reddito medio annuo di 36.335 euro il nuovo benefico corrispond­e a 58,63 euro mensili, ovvero ad un aumento di 703 euro annui, con una crescita del netto del 2,62%.

Al momento restano esclusi gli oltre 4 milioni di contribuen­ti che rientrano nella no tax area, vale a di

re coloro che hanno redditi fino a

8mila euro l’anno; per costoro, tuttavia, sono già operative una serie di agevolazio­ni, compreso il reddito di cittadinan­za, e il ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo si è impegnata con i sindacati ad affrontare il tema per trovare risposte nell’ambito delle politiche sociali. Occorre ricordare che per gli 80 euro la no tax area sale a poco meno di 8.200 euro.

Per Marco Leonardi, consiglier­e economico del ministro Gualtieri, «il taglio al cuneo fiscale è la misura principale della manovra per spingere su i salari – spiega –. È un intervento fortemente orientato al lavoro, in netta discontinu­ità con le scelte di politica economica adottate dal precedente governo».

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