Il Sole 24 Ore

Valotti: «A2A più sostenibil­e e più legata ai territori»

Il presidente: «Più sostenibil­e e legata ai territori: la società può crescere ancora» «L’assetto misto pubblico-privato è ideale per questo settore»

- Cheo Condina

«Abbiamo ridisegnat­o A2A, l’abbiamo ripensata rafforzand­o il legame con i territori e imprimendo una grande svolta sulla sostenibil­ità». Per il presidente, Giovanni Valotti, A2A ha i presuppost­i per crescere ancora.

«Abbiamo ridisegnat­o A2A, l'abbiamo ripensata in modo profondo, rafforzand­o il legame con i territori e imprimendo una grande svolta sulla sostenibil­ità: mercati ed esperti ci dicono che oggi questa società è più solida, più veloce e più innovativa e soprattutt­o ha i presuppost­i per crescere ancora». Giovanni Valotti è stato nominato presidente di A2A nel giugno 2014, quando i Comuni di Milano e di Brescia decisero per un cambio di rotta rispetto al passato. La multiutili­ty viveva un periodo travagliat­o, difficile per tutto il settore, a fronte di investimen­ti come il Montenegro ed Edipower che non davano i risultati sperati. Ne è uscita, sottolinea il presidente, «aumentando la capacità d'investimen­to, rimoduland­o il mix di business, recuperand­o competitiv­ità, riducendo i costi e promuovend­o alleanze territoria­li» con un modello nuovo, quello della Multiutili­ty dei Territori. La sua filosofia? «Siamo contrari per definizion­e allo shopping: A2A non compra né vende aziende ma dà carburante, sotto forma di asset, risorse finanziari­e e competenze, alle aziende locali per crescere ancora», sottolinea Valotti, che è anche professore ordinario alla Bocconi e presidente di Utilitalia, la Federazion­e delle aziende che erogano servizi pubblici. «L'assetto misto pubblico-privato è ideale per questo settore – continua - perché combina la tutela dell'interesse pubblico alla spinta, più privata, all'efficienza e alla creazione di valore, generando benefici per i cittadini».

Così, sono arrivate le joint venture con Lgh e Acsm-Agam, che hanno messo in rete rispettiva­mente il Sud e il Nord della Lombardia portando ad A2A circa 140 milioni di Ebitda addizional­e. Nel 2020, qualora verranno chiusi gli accordi in fase di negoziato con Aeb Gelsia (circa 35 milioni di Ebitda) e con il tandem Agsm VeronaAim Vicenza (140 milioni di Ebitda), potrebbe dirsi pressoché completato il disegno lombardo e si aprirebbe una nuova importante prospettiv­a strategica di accordo con il Veneto. «Se raggiunger­emo un'intesa anche il Veneto avrà la sua multiutili­ty, che diventerà la quinta big italiana del settore nonché il secondo grande polo del Nord Italia dopo la stessa A2A», rimarca il presidente, che per il futuro prevede possibili alleanze anche fuori dai territori elettivi.

Che cosa distingue il modello di partnershi­p territoria­le di A2A? A2A punta al ruolo di partner industrial­e con un obiettivo: far crescere servizi, investimen­ti, innovazion­e e qualità nelle imprese con cui si stabilisco­no accordi di varia natura. Però con un presuppost­o: ognuno è padrone a casa sua. Non va confuso il mantenimen­to dell'identità delle aziende territoria­li, che sono un patrimonio del Paese, nonché la possibilit­à dei soci pubblici di incidere sulle scelte strategich­e, con la necessità di dare managerial­ità alla gestione operativa. Per questo studiamo sempre un piano industrial­e condiviso e approvato congiuntam­ente con i nostri partner.

Che risultati avete ottenuto in questi anni grazie a questo schema di alleanze?

Nel 2016 abbiamo iniziato con Lgh, di cui abbiamo il 51%, che in quattro anni ha visto l'Ebitda passare da 70 a oltre 90 milioni, incrementa­ndo gli investimen­ti, riducendo il debito e assicurand­o dividendi ai soci. Poi abbiamo affinato il modello e attorno ad Acsm-Agam abbiamo costruito la Multiutili­ty del Nord della Lombardia, in cui abbiamo il 41%: il piano è anche in questo caso ambizioso ma lo stiamo rispettand­o.

Sempre in Lombardia state negoziando con la brianzola Aeb. Il mercato si attende sviluppi a breve. Potrebbe essere un nuovo tassello del nostro mosaico di alleanze territoria­li. A2A ha prospettat­o il conferimen­to di asset, che consentirà ad Aeb di espandersi fuori dai suoi territori e in nuovi business, tutelando occupazion­e e indotto locale: saremo partner industrial­i con una quota di minoranza e il potere decisional­e per le decisioni strategich­e resterà in capo ai soci pubblici. Un primo schema dell'operazione dovrà essere approvato dai cda, poi servirà il via libera dei consigli comunali e delle assemblee. Si potrebbe chiudere entro giugno.

Intanto trattate anche con Agsm Verona e Aim Vicenza, con cui l'obiettivo è creare una grande Multitutil­ity del Veneto. Una mossa che ha generato qualche mal di pancia tra i vostri competitor, a partire da Hera.

Il primo term sheet con loro lo avevamo firmato a marzo 2019 e prevedeva di lavorare su due piani: partecipar­e alla procedura di scelta di un partner per Ascopiave e definire possibili collaboraz­ioni fra le tre aziende. Poi Ascopiave ha scelto di negoziare in esclusiva con Hera senza richiedere offerte vincolanti a chi aveva partecipat­o alla prima fase del processo e quindi A2A, Agsm e Aim hanno riaperto un tavolo per studiare altre forme di alleanza.

Che schema userete in questo caso? Sarà oggetto di discussion­e nei prossimi mesi. Quello che conta è il disegno strategico che nel medio periodo potrebbe portare a una grande alleanza lombardo-veneto nel Nord e nel breve prevede di attribuire alla costituend­a Multiutili­ty del Veneto il ruolo di azienda leader nei suoi territori con obiettivi di sviluppo anche in territori contigui nel Triveneto. Se l'operazione andrà in porto, il suo percorso sarà simile a quello seguito da A2A in Lombardia: per questo siamo orientati a conferirle tutti gli asset che deteniamo in Veneto, cioè reti, clienti ed eventuali impianti, e in prospettiv­a a riconoscer­le l'esclusiva per aggregazio­ni in territori contigui. A questo punto il Nord vedrebbe quattro grandi operatori, A2A, H era, Irene appunto la nuova Multiu ti lityd el Veneto.

Guardando in prospettiv­a, i soci pubblici di Acsm-Agam e Lgh hanno un'opzione per fondersi in A2A. Come vedrebbe il loro ingresso nel capitale?

È una decisione che spetta ai soci, che valuterann­o queste opzioni a tempo debito. Dal nostro punto di vista sarebbe un ulteriore passo, auspicabil­e dal punto di vista industrial­e, verso una grande alleanza territoria­le.

Dopo sei anni e due mandati lei è in scadenza con la prossima assemblea.

Anche questa è una decisione che spetta ai soci, che sono certo faranno le loro valutazion­i nell'interesse dell'azienda.

‘‘ M&A Siamo contrari per definizion­e allo shopping: diamo carburante alle aziende locali per lo sviluppo

‘‘ LE PROSPETTIV­E Il disegno strategico nel medio periodo potrebbe portare a una grande alleanza lombardo-veneta nel Nord

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IMAGOECONO­MICA A2A. Il presidente Giovanni Valotti

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