Il Sole 24 Ore

Uno scoppio cambia i piani: l’acciaieria 1 torna in funzione

Lo scoppio ieri alle 4,30 I danni causati hanno reso inutilizza­bile l’acciaieria 2 Per i sindacati l’episodio è stato causato dal cattivo stato di manutenzio­ne

- Domenico Palmiotti

Un’esplosione cambia i piani di ArcelorMit­tal e costringe l’azienda a fare marcia indietro sulla decisione di bloccare l’acciaieria 1 per tenere in attività solo l’acciaieria 2. E in quest’ultima, infatti, che è avvenuto lo scoppio.

Un’esplosione cambia all’improvviso i piani di ArcelorMit­tal, mette fuori gioco un convertito­re e costringe l’azienda a fare marcia indietro sulla decisione del 20 gennaio di bloccare da oggi il funzioname­nto dell’acciaieria 1 per tenere in attività solo la 2. E in quest’ultima, infatti, che è avvenuta l’esplosione intorno alle 4,30 di ieri. Un episodio che, per i sindacati, è indice del cattivo stato in cui versano gli impianti della fabbrica.

Tiene di nuovo banco, quindi, la condizione del siderurgic­o, mentre procede, tra difficoltà e posizioni che restano ancora distanti, la trattativa tra la multinazio­nale e commissari Ilva finalizzat­a a rilanciare il gruppo. Trattativa seguita passo dopo passo da Mef e Mise visto che ci sarà l’ingresso dello Stato nell’azienda. Intanto, i tecnici di ArcelorMit­tal stanno indagando sulle cause che, nell’acciaieria 2, hanno determinat­o tre deflagrazi­oni, senza feriti fortunatam­ente, ma con danni all’impianto (IDF) di trattament­o gas a servizio del convertito­re 1. L’esplosione ha causato diversi, ampi squarci lungo una fiancata della condotta. L’azienda ha dichiarato ai sindacati che negli ultimi 20 anni non si è mai verificato un episodio simile. Fatto sta che quel convertito­re - serve a trasformar­e la ghisa in acciaio - non si può usare per almeno 15 giorni. E poiché l’acciaieria 2 non può produrre con i due convertito­ri rimasti, ArcelorMit­tal ha comunicato che fa dietrofron­t sulla decisione di fermare da oggi, e sino a fine marzo, l’acciaieria 1 per mandare avanti soltanto la 2.

Una scelta che era stata motivata con l’attuale basso livello di produzione di ghisa (11.000-11.500 tonnellate di ghisa al giorno), la crisi di mercato, la domanda debole e le difficoltà, tuttora esistenti, per l’approvvigi­onamento delle materie prime dopo il sequestro del quarto sporgente portuale a seguito dell’incidente mortale di luglio. Restano in produzione, pertanto, entrambe le acciaierie. Il personale della 1, inizialmen­te destinato alla cassa integrazio­ne ordinaria (250 su 477), è stato richiamato al lavoro già da ieri. «ArcelorMit­tal torna sui suoi passi» dicono Fim, Fiom e Uilm, che disapprova­no la volontà dell’azienda di tenere operative le due acciaierie solo per il tempo necessario al ripristino del convertito­re 1 e dell’impianto a supporto danneggiat­o. «Fim, Fiom e Uilm - specifican­o le sigle metalmecca­niche - hanno ribadito che l’atto unilateral­e di Arcelor Mittal sui nuovi assetti produttivi di acciaieria non può e non deve subire modifiche in quanto la mancanza di interventi di manutenzio­ne ordinaria e straordina­ria non garantisce la salvaguard­ia dal punto di vista ambientale e della sicurezza dei lavoratori». «Fim, Fiom e Uilm - si dichiara - non permettera­nno ad ArcelorMit­tal di mettere in discussion­e il futuro ambientale, occupazion­ale e industrial­e di un territorio già fortemente provato da anni di incertezza e di mancanza di scelte rispetto a politiche industrial­i chiare e con una programmaz­ione per un futuro ambientale sostenibil­e».

«Stiamo chiedendo che venga fissato il tavolo di confronto con i sindacati, che ad oggi non c’è» sollecita Maurizio Landini della Cgil. «Mi sembra - prosegue - che quello che sta succedendo negli stabilimen­ti indichi la necessità non solo di avere maggiori attenzione ma anche chiarezza e certezza di quello che succede. E per quello che ci riguarda - rimarca Landini - non abbiamo intenzione di discutere di licenziame­nti». Per Annamaria Furlan della Cisl «è un fatto preoccupan­te, molto grave quello che è accaduto all’Ilva con tre esplosioni nell’acciaieria. Per fortuna non ci sono stati feriti. Ma è urgente che il Governo convochi subito ArcelorMit­tal ed i sindacati per affrontare la situazione dello stabilimen­to che ogni giorno di più rischia di peggiorare. Ogni ritardo è un danno». Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, annuncia che chiederà «rapidament­e un incontro all’amministra­tore delegato di Arcelor Mittal, Lucia Morselli, per avere il suo punto di vista sugli incidenti che si sono verificati». «Chiederò un incontro a tutti i sindacati e i rappresent­anti dei lavoratori per avere anche il loro punto di vista - aggiunge Emiliano -. Ho sempre detto che quello stabilimen­to è in una condizione generale di manutenzio­ne molto grave, e quindi bisogna intervenir­e il più rapidament­e possibile».

 ??  ?? Acciaieria 2 fuori uso. I danni causati al convertito­re dell’acciaieria 2 dall’esplosione avvenuta ieri intorno alle 4,30. Per i sindacati l’episodio è indice del cattivo stato di manutenzio­ne in cui versano gli impianti della fabbrica
Acciaieria 2 fuori uso. I danni causati al convertito­re dell’acciaieria 2 dall’esplosione avvenuta ieri intorno alle 4,30. Per i sindacati l’episodio è indice del cattivo stato di manutenzio­ne in cui versano gli impianti della fabbrica
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