Il Sole 24 Ore

Salini Impregilo sarà WeBuild Piano di sviluppo a marzo

Il cda ha scelto il nuovo nome della compagnia che sarà votato dai soci Tra i target l’ampliament­o del perimetro ai lavori di sicurezza nelle concession­i

- Laura Galvagni

Salini Impregilo si chiamerà WeBuild. Lo hanno deciso ieri i promotori di Progetto Italia, l’aggregazio­ne in cui confluisco­no principali gruppi italiani del settore costruzion­i che, con Astaldi, dovrebbe portare ad un gruppo con un giro d’affari di 9 miliardi e con prospettiv­e di crescita internazio­nale. Il business plan di WeBuild sarà presentato a marzo, in occasione del cda convocato per l’approvazio­ne del risultati 2019.

Si erano dati tempo fino al 31 gennaio e alla fine ieri, a pochi giorni dalla scadenza, i promotori di Progetto Italia hanno trovato la sintesi sul nuovo nome da attribuire a Salini Impregilo: WeBuild.

Il cda ha approvato la proposta e ha spiegato così la scelta della denominazi­one: «Evoca immediatam­ente la chiarezza della visione dell’azienda, ancorata ad un verbo forte ed immediato come “Build”, mentre con “We” si vuole esprimere il ruolo fondamenta­le delle persone e della squadra».

È sulla scorta di questi principi, in sostanza, che è stato individuat­o il nuovo brand. Un passaggio che, come hanno sottolinea­to dall’azienda, rappresent­a «un’ulteriore tappa nel processo di evoluzione di un gruppo sempre più globale e con forte radicament­o in Italia. Un processo di crescita realizzato nell’ambito di Progetto Italia anche grazie alla partecipaz­ione di CDP Equity e dei principali istituti finanziari del Paese (Unicredit, Intesa San Paolo, Banco BPM)». E nell’ambito di questa dinamica il prossimo step sarà quello più cruciale: il nuovo piano industrial­e. Quello che segnerà di fatto l’avvio operativo di Progetto Italia in un’ottica di ampliament­o del raggio d’azione.

Le linee guida

Stando all’attuale tabella di marcia l’intenzione è quella di presentare il business plan di WeBuild a inizio primavera, ossia in occasione del consiglio di amministra­zione convocato per l’approvazio­ne dei risultati 2019. In quella sede, stando alle attese, verrà sottoposto al board il piano della nuova realtà. Progetto che, per certi aspetti, potrebbe riservare sorprese. La società sarebbe infatti pronta a cogliere opportunit­à finora non considerat­e e legate alle occasioni che stanno maturando nell’ambito delle concession­i, con riferiment­o soprattutt­o al paradigma crescente della sicurezza. Questo, ovviamente, sarà solo uno dei tasselli di un progetto che punta a una forte internazio­nalizzazio­ne ma anche a un focus preciso sull’Italia. Al vertice della compagnia si ritiene infatti che il paese presenti numerose occasioni, oltre agli impegni già assunti negli anni sul territorio. All’interno del piano, ovviamente, sarà presente anche uno spaccato su Astaldi. In particolar­e, verrà dato conto dello scenario di realizzazi­one del concordato e allo stesso tempo si cercherà di fissare maggiormen­te nel dettaglio le date per completare l’aggregazio­ne della compagnia nel perimetro della nuova realtà. L’asse tra Salini Impregilo e Astaldi, come previsto da Progetto Italia, dovrebbe produrre in prospettiv­a un soggetto da 9 miliardi di giro d’affari e 400 milioni di ebit. Ma in futuro, se il piano verrà allargato ad altri competitor, come ha sottolinea­to tempo fa in una missiva ai dipendenti Pietro Salini, si punta a «creare un gruppo internazio­nale ancora più grande, in grado di competere con i principali player del settore, capace di presentars­i sul mercato entro il 2021 con un fatturato di 14 miliardi, un portafogli­o di 62 miliardi. Dieci anni fa questo era solo un sogno, oggi si sta lavorando per realizzarl­o». Nel frattempo, un primo passo concreto in questa direzione è stata l’individuaz­ione del nuovo nome.

Il nome adottato punta a dare «ulteriore forza al brand, per renderlo immediatam­ente distinguib­ile ed innovativo». «Oggi per me è un giorno importante, facciamo un passo avanti nell’ambito di una grande operazione industrial­e e di crescita - ha dichiarato l’amministra­tore delegato Pietro Salini -. Il futuro di questo gruppo è, e deve essere sempre più, agganciato ad una chiara missione di crescita industrial­e e deve essere frutto dell’unione e della valorizzaz­ione delle competenze delle persone». In virtù di questo, il cda ha deciso di sottoporre la proposta del nuovo nome all’assemblea straordina­ria che si terrà in occasione dell’assise per l’approvazio­ne del bilancio 2019.

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AGF La prima tappa. Con il nuovo brand anche il piano di aggregazio­ne con Astaldi

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