I fari dei mercati puntati sugli effetti del voto locale
Spread in temporaneo rialzo per Di Maio, poi il rientro agli stessi livelli della vigilia
La politica italiana testa i nervi dei mercati finanziari e ottiene per il momento risposte tranquillizzanti, almeno per quanto riguarda i titoli di Stato. Le dimissioni di Luigi Di Maio da guida politica del Movimento 5 Stelle hanno infatti avuto un effetto momentaneo ieri sui rendimenti dei titoli di Stato, che si sono innalzati nella prima parte della giornata per poi terminare però la seduta addirittura in discesa di un centesimo, con il decennale a 1,35% e lo spread nei confronti del Bund sugli stessi livelli della vigilia a quota 161.
Chiaro che l’attenzione degli investitori - e in particolare di quelli esteri che, come sottolineato due giorni fa da uno studio di UniCredit Research sono tornati nel 2019 a puntare forte sul debito italiano con acquisti netti complessivi per 90 miliardi di euro nei primi 11 mesi dell’anno - è tutta dedicata alle elezioni regionali in programma in Emilia Romagna e Calabria e sulla successiva tenuta dell’attuale compagine di Governo di fronte all’esito delle urne. «Se i due partiti nella coalizione al potere non fossero più in grado di trovare un terreno comune in seguito al rimpasto M5S, il rischio di elezioni anticipate potrebbe aumentare», ricordava ieri mattina Joao Almeida di Morgan Stanley
in una nota: un modo per aiutare gli operatori che risiedono fuori dai confini nazionali a districarsi fra le complesse vicende politiche italiane, valutando le eventuali conseguenze dei movimenti all’interno dei singoli partiti e quelle di un voto che, sulla carta, non sarebbe su scala nazionale.
Del resto, come segnalava qualche giorno fa Credit Suisse in uno studio dal tono per certi versi provocatorio sulle 10 possibili «sorprese» del 2020, un’eventuale crisi politica (scenario non centrale nelle attese degli analisti della banca elvetica) potrebbe contribuire a far sprofondare l’Italia in una crisi di finanziamento, innalzando rapidamente lo spread sul Bund fino a 350 punti. Ipotesi del genere restano evidentemente ancora lontane dai radar degli operatori sui mercati, che tuttavia continuano a monitorare la situazione con attenzione, in attesa quantomeno di capirne di più dopo la tornata elettorale di domenica.
Piazza Affari in sé ha finito per chiudere in ribasso dello 0,58%, ma il suo risultato non è stato poi così distante da quello degli altri listini europei, tutti accomunati dal segno meno per una certa cautela legata anche alle parole minacciose del preside Usa Donald Trump sulla possibile imposizione di dazi sulle auto europee. Se proprio un riflesso delle novità in casa 5 Stelle lo si vuol vedere occorre in questo caso valutare il rialzo in controtendenza del titolo Atlantia (+2%), al quale il passo indietro di Di Maio darebbe evidentemente una mano sul tema concessioni: poco più che schermaglie in attesa del vero duello.