I porti di Venezia e Chioggia toccano 21 miliardi di ricavi
L’impatto sull’occupazione è quantificabile in oltre 92mila posti di lavoro Primato di Venezia in ambito crociere, Chioggia vince nella pesca
«Il porto di Venezia fa tante cose, possiede tutte le caratteristiche per fornire un servizio all’intero Paese e non solo al Veneto, sia in ambito turistico sia in ambito industriale». Così il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale, Pino Musolino, commenta i risultati della ricerca che sarà presentata oggi, a Venezia, sull’impatto economico sociale del sistema portuale veneto.
È la prima volta che l’impatto sul territorio del sistema formato dai porti di Venezia, Marghera e Chioggia viene misurato così analiticamente. La ricerca è frutto della collaborazione tra Autorità portuale e Camera di Commercio Venezia Rovigo, in accordo con Unioncamere Veneto e con il patrocinio del ministero delle Infrastrutture.
Dall’indagine emerge il primato del porto di Venezia nell’ambito crocieristico a livello nazionale, collocandosi al primo posto per passeggeri movimentati come home port, cioè porto di approdo e partenza delle tratte e luogo dove vengono svolte attività di manutenzione e approvvigionamento delle navi. Risulta al tempo stesso il settimo porto nazionale per traffici mercantili (scalo di Marghera) e uno dei primi porti per diversificazione delle attività svolte. Analizzando l’intero sistema portuale è evidente il primato del porto di Chioggia nel settore della pesca, posizionandosi al secondo posto dopo Mazara del Vallo per tonnellate complessive di stazza della flotta di pescherecci.
I numeri
Vediamo i numeri principali. L’impatto totale sull’occupazione del sistema Venezia-Marghera-Chioggia è quantificabile in 92.284 posti di lavoro, il 61% dei quali ricade all’interno dell’ambito mmetropolitano, mentre il 13% rientra all’interno nel resto del territorio regionale e il rimanente 26% è distribuito nel contesto nazionale. L’impatto economico complessivo, ovvero la produzione diretta, indiretta e l’indotto, conduce invece a una stima pari a 21 miliardi di euro, dove il valore della produzione generata direttamente dal sistema porto ammonta a 11,7 miliardi, mentre risulta pari a 7 iliardi il valore della produzione indiretta e a 2,3 miliardi il valore della produzione indotta, ovvero della produzione generata dai consumi delle retribuzioni lorde percepite dalla forza lavoro coinvolta.
Del valore della produzione totale prodotta, circa 10,6 miliardi ricadono all’interno della città metropolitana, mentre 3,9 miliardi ricadono nel resto del territorio regionale e i rimanenti 6,4 miliardi risultano distribuiti nel resto del territorio nazionale. Se per gli impatti economici diretti il maggior beneficiario è il territorio locale, nel caso degli impatti indiretti e indotti la maggior parte degli effetti si localizza altrove, a conferma delle interconnessioni esterne generate dal sistema portuale del Mare Adriatico Settentrionale.
Restringendo il campo d’indagine è possibile quantificare in 1.260 le aziende direttamente impiegate nel sistema portuale di Venezia e a 322 le aziende impiegate nel sistema portuale di Chioggia, con un impiego totale di 21.175 addetti.
I commenti
«Il sistema portuale composto da Venezia, Marghera e Chioggia - continua Musolino - è un attivatore di energie, un generatore di sviluppo, un motore di innovazione, che però fatica a essere percepito tale dalla politica e da settori dell’opinione pubblica.
Questa ricerca vuol far toccare con mano l’importanza dei nostri porti». Anche il presidente della Camera di Commercio di Venezia Rovigo è sulla stessa lunghezza d’onda. «Questo studio - spiega Fedalto - vuole essere una fotografia oggettiva dell’impatto sociale ed economico del Porto di Venezia e di Chioggia, per valutarne le ricadute e le potenzialità ancora inespresse e condividerle con il sistema economico, le categorie e le istituzioni per individuare strategie e interventi mirati. Il sistema portuale veneto prosegue Fedalto - è una struttura multifunzionale di enorme valore enorme per il ruolo che gioca a tutti i livelli regionale, nazionale ed europeo. Per questo occorre lavorare su queste potenzialità e svilupparle puntando ad accogliere investimenti logistici e per questo è necessario progettare strumenti che ne favoriscano la loro attrazione ed in tale direzione va sottolineata la rilevanza strategica della Zona logistica semplificata».
Porto multipurpose
L’analisi della composizione del sistema portuale in termini di funzioni e filiere attivate ha messo in evidenza come il sistema portuale del Mare Adriatico settentrionale abbia una specifica vocazione di porto multipurpose (aspetto particolarmente presente nel porto di Venezia). Dato di estrema rilevanza in quanto in un porto multifunzionale nessun ambito prevale in maniera rilevante, ma i diversi settori e filiere risultano equamente bilanciati. Il porto di Venezia in particolare lavora e si relaziona infatti con le filiere agroalimentari, siderurgiche, chimiche, energetiche, oltre a quelle commerciali e turistiche, non solo del Veneto ma anche del Nord Italia. Analizzando l’intero sistema portuale, e dunque includendo anche il Porto di Chioggia, è coinvolta anche la filiera della pesca.