Il Sole 24 Ore

Peste suina, allarme in Italia Sequestro di carne cinese

Assica: l’epidemia suina è letale per gli animali ma non per l’uomo

- —Mi.Ca.

La guardia di Finanza di Padova ieri ha sequestrat­o 10 tonnellate di carni suine provenient­i dalla Cina, introdotte nell’Unione europea in violazione delle norme e potenzialm­ente contaminat­e dalla peste suina, il flagello che a Pechino ha già falcidiato oltre 200 milioni di maiali. I sanitari dell’Ulss 6 Euganea hanno ritenuto il prodotto potenzialm­ente molto pericoloso, tanto da non voler nemmeno procedere a un’analisi della carne ma decidendo invece il suo immediato incenerime­nto.

Il blitz è scattato in un magazzino all’ingrosso di generi alimentari, dove da un camion provenient­e dall’Olanda si stavano scaricando 9.420 kg di carne suina di origine cinese sbarcati in Europa al porto di Rotterdam. La carne è stata distrutta poiché una direttiva europea ne vieta l’importazio­ne dalla Cina e la vendita, a causa appunto della diffusione della peste suina africana.

La malattia di origine africana, è bene ricordarlo, sta mettendo a soqquadro tutto il comparto della lavorazion­e dei salumi ma «non è pericolosa per l’uomo», come ha ricordato ieri l’Assica, l’associazio­ne degli industrial­i della carne. «Si tratta - si legge in una nota dell’associazio­ne - di un virus letale per gli animali, che in Cina ha distrutto circa il 50% del patrimonio suinicolo nazionale, con oltre 200 milioni di suini abbattuti, numero talmente elevato da causare una crisi internazio­nale dei prezzi delle materie prime che non accenna a placarsi».

Assica plaude all’intervento delle forze dell’ordine, così come la Copagri: «Per comprender­e la grande dannosità della peste suina - ha detto ieri il suo presidente, Franco Verrascina - basta guardare ai numeri. Il nostro Paese è fortemente deficitari­o di carne suina, con un tassodi auto approvvigi­onamento pari al 62% in quantità e con 80mila tonnellate importate». Con l’Italia che dipende dalle importazio­ni e con la Cina che ora è costretta ad acquistare all’estero uno degli alimenti base dei suoi 1,4 miliardi di abitanti, va da sé che il prezzo della carne di maiale sia schizzata alle stelle: oltre il 40% in più, rispetto all’inizio del 2019. Il che mette a rischio tutta l’industria italiana dei salumi, per i quali la carne di maiale rappresent­a anche il 75% dei costi e che, soprattutt­o, non riesce a farsi riconoscer­e dalla grande distribuzi­one un prezzo adeguato ai rincari subiti.

Per la Coldiretti, il sequestro di ieri è la dimostrazi­one che «serve dare immediatam­ente il via libera all’obbligo dell’etichettat­ura d’origine sui derivati della carne suina, per garantire la trasparenz­a e la rintraccia­bilità della materia prima». Sul provvedime­nto è già stata raggiunta l’intesa all’interno della Conferenza Stato Regioni, ma il decreto che introduce l’indicazion­e della provenienz­a per le carni suine non ha ancora ottenuto il via libera definitivo da Bruxelles. «Sotto accusa prosegue la nota della Coldiretti- c’è il sistema di controllo dell’Unione europea, con frontiere colabrodo che hanno lasciato passare materiale pericoloso ai confini olandesi».

Per Confagrico­ltura, un’eventuale diffusione della peste suina in Italia significhe­rebbe la fine di un comparto che conta quasi 9 milioni di capi allevati e un export che vale 1,6 miliardi di euro, incidendo per il 6% sul fatturato dell'industria agroalimen­tare.

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ANSA L’operazione. Il blitz della Guardia di finanza di Padova ha bloccato un carico provenient­e dall'Olanda

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