Fusione tra Fca e Psa entro un anno Manley: «Non c’è ritardo, serve tempo»
«Le sinergie arriveranno da piattaforme e acquisti comuni e da più volumi» I tempi legati al verdetto dell’Antitrust ma sono esclusi colpi di scena
La fusione tra Psa e Fca sarà conclusa nel giro di un anno. Mike Manley, Ceo di Fca e presidente di Acea, ribadisce, nella prima occasione pubblica dopo la presentazione del memorandum di intesa tra i due gruppi, che il cantiere è ben avviato e che non ci sono ostacoli, né ritardi all’integrazione preannunciata. Il dialogo tra Torino e Parigi è costruttivo e la tabella di marcia sarà rispettata.
«Penso che ci vorranno dai 12 ai 14 mesi» per completare la fusione Fca-Peugeot «perché ci sono molti territori in cui operiamo: non c’è un ritardo ma occorre tempo», ha detto Michael Manley a Bruxelles come presidente dell’Acea, aggiungendo che «i colloqui stanno andando avanti molto bene».
«Per quanto riguarda il futuro degli stabilimenti dei due gruppi», ha aggiunto Manley a margine della conferenza stampa Acea, «questi hanno la reputazione di essere già snelli per cui la gran parte delle sinergie arriverà dalle piattaforme comuni, dall’aumento dei volumi, dagli acquisti comuni. Questo è il vero focus per noi». È già noto che nel programma della fusione si prevede di produrre più di 8,7 milioni di auto che è la somma di quanto producono oggi i due gruppi.
Quanto alla ricerca e sviluppo «viviamo in un decennio in cui ne occorre moltissima per sviluppare il business in linea con le regole delle varie giurisdizioni». Alla domanda su quale sarà la piattaforma usata per quale marchio, Manley ha risposto che «gran parte di questo problema sarà intuitivo: la piattaforma globale di fatto è una chimera, per me è quasi un mito. Ciò su cui occorre focalizzarsi davvero è sulle piattaforme applicabili in ogni area per servire la base dei clienti e rispettare le norme in vigore per quanto concerne la scelte tecnologiche». Tutto questo «non vuol dire che non avremo volumi significativi: in Europa l’anno scorso ci sono state 15,3 milioni di immatricolazioni e se si è un “player” di peso si possono ottenere grandi volumi nei vari segmenti».
Il percorso finanziario e industriale di quello che sarà il quarto gruppo mondiale del settore auto sembra dunque già tracciato. La priorità, al momento, è capire eventuali condizioni del via libera dell’Antitrust. Dalle verifiche informali, riferiscono alcune fonti, il percorso dovrebbe essere agile da gestire. Ma la conferma effettiva resta appesa alle pronunce delle Authority coinvolte. I tempi entro cui i due gruppi otterranno le autorizzazioni necessarie detteranno poi la successiva tabella di marcia indicata ancora ieri da Manley in massimo 14 mesi, ma evidentemente suscettibile di correzione se i via libera delle autorità saranno rapidi e non particolarmente “restrittivi”. L’obiettivo è infatti quello di chiudere l’integrazione il prima possibile.
Tanto più che, come osservato dallo stesso Manley, lo scenario esterno è sempre più complicato. L’industria dell’auto europea sta fronteggiando «un mercato in contrazione», ha dichiarato il Ceo di Fca. L’Acea, ha aggiunto Manley, prevede che dopo 6 anni consecutivi di crescita, le vendite di auto nella Ue quest’anno «caleranno del 2%».
Non aiuta, in questo contesto, nemmeno l’escalation dei dazi che, ha osservato Manley, non è nell’interesse di nessuno: «Dal nostro punto di vista ci serve certezza, così possiamo pianificare la produzione». Manley si è detto fiducioso che attraverso un dialogo serio tra le parti «una soluzione amichevole può essere possibile».