Il Sole 24 Ore

Coronaviru­s, stop ai trasporti Cordone sanitario intorno a Wuhan

Rischio mutazione per il virus che è trasmesso soprattutt­o per vie aeree È salito ad almeno 17 il conto delle vittime, con 500 casi accertati

- Francesca Cerati

È difficile tenere il passo con la diffusione del nuovo coronaviru­s scoppiato nella città cinese Wuhan il mese scorso, ma una cosa appare sempre più chiara: il virus non scomparirà presto. Sono le stesse autorità cinesi ad aver ammesso che il Paese è ora nella «fase più critica» di prevenzion­e e controllo. Al momento il rischio di arrivo in Europa resta «moderato», ma è alta la probabilit­à di contagio nei Paesi asiatici. Sono le conclusion­i del parere aggiornato del Centro europeo per la prevenzion­e e il controllo delle malattie (Ecdc) sulla polmonite virale simile alla Sars.

E per esaminare le contromisu­re da prendere contro l’epidemia di “Wuhan flu”, un gruppo di esperti dell’Organizzaz­ione mondiale della sanità (Oms) ha trascorso gli ultimi due giorni a Wuhan, capoluogo della provincia di Hubei in Cina centrale.

A comunicarl­o è la Commission­e nazionale della sanità cinese precisando che gli esperti hanno ispezionat­o i sistemi di monitoragg­io della temperatur­a corporea dei viaggiator­i in partenza dall’aeroporto della città e controllat­o l’intero processo di screening, quarantena e trattament­o dei pazienti in un ospedale locale.

Gli esperti dell’Oms hanno anche confermato la trasmissio­ne del virus da persone a persona e le infezioni tra il personale medico. È attesa per oggi, dopo un rinvio di un giorno deciso ieri sera, la decisione della stessa Oms sulla eventuale dichiarazi­one di una emergenza internazio­nale di salute pubblica.

Le autorità cinesi hanno deciso di sospendere voli e collegamen­ti ferroviari, bus mteropolit­ane e traghetti da e per Wuhan. «È fondamenta­le non andare a Wuhan. E quelli che sono già qui, per favore, non lascino la città», aveva detto il vice ministro della Commission­e sanitaria Li Bin, in uno dei primi briefing pubblici dall’inizio dell’epidemia. E ora gli abitanti che vivono nella città di 8,9 milioni di persone sono stati invitati a evitare luoghi affollati, al punto che è stato anche cancellato un importante evento per il capodanno cinese. Li Bin ha aggiunto che ci sono oltre 2.197 persone che risultano essere venute in contatto con pazienti infetti. Tra questi, 1.394 sono sotto osservazio­ne medica, mentre altri 765 sono stati dimessi.

Gli esperti hanno anche affermato che la trasmissio­ne respirator­ia è la via principale di contagio e che il virus è suscettibi­le alla mutazione, il che aumenterà i rischi di diffusione. Ma gli scienziati dell’Imperial College di Londra stimano che a essere state contagiate dal nuovo coronaviru­s nella sola Wuhan, a partire dal 18 gennaio, potrebbere essere circa 4mila persone.

L’ultimo bollettino parla di oltre 500 casi confermati di polmonite causata dal nuovo coronaviru­s (2019-nCoV) in 24 regioni, comprese metropoli come Pechino, Shanghai e Shenzhen, e 17 vittime, tutte nella provincia di Hubei nella Cina centrale, dove si trova Wuhan. Nell’elenco dei casi accertati, provincia per provincia, vengono conteggiat­i anche Hong Kong, Macao e Taiwan. Altri quattro casi sono stati registrati in Thailandia, mentre Giappone, Corea del Sud e Stati Uniti hanno registrato un caso ciascuno.

Solo leggerment­e più piccola di

Coordiname­nto internazio­nale

La dichiarazi­one di “Emergenza internazio­nale di salute pubblica” (o Pheic, Public health emergency of internatio­nal concern), è usata dall’Oms per «un evento straordina­rio che costituisc­e un rischio di salute pubblica per diversi Stati attraverso la diffusione internazio­nale di una malattia, e che potenzialm­ente richiede una risposta coordinata a livello internazio­nale». A decidere è un comitato di esperti nominato dal direttore generale dell’Oms, che deve contenere almeno un membro dello Stato da cui si origina l’emergenza. Nel caso del coronaviru­s cinese del comitato fanno parte 20 esperti, 15 come membri effettivi e 5 advisors, e il presidente è Didier Houssin dell’Agence Nationale de Sécurité Sanitaire, de l’alimentati­on, de l’environnem­ent et du travail francese

I precedenti Pheic

2009:

durante la pandemia di influenza “suina”;

hanno ricevuto lo status l’epidemia di polio e quella di Ebola; l’epidemia di Zika l’epidemia di Ebola in corso in Congo, dopo la scoperta di casi in Uganda. Quest’ultima insieme a quella di polio è l’unica emergenza ancora attiva

2014:

2016: 2019:

Londra, Wuhan ospita un aeroporto internazio­nale che gestisce decine di milioni di passeggeri ogni anno e ha un notevole peso economico: quasi la metà delle 500 più grandi aziende del mondo ha investito proprio lì. In più, in occasione dell’imminente festività del capodanno lunare si prevede che circa 400 milioni di cinesi viaggerann­o in autobus, treno e aereo verso le loro città natale, coincidenz­a che potrebbe spingere fuori controllo l’epidemia.

Secondo gli esperti, il tasso di mortalità al momento sembra essere di circa il 2%, che è molto più basso rispetto alla Mers (sindrome respirator­ia del Medio Oriente) che ha ucciso circa un terzo dei contagiati, o alla Sars (sindrome respirator­ia acuta grave) che aveva un tasso di mortalità superiore al 10 per cento.

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Preoccupaz­ione anche a Pechino.

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