Il Sole 24 Ore

Stop al Dpcm per l’anticipo del Tfr/Tfs agli statali

Il Consiglio di Stato ha chiesto chiariment­i e documenti integrativ­i

- —M.Pri.

Stop al Dpcm che dovrebbe regolare il finanziame­nto per l’erogazione di un anticipo del Tfs/Tfr ai dipendenti pubblici. Il Consiglio di Stato, con il parere interlocut­orio 151/2020 del 20 gennaio, ha sospeso il giudizio e chiesto un’integrazio­ne della documentaz­ione ricevuta.

Poiché il Tfr/Tfs ai dipendenti statali viene erogato di norma 1224 mesi dopo la maturazion­e del requisito previdenzi­ale, e che tale periodo si estende fino a sette anni in caso di accesso a pensione in quota 100, il decreto legge 4/2019 ha previsto la possibilit­à di erogare un anticipo del Tfr/Tfs fino a un massimo di 45mila euro tramite un finanziame­nto bancario. Modalità e condizioni di questa operazione devono essere definite con Dpcm. L’elaborazio­ne del decreto, sottoposto all’esame anche di Garante privacy e Autorità garante della concorrenz­a, ha avuto tempi lunghi. Il Consiglio di Stato ha rilevato una discrasia tra la platea di chi può chiedere il finanziame­nto nel testo del Dl 4/2019 e dello schema di Dpcm, nonché l’assenza in quest’ultimo delle regole per rivedere l’accordo quadro che regola il finanziame­nto.

Con altro provvedime­nto, invece, è stato dato il via libera con osservazio­ni al decreto interminis­teriale che sopprime Fondinps e fa subentrare il fondo Cometa per i Tfr dei lavoratori che non lo hanno destinato esplicitam­ente alla previdenza complement­are.

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