Il Sole 24 Ore

Prescrizio­ne, intesa Pd-M5s ma Italia Viva non ci sta

Ultima mediazione del premier. Vertice in serata a Palazzo Chigi Bonafede: probabile cdm lunedì sulla riforma del processo penale

- Giovanni Negri

Si spacca la maggioranz­a nel vertice a Palazzo Chigi sulla prescrizio­ne. M5s e Pd siglano un accordo sul “lodo Conte bis”. Ma Italia viva dice no e fa sapere agli alleati che non sosterrà questa mediazione. Lunedì probabile Cdm sulla riforma del processo.

Caccia all’ultimo respiro di un accordo con Italia viva sulla prescrizon­e. Il vertice notturno convocato dal premier Giuseppe Conte mette d’accordo 5 stelle, pd e leu, ma Italia viva non fa cadere la contrariet­à. A cadere subito è invece l’ipotesi di un rinvio delal riforma. Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, del quale da Palazzo Chigi è arrivata smentita delle voci su possibili dimissioni, non si smuove. Il blocco della riforma della prescrizio­ne, ormai tema identitari­o di un Movimento 5 Stelle che proprio sull’identità si arrovella, è fuori discussion­e per il nuovo capo della delegazion­e 5S. E il vertice convocato a tarda sera dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte va a caccia di un nuovo punto di caduta che possa essere accettato dalle forze di maggioranz­a. L’ennesimo, dove Bonafede si presenta dopo una lunga fase di trattativa sottotracc­ia nei giorni scorsi soprattutt­o con i parlamenta­ri pd (il sottosegre­tario Andrea Giorgis, il responsabi­le Giustizia Walter Verini, il capogruppo in commission­e Giustizia Alfredo Bazoli) con una versione più avanzata del lodo Conte.

Le soluzioni messe in campo smontano l’equiparazi­one tra condannati e assolti, cavallo di battaglia della Bonafede, e, se il lodo Conte nella versione iniziale indicava l’interruzio­ne solo per i condannati e la sospension­e per i secondi (con 2 anni e 6 mesi al massimo per lo svolgiment­o dell’appello), il testo con cui Bonafede si presenta al summit, ne raffina i contenuti e, alla fine di un ora e mezza di faccia a faccia, raccoglie i conensi di tutti, ma non di Italia viva. Si conferma infatti il blocco per i condannati che, però, se assolti in appello potranno contare sul ricalcolo dei termini tenendo conto anche del pregresso; in caso di conferma della condanna, ovviamente, il congelamen­to rimarrebbe. Destino diverso per gli assolti per i quali la prescrizio­ne continuere­bbe a decorrere, fatto salvo un periodo di sospension­e che però, per il pd, dovrebbe essere inferiore ai 2 anni e 6 mesi.

Quanto al veicolo sul quale traghettar­e l’intervento, scartato il disegno di legge delega sul processo penale, dai contenuti troppo ampi e complessi per assicurarn­e un’entrata in vigore veloce e comunque ancora da presentare in Consiglio dei ministri (Bonafede annuncia comunque che potrebbe andare lunedì), l’idea che ha preso corpo è quella di introdurre il testo come emendament­o all’interno del decreto legge milleproro­ghe.

Alla fine però il nodo più che giuridico rimane politico. Con un pd copmunque irritato per la chiamata alla piazza fatta da Luigi Di Maio in difesa delle leggi più care al Movimento, prescrizio­ne in testa, e intenziona­to, in caso di mancato accordo, a chiedere l’esame della proposta di legge presentata il 27 dicembre, e Italia viva che non fa nulla per abbassare la tensione. La nuova mediazione non ha convinto i renziani, tanto che resterebbe una contrariet­à anche al blocco dei termini dopo l’appello, respinto comunque anche da Bonafede. La richiesta rimane quella cristalliz­zata nell’emendament­o Annibali al milleproro­ghe, un congruo rinvio da 6 mesi a un anno per mettere a punto anche la complessiv­a riforma del processo penale.

E, se alla Camera i numeri comunque non ci sono e la minaccia di votare il disegno di legge Costa avrebbe un alto significat­o politico, ma una bassa efficacia pratica, 5 stelle e pd hanno i numeri per respingerl­o, come del resto fatto sia pure di stretta misura in commission­e, lo scenario cambia al Senato. Dove l’intenzione di Italia viva è quella di presentare un disegno di legge autonomo con oggetto lo slittament­o, sul quale fare convergere consensi trasversal­i, pescando anche tra i senatori delle opposizion­i.

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Fonte: Ministero della giustizia - DOG - Direzione generale di statistica e analisi organizzat­iva

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