Virus, il turismo rischia perdite da 1,6 miliardi
Il calo sulla prossima stagione potrà essere di 13 milioni di turisti
Sono le imprese del turismo finora le più colpite dall’allarme coronavirus. Assoturismo Confesercenti stima un impatto per il turismo pari a 1,6 miliardi di euro e a 13 milioni di presenze in meno. Federalberghi stima negli hotel prenotazioni in calo fino al 40 per cento con danni che solo per Roma potrebbero ammontare a 500 milioni. L’impatto più grande in questo momento arriva dal blocco totale dei voli dalla Cina. Un punto sul quale ieri è intervenuto anche il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia: «Si riprendano i voli con la Cina».
Dallam oratoria sulle imposte agli ammortizzatori perle imprese più esposte. Il Governo prova ad ascoltare il grido di allarme delle imprese del turismo, le più colpite finora dall’allarme coronavirus, e studiale prime contromisure da inserire in un provvedimento ad hoc da adottare nelle prossime settimane appenasi conosceranno meglio i danni provocati dalle cancellazioni di viaggi e prenotazioni.
Ieri il ministro per i Beni culturali e il Turismo Dario Francesch in i con la sottosegretariaLorenza Bonaccorsi ha incontratole imprese del settore e dopo aver raccoltole loro indicazioni ha portatoil dossier sul tavolo del consiglio dei ministri dovesi è cominciato a ragiona redi possibili interventi .« Il governo è intervenuto con efficacia e tempestività a salvaguardia della sicurezza nazionale-ha detto Franc es chini-ora vogliamo affrontare le problematiche che sta vivendo un settore strategico per l'economia nazionale quale è il turismo».
In cima alle richieste delle imprese c’è anche un piano di comunicazione per rassicurare i viaggiatori sul fatto che l’ Italia e l’ Europa sono luoghi sicuri. La psicosi coronavirus rischia infatti di trasformarsi in una psicosi da viaggio che colpirebbe ancora più pesantemente il settore del turismo nel suo complesso aldilà della frenata di quello cinese. L’impatto più grande al momento arriva comunque dal blocco totale dei voli dalla Cina. Un punto sul quale ieri è intervenuto anche il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia preoccupato, oltre che per glia spetti umanitari, per i riflessi sulle relazioni trai Paesi .« Grande vicinanza al popolo cinese prima per ragioni umanitarie e poi economiche perché se si ferma l’econonia della Cina si ferma l’economia del mondo. Siamo l’unico Paese europeo - avverte Boccia - che ha interrotto i collegamenti aerei con la Cina. Facciamo un appello al governo perché riprendano i voli e si eviti che a finire isolati siamo noi».
Difficile per ora calcolare i danni presenti e futuri per il turismo anche se ieri si è ripetuta l’ ennesima girandola di numeri. Assoturismo Confesercenti parla di un possibile conto per il turismo di 1,6 miliardi e 13 milioni di presenze in meno. Federalberghi registra un calo di prenotazioni fino al 40% con il danno che solo per Roma potrebbe ammontare a 500 milioni. Confturismo è più cauta e parla di oltre 200 milioni in gran parte concentrati tra Roma, Venezia e Firenze. Gli unici numeri certi finora erano quelli che stimavano per il 2020 un anno record per il turismo cinese con oltre 4 milioni di arrivi e incassi per oltre 700 milioni. Numeri ora perlomeno da dimezzare.
Per aiutare le imprese il modello a cui sta lavorando il Governo è quello impiegato perle aziende nelle aree colpite dai terremoti: come prima boccata d’ossigeno si ricorrerebbe alla proroga o alla rateizzazione delle imposte e al ricorso dove necessario a un pacchetto di ammortizzatori per le imprese più esposte fino a possibili incentivi per far ripartire il turismo appena l’ allarme coronavi russi calmerà
«I prossimi tre mesi saranno determinanti per capire quale sarà l’impatto di questa crisi, certose dovesse dilagare una paura di viaggiar egli effetti rischiano di essere molto pesanti », avverteAntonio B arreca il direttore generale di F ed er turismo Confindustria che per evitare questo spettro sta lavorando con lo Spallanzani a una campagna informativa per rassicurare sia gli operatori del settore che i turisti sui rischi praticamente nulli in Italia. Anche Barbara Cas il lo, dg di Confindustria Alberghi, preferisce non faresti me:«L’ im portante è che non si generi una pericolosa e inutile ansia. Già a febbraio quando cominciano ad arrivare le prenotazioni per la nuova stagione si capirà il primo vero impatto».
Il presidente di Federalberghi Bernabò Bocca sottolinea come le cancellazioni arrivate questi in giorni sono “per cause di forza maggiore” e quindi, «oltre al danno delle mancate prenotazionie delle cancellazioni, c' è un danno di cassa in quanto gli hotel stanno bonificando e restituendo agli operatori cinesi i soldi che avevano incassato come caparre e anticipi. Chiediamo quindi un risarcimento, nelle forme e nei modi in cui il Governo riterrà più opportuno».